Cannabis

Depenalizzazione della coltivazione di cannabis? L’ennesima bufala

cannabisIn un momento in cui si dovrebbe mantenere alta l’attenzione su quello che sta accadendo a livello legislativo, bisognerebbe evitare di dare notizie inesatte con leggerezza. Da questa mattina, dopo l’annuncio di una testata nazionale, si sta diffondendo in rete e sui social network l’ennesima bufala a proposito della depenalizzazione del reato di coltivazione di cannabis ad uso personale. Non è vero.

Oggi ci sarà semplicemente la votazione finale alla Camera dei Deputati del provvedimento cosiddetto “svuotacarceri”, e non c’è nessuna norma che depenalizzati la coltivazione ad uso personale, ma solo una modifica per gli istituti universitari e laboratori pubblici di ricerca che hanno ottenuto autorizzazione ministeriale alla coltivazione per scopi scientifici, sperimentali o didattici. E comunque, essendo una legge delega, per diventare effettiva ci vuole un provvedimento attuativo del Governo che, eventualmente, ha tempo fino a 18 mesi per poterlo fare.

Qui sotto il comunicato di Pietro Yates Moretti, vicepresidente di Aduc:

Si terrà oggi la votazione finale alla Camera dei Deputati del provvedimento cosiddetto “svuotacarceri“. Contrariamente a quanto emerge da qualche articolo di stampa un po’ troppo ottimistico apparso oggi, la proposta di legge non depenalizza la coltivazione della cannabis, neanche per uso personale.
Per prima cosa, si tratta di una legge delega, ovvero di un provvedimento che richiede l’intervento attuativo del Governo entro 18 mesi. Niente in esso contenuto depenalizza alcunché fino a quando il Governo non emanerà i relativi decreti legislativi.
Soprattutto, l’unica modifica prevista in merito alla coltivazione di sostanze stupefacenti riguarda solo ed esclusivamente le violazioni commesse da istituti universitari e laboratori pubblici di ricerca che hanno ottenuto autorizzazione ministeriale alla coltivazione per scopi scientifici, sperimentali o didattici. In breve, se questi istituti autorizzati dal Ministero non osservano le prescrizioni e le garanzie cui l’autorizzazione è subordinata, non incorreranno più in sanzioni penali ma solo amministrative (pecuniarie).
Questo significa che chiunque coltiva piante di cannabis senza autorizzazione ministeriale – che come detto può essere concessa solo a istituti universitari e laboratori pubblici di ricerca – continua ad essere perseguito penalmente, esattamente come prima.
Questa precisazione è assolutamente indispensabile per evitare che qualcuno possa pensare che da oggi cambia effettivamente qualcosa in tema di stupefacenti. Non è così, l’impianto proibizionista che ormai è rimesso in discussione ovunque, rimane in Italia perfettamente integro.


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