Degradazione dell’hashish, uno studio italiano
Recentemente uno studio dell’Università di Venezia sulla degradazione dei metaboliti attivi della cannabis, iniziato alcuni anni fa, ha mostrato dei risultati interessanti soprattutto se pensiamo che molti metaboliti secondari sono perlopiù sconosciuti e poco si sa in merito.
Per l’esperimento sono stati raccolti quattro campioni rappresentativi da ciascun materiale di studio e sono stati mantenuti per un tempo prolungato, quattro anni, in diverse condizioni di conservazione controllata:
- (A) luce (24 h) e temperatura dell’ambiente (22° C);
- (B) buio (24 h) e temperatura dell’ambiente;
- (C) buio e refrigerazione (4° C);
- (D) buio e congelamento (-20° C).
La concentrazione dei tre cannabinoidi principali, ovvero THC, Cannabinolo (CBN, prodotto dalla degradazione del THC) e Cannabidiolo (CBD), è stata misurata mediante gas-cromatografia circa ogni 100 giorni durante lo studio quadriennale. Cambiamenti significativi nel contenuto di THC (degradazione) e CBN (formazione) sono stati rilevati nelle condizioni di conservazione A e B e quasi il 100% del THC è stato degradato dopo quattro anni.
Il trattamento dei dati ha indicato che la temperatura di conservazione e l’esposizione alla luce hanno avuto due effetti diversi sulla conversione del THC in CBN: la temperatura ha modificato solo la velocità, la luce ha modificato sia la velocità che la stechiometria di questa conversione. Sono stati proposti modelli che consentono di prevedere il tempo di conservazione, se sconosciuto, il contenuto iniziale di THC (cioè la concentrazione di THC al momento della conservazione iniziale), fino alla misurazione del contenuto di THC e CBN in qualsiasi momento nelle condizioni di conservazione A. Valori previsti sono più incerti in caso di tempi di conservazione più lunghi e hanno una precisione di circa il 5-10%. Questi modelli sono stati testati anche su dati riportati in letteratura, e possono rappresentare un punto di partenza per ulteriori miglioramenti. I modelli di previsione possono essere utili per scopi forensi, se è necessario stimare la concentrazione iniziale di THC o l’età approssimativa di un materiale degradato, o per pianificare la conservazione di campioni delicati che devono essere riesaminati nel tempo.