High times

Difendere la canapa per difendere il futuro dell’Italia

Una lettera aperta da un operatore di settore che fa un appello ad andare avanti, dando fiducia alle associazioni di settore

Bongae canapa decreto sicurezza cannabis light

Pubblichiamo qui sotto la lettera aperta di Andrea Bonanno, imprenditore, fondatore di Bongae e socio delle principali associazioni del settore canapa industriale.

L’appello di imprenditori, associazioni e agricoltori dopo il Decreto Sicurezza: «Noi non siamo il problema. Siamo la risposta che il Paese stava aspettando».

Mi rivolgo ai cittadini, alle istituzioni, ai giornalisti e a chiunque voglia ancora credere nella legalità, nel lavoro e nella dignità dell’impresa onesta.

CANAPA INDUSTRIALE PER LA RINASCITA AGRICOLA

Negli ultimi anni il settore della canapa industriale ha rappresentato un modello virtuoso di rinascita agricola, sostenibilità ambientale e innovazione produttiva. Solo in Italia, parliamo di oltre 3mila aziende che hanno generato un indotto economico di circa 2 miliardi di euro l’anno, creato oltre 30mila posti di lavoro e versato milioni di euro in tasse nelle casse dello Stato.

Parliamo di imprenditori agricoli, tecnici, ricercatori, commercianti e lavoratori, che hanno operato sempre nel pieno rispetto della legge, secondo la normativa italiana (Legge 242/2016) e in conformità con il diritto europeo.

Oggi, con un colpo di penna, ci si propone di cancellare tutto questo. Il cosiddetto “Decreto Sicurezza” non è una misura a tutela della popolazione. È una decisione ideologica, sproporzionata e priva di fondamento, che equipara infiorescenze prive di effetti stupefacenti a sostanze illegali, mettendo a rischio intere filiere agricole, produttive e commerciali. Una scelta che rischia di regalare il mercato italiano a operatori esteri, meno controllati e più aggressivi sul piano commerciale, mentre l’Italia perde competitività, lavoro e fiducia.
Come imprenditore e cittadino, non posso restare indifferente. Ma soprattutto, sento il dovere di non abbandonare chi ha creduto in questo percorso.

Le migliaia di pazienti che hanno trovato nella canapa industriale una via legale e sicura per il proprio benessere. Le donne e gli uomini che in questi anni hanno contribuito con il proprio lavoro alla crescita del settore. E le associazioni di categoria, senza le quali tutto questo non sarebbe mai stato possibile. Io non parlo a nome di nessuno: sono con loro.

Sono con Canapa Sativa Italia, Imprenditori Canapa Italia, Federcanapa, Resilienza Italia Onlus, Sardinia Cannabis, Canapa delle Marche, UPCBD, EIHA, e con tutte le realtà che da anni difendono la filiera della canapa industriale. Sono con Coldiretti, Confagricoltura, CIA, CNA Agroalimentare, COPAGRI, UNCI, Altragricoltura e tutti gli operatori agricoli che oggi rischiano di veder vanificato il loro impegno per colpa di una norma improvvisata.

La canapa industriale non è un crimine: è un’opportunità agricola, ambientale, sanitaria ed economica per il nostro Paese.

Per questo, insieme, chiediamo:

  • Il ritiro immediato dell’art. 18 del Decreto Sicurezza.
  • L’apertura di un tavolo di confronto con le associazioni di settore.
  • Il rispetto delle normative europee e costituzionali.
  • La sospensione cautelare delle misure introdotte, tramite azioni legali già in atto.

Facciamo appello alla stampa libera, affinché racconti questa storia, fatta di lavoro, legalità e futuro.

Facciamo appello alle istituzioni, affinché tornino ad ascoltare il Paese reale, fatto di agricoltori, pazienti, piccoli imprenditori e giovani professionisti.

Noi non ci arrendiamo. E non abbandoniamo nessuno.

Andrea Bonanno – Imprenditore, CEO di Bongae, socio di Canapa Sativa Italia e Imprenditori Canapa Italia



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