Il decreto sicurezza è effettivo, ma il settore canapa non si ferma
Il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale
Il decreto sicurezza è stato firmato dal presidente della Repubblica Mattarella, ed è stato pubblicato oggi venerdì 11 aprile sulla Gazzetta Ufficiale. Non essendo specificato nulla riguardo l’entrata in vigore, questa dovrebbe avvenire il giorno successivo alla pubblicazione, quindi domani.
Cade così l’ultima speranza che la follia rappresentata da questa legge fosse evitata, esponendo il settore della canapa a nuovi attacchi ingiustificati.
Mentre il governo con un decreto cerca di mandare in fumo oltre 20 mila posti di lavoro di un settore, nato dal basso, che ha creato un giro economico da 2 miliardi di euro l’anno e centinaia di milioni di euro di tasse, Canapa Sativa Italia, Associazione Sardinia Cannabis, Associazione Resilienza Italia Onlus, Associazione Imprenditori Canapa Italia, ecc. confermano l’impegno a contrastare l’Art. 18 del “Decreto Sicurezza” attraverso un fronte comune, attivandosi per i ricorsi al Tar appena saranno emessi i decreti attuativi, e raccomandando innanzitutto una cosa, quella di non farsi prendere dal panico.
“Mi stupisce che un Presidente così attento sul piano costituzionale come Mattarella, abbia firmato il decreto senza operare dei distinguo su certi punti, come quello dell’articolo 18, che rimanda alla canapa. Ha firmato, pur non avendo responsabilità politica analoga a quella diretta del governo, un atto che è a mezza strada tra l’espulsione dal contesto sociale di un numero elevatissimo di persone, e un atto di guerra nei confronti di queste persone. È evidente che un provvedimento che criminalizza un commercio che la stessa Corte di Cassazione a sezione unite aveva ritenuto irrilevante penalmente, non può essere definito diversamente”.
DECRETO SICUREZZA: “PRONTI A COMBATTERE UNA BATTAGLIA DI CIVILTÀ”
È il commento a caldo dell’avvocato Zaina, che rincara la dose: “Persone che fino ad oggi hanno pagato le tasse, mantenuto questi politici che li vessano, le forze dell’ordine che li denunciano e i pubblici ministeri che li perseguono, oltre ai magistrati che con coraggio molto spesso li hanno assolti. È un paradosso pensare di perseguire, mi verrebbe da dire perseguitare, persone che hanno partite iva, licenze comunali, pagamento di imposte: siamo davanti al furore ideologico del governo che non capisce che chiude un settore che economicamente sarebbe vantaggioso per tutti. Un governo che poi si pone in contrasto con la giurisprudenza, e con l’Europa e la stessa Corte i giustizia europea“.
Secondo Zaina a questo punto: “L’unica risposta possibile è i compattare il settore, togliersi le medaglie ed essere pronti a combattere una battaglia legale, una battaglia di civiltà, e di disobbedienza civile. Io mi rendo disponibile a difendere qualsiasi imprenditore scelga di andare avanti in questa battaglia con una tariffa calmierata, per favorire tutti coloro che si trovano sotto questa spada di Damocle”.