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Deforestazione: come i vecchi cellulari possono fermarla

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Il suono della foresta del Borneo è una travolgente armonia musicale generata dai suoi abitanti, così intensa da coprire purtroppo il rumore delle motoseghe di chi abbatte alberi illegalmente.

Il progetto Rainforest Connection, ideato da un giovane ingegnere di nome Topher White, utilizza cellulari in disuso per monitorare i rumori sospetti e di intervenire tempestivamente quando si verificano disboscamenti abusivi.

Spiega White «Secondo l’Interpol, circa il 90% del disboscamento della foresta pluviale è illegale. Quindi se si riesce ad aiutare le persone del luogo ad applicare le leggi vigenti potremmo incidere in maniera significativa su quei numeri e avere un grande impatto nel breve periodo».

Il sistema Topher si serve della rete (nella foresta pluviale il segnale è presente!) e di vecchi cellulari ben nascosti tra le fronde degli alberi, programmati per registrare i suoni specifici di motoseghe e altri attrezzi disboscanti e per inviare messaggi di allarme alle guardie forestali o agli abitanti del luogo.

Per rendere efficiente la tecnologia, Topher e il suo team hanno realizzato degli involucri appositi per proteggere i cellulari dagli agenti esterni e dei particolari pannelli solari per l’alimentazione delle batterie.

«Non appena sono sceso dall’albero dove abbiamo installato il primo dispositivo ho ricevuto immediatamente una mail: aveva già captato il primo suono di motosega. Abbiamo fermato i disboscatori in azione. Una grande emozione»

In breve tempo il Rainforest Connection ha riscosso un enorme successo e ricevuto molte richieste in tutto il mondo, la gente ha iniziato ad inviare i propri telefoni in disuso dando vita ad un sistema di riciclo virtuoso utile alla salvaguardia delle foreste.



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