Decreto CBD: il Tar lo sospende di nuovo
Per la terza volta il Tar sospende un decreto che voleva inserire le preparazioni orali di CBD tra i medicinali stupefacenti
È l’ennesima rivincita della pianta di canapa su una politica miope e arrogante: il decreto che inseriva le preparazioni orali di CBD nei farmaci stupefacenti, è stato sospeso dal Tar, di nuovo.
È la terza volta che accade, e speriamo che possa dare anche agli accaniti proibizionisti, l’idea che la misura è colma. Il CBD non è stupefacente per l’Oms, non lo è per la Corte di Giustizia Europea, e per l’ennesima volta è stato ribadito che non lo è nemmeno per la giustizia italiana.
Speriamo che sia la volta buona che operatori di settore e pazienti possano essere lasciati in pace, il tutto mentre sul settore pende l’altra mannaia, quella dell’emendamento canapa che rischia di bloccare tutte le filiere della canapa industriale, compresa la produzione del CBD.
DECRETO CBD: NUOVAMENTE SOSPESO DAL TAR
“Ce l’abbiamo fatta!”, sono le prime parole di Mattia Cusani, presidente di Canapa Sativa Italia, evidenziando che il risultato è stato ottenuto contro tutte le aspettative.
“È un ottimo risultato, che sia da monito alle istituzioni che continuano ad andare contro le normative europee. E come su altri temi, non se ne esce. Bisogna capire che bisogna fare le cose per bene, coinvolgendo le associazioni si settore, altrimenti le riforme rischiano di essere cestinate da un giudice”.
Stessa soddisfazione da parte di Imprenditori Canapa Italia, che ha ricorso a sua volta contro il decreto, assistita da Prestige Legal & Advisory, ottenendo la sospensione. “Contando monocratico e collegiale, è la terza volta che il decreto viene sospeso, dimostrando l’infondatezza delle sue basi”, ha sottolineato a Cannabisterapeutica.info Raffaele Desiante di ICI, puntualizzando che: “Continueremo a lavorare per garantire un futuro sicuro e stabile a tutti gli operatori di settore”.
Il decreto è sospeso, ma comunque più avanti ci sarà una sentenza e l’udienza è stata fissata per il 16 dicembre 2024. “Sì, ma è importante sottolineare”, continua Cusani di CSI, “che, parlando di salute pubblica, era difficilissimo ottenere la sospensiva. Se ci fosse stata anche una minima prova di rischio sulla salute, o un minimo dubbio, non sarebbe stato sospeso. Ecco perché pensavamo sarebbe stato difficile. Ora le istituzioni devono riflettere, per capire se non stiano sbagliando approccio”.
“Mi aspetto che il decreto venga annullato”, sottolinea l’avvocato Claudio Miglio che ha assistito Canapa Sativa Italia, spiegando che: “Perché che il CBD non sia sostanza medicinale d’abuso, è un dato quasi certo. Anche i due pareri presentati nel nuovo decreto, quelli dell’Istituto superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità, non parlano propri di rischio d’abuso, che è una caratteristica necessaria affinché una sostanza venga inserita nella tabella medicinali allegata al testo unico degli stupefacenti. Sono abbastanza ottimista perché da qui al 16 dicembre poco potrà cambiare. Mi posso sbagliare, ma vedremo come andrà”.