Diagnosi delle carenze nutrizionali
Le carenze nutrizionali compaiono precocemente senza uniformità sulle foglie di una pianta. I sintomi sono evidenti sulla crescita più recente o sulla crescita più vecchia, quindi se c’è uniformità nei sintomi in tutta la pianta, è probabile che il problema non sia una carenza.
Se i sintomi sono visibili solo sulla crescita più recente o solo su quella più vecchia, è altamente probabile una carenza di nutrienti. Una volta confermato un problema di nutrienti bisogna sapere come risolverlo, considerando, tuttavia, che molti dei sintomi visivi presentati come carenze nutrizionali e tossicità possono anche essere creati da malattie e fattori ambientali.
OSSERVARE CON CURA
Osserva i punti di crescita di steli e rami per rilevare potenziali problemi di nutrienti.
Se le generazioni più vecchie di foglie mostrano screziature, ingiallimento tra le vene o secchezza o morte delle foglie mature, i sintomi corrispondono a quelli delle carenze dei nutrienti mobili N, P, K o Mg (azoto, fosforo, potassio o magnesio). Le piante raccolgono questi nutrienti dalle foglie più vecchie, così la nuova crescita appare sana mentre i sintomi compaiono nelle foglie cannibalizzate.
Se la nuova crescita appare rachitica, deformata, marrone o morente, pensa alla carenza di un nutriente immobile. B, Ca, Cu, Fe, Mn, Mb, S e Zn (boro, calcio, rame, ferro, manganese, molibdeno, zolfo e zinco) sono immobili, quindi compaiono i sintomi sulla nuova crescita.
Un ingiallimento delle foglie di nuova crescita corrisponde alla descrizione della carenza di ferro.
Il colore porpora degli steli può essere caratteristico di alcuni ceppi, un segno di una carenza di fosforo o semplicemente una normale risposta della pianta alle temperature più fresche.
I modelli di clorosi (ingiallimento) nelle foglie suggeriscono carenze di elementi sia maggiori che minori.
Come abbiamo visto, le piante utilizzano un sistema complesso per mantenere stabili i propri parametri, usufruendo dei nutrienti che gli vengono forniti. Non necessitano più di quel che gli giova per completare il loro ciclo vitale, senza null’altro togliere al terreno dove crescono, forse dovremmo imparare più da loro per non rovinare quel poco di umanità che ci rimane.