Dedicato ai giornalisti italiani: ecco cos’è il THC (spiegato semplice)
Se siete arrivati su questo articolo dopo aver visto il fantastico servizio del Tg3 Piemonte per prima cosa dobbiamo deludervi: no, il THC (e non LA THC) non è una nuova droga, e non ha neanche effetti devastanti fino a 10mila volte superiori a quelli della marijuana. Il THC, detto anche tetraidrocannabinolo, è semplicemente il più noto tra i principi attivi della cannabis.
Questo articolo serve a spiegare in modo semplice (e ovviamente non esaustivo) cos’è il THC, e quali sono i modi in cui interagisce con il cervello umano. Per approfondire – nella speranza che qualche giornalista voglia farlo prima di scrivere nuove nefandezze – troverete all’interno del testo alcuni link che vi rimandano ad altri articoli.
La prima cosa da sapere è che il THC stato isolato e definito per la prima volta dai ricercatori Raphael Mechoulam, Yechiel Gaoni, e Habib Edery dall’istituto israeliano Weizmann nel 1964. 52 anni fa, altro che nuova sostanza.
IL THC (Delta-9-tetraidrocannabinolo il suo nome completo) è il principio attivo responsabile delle proprietà psicoattive della cannabis, nonché di molte delle sue proprietà terapeutiche. Gli effetti del THC risultano dal suo legame con i recettori cannabinoidi che si trovano nel sistema nervoso centrale e nel sistema immunitario. Il THC stimola il rilascio di dopamina e per questo può provocare nella persona sensazioni di euforia, rilassamento, percezione spazio-temporale alterata ed anche moderate alterazioni uditive, olfattive e visive.
Fino ad oggi, non vi è mai stato un caso documentato di overdose di tetraidrocannabinolo, per questo la sua tossicità è considerata molto bassa rispetto a molte altre droghe e a molti farmaci, tanto da valergli la definizione di “droga leggera”.
In compenso sempre più evidenti sono le sue proprietà terapeutiche. Sono oggi in commercio in diversi paesi farmaci a base di THC, di altri fitocannabinoidi o di cannabinoidi sintetici, e la sua utilità è già sperimentata nel trattamento di: nausea e vomito, mancanza di appetito e terapia del dolore, ma anche in molteplici altri campi (come epilessia, traumi cerebrali, ictus e cancro).