Cronache da dietro il cancello

Detenuti all’estero: brutte storie di diritti negati

Detenuti all’estero: brutte storie di diritti negati

Nazanin è trattenuta da tre anni in Iran accusata di appartenere a un gruppo illegale con lo scopo di far cadere il governo. La donna era arrivata da Londra per far visita ai famigliari, ma in Inghilterra non è più tornata. L’hanno invece portata in prigione, in isolamento, interrogata, terrorizzata, senza darle la possibilità di vedere un avvocato. Quello di Nazanin è solo uno dei casi su cui Amnesty International non lascia che cada il silenzio, condizione che equivale alla morte. Questa vicenda richiama alla mente i tanti, tantissimi, che il potere ha fagocitato nei meandri delle istituzioni, in copioni kafkiani che logorano, consumano e uccidono lentamente chi li subisce e chi cerca di star loro vicino.

Aver qualcuno che sposa la tua causa in quanto vittima di evidente violazione di diritti umani in determinati frangenti è un lusso che la maggior parte non si può permettere, soprattutto se per qualche oscura ragione, il nemico che ti sei fatto è il potere vigente, nel qual caso, il tuo destino è segnato.

«Bisogna farne di strada da una ginnastica dell’obbedienza, fino ad un gesto molto più umano, che ti dia il senso della violenza, ma bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni, da non riuscire più a capire, che non ci sono poteri buoni». (Fabrizio De André)

Noi conosciamo il nome di Nazanin, ma chissà quanti ci sono stati negati e nascosti, e non sapremo mai che fine hanno fatto e che pene sono costretti a sopportare. Mantenere l’attenzione sull’argomento è un dovere civico che spesso non sortisce effetti positivi a breve termine, ma che impedisce che le nefandezze perpetrate dai regimi vengano compiute a luci e microfoni spenti.
I nostri connazionali detenuti all’estero son più di 3mila e solo uno su 4 è stato condannato in via definitiva. Intanto gli altri 3 sono incarcerati in attesa di giudizio in strutture lontanissime dai grandi centri, senza cure adeguate e soprattutto senza un’assistenza legale degna di questo nome. Capita addirittura che le carte riguardanti arresto e reati contestati siano redatte nella sola lingua locale.

Mi auguro che Nazanin possa essere presto di nuovo in possesso della propria vita e auguro a tutti coloro che stanno subendo carcerazioni disumane di sopravvivere sino al giorno in cui chi li ha privati dei diritti fondamentali non crolli come un castello di carte sotto il peso delle proprie prepotenze e delle proprie menzogne.



grafica pubblicitaria sponsor canapashop

SOSTIENI LA NOSTRA INDIPENDENZA GIORNALISTICA
Onestà intellettuale e indipendenza sono da sempre i punti chiave che caratterizzano il nostro modo di fare informazione (o spesso, contro-informazione). In un'epoca in cui i mass media sono spesso zerbini e megafoni di multinazionali e partiti politici, noi andiamo controcorrente, raccontando in maniera diretta, senza filtri né censure, il mondo che viviamo. Abbiamo sempre evitato titoli clickbait e sensazionalistici, così come la strumentalizzazione delle notizie. Viceversa, in questi anni abbiamo smontato decine di bufale e fake-news contro la cannabis, diffuse da tutti i principali quotidiani e siti web nazionali. Promuoviamo stili di vita sani ed eco-sostenibili, così come la salvaguardia dell'ambiente e di tutte le creature che lo popolano (e non solo a parole: la nostra rivista è stampata su una speciale carta ecologica grazie alla quale risparmiamo preziose risorse naturali). ORA ABBIAMO BISOGNO DI TE, per continuare a svolgere il nostro lavoro con serietà ed autonomia: ogni notizia che pubblichiamo è verificata con attenzione, ogni articolo di approfondimento, è scritto con cura e passione. Questo vogliamo continuare a fare, per offrirti sempre contenuti validi e punti di vista alternativi al pensiero unico che il sistema cerca di imporre. Ogni contributo, anche il più piccolo, per noi è prezioso. Grazie e buona lettura. CONTRIBUISCI.
grafica pubblicitaria sponsor plagron

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio