DecrescitaHi-Tech e web

decrescita.com

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Come ha affermato Latouche la decrescita innanzitutto indica un “cambio di paradigma” rispetto a quello attuale basato sulla crescita e l’accumulazione illimitata. In Italia sono diversi i siti web e le realtà che ne parlano e che offrono approfondimenti sull’argomento, uno di questi è Decrescita Felice Social Network. Totalmente libero, autogestito e senza finanziamenti esterni per garantire un’informazione libera e corretta. Abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con il fondatore di DFSN…

Decrescita Felice Social Network nasce dall’ispirazione degli altri movimenti, come il Movimento per la decrescita felice e l’Associazione per la decrescita, specificando di non voler essere un concorrente, ma di voler approfondire gli argomenti in questione e informare la gente dando una giusta qualità delle informazioni. Perché? Gli altri siti sono poco aggiornati o completi in questo senso?

La differenza tra DFSN e gli altri siti italiani che parlano di decrescita risiede nella forma e nei contenuti. DFSN non è il sito di un’associazione, ma di un gruppo di persone che vuole ragionare ed esprimere il proprio pensiero sulla decrescita. Da noi nessuno comanda e nessuno dirige, siamo aperti ad ogni valido contributo di idee. Nel nostro sito non sono presenti né sponsor né pubblicità. La nostra forza è proprio questa: sapersi liberi di esprimere quello che si vuole, quando si vuole, senza aver nessun vincolo circa i contenuti o filtri imposti dalla redazione “virtuale”.
Un’accurata politica di diffusione circa i contenuti del sito, sempre all’altezza delle aspettative dei visitatori, ha permesso a DFSN di essere tra i primi tre siti sulla decrescita in Italia.
Personalmente sentivo la necessità di realizzare questo contenitore, sganciato dalle associazioni e dai gruppi esistenti. C’era uno spazio vuoto e noi abbiamo saputo riempirlo con contenuti di qualità.

E’ solo un’utopia o la decrescita è davvero attuabile?
Non credo esista alternativa alla decrescita. Se si ragiona sul futuro di un Pianeta con risorse limitate com’è il nostro, ci sono sostanzialmente due possibilità per tracciarne il futuro. Scegliere di muoversi globalmente, prima della fine delle risorse, attuando un percorso che ci porti ad una vita più sobria e da gestire con maggior buon senso, limitando i consumi ed eliminando il superfluo e l’effimero. Questa è la decrescita “felice” perché voluta e pianificata. La seconda opzione è quella di attendere la fine delle risorse, consumando e sperperando come fatto finora, fino a quando non interverrà qualcuno che ci imporrà una decrescita “violenta” con l’obiettivo di riservare a pochi il benessere.
Qualcosa del genere è già in atto. Basti pensare alle guerre per il petrolio ed il finanziamento dei dittatori in Africa attuato da nazioni e multinazionali per poter così ottenere materie prime a basso costo.
Per qualcuno la decrescita è un’utopia in quanto si scontra con centinaia di anni di politiche economiche, che hanno portato ad una totale dipendenza dalla crescita infinita. Peccato che il nostro Pianeta abbia dei limiti fisici ben definiti. Io credo che la decrescita sia in realtà un’utopia attuabile.

Credi che lo sviluppo sostenibile esista o sia solo un approccio professato da molti e mai messo in atto?
Lo Sviluppo Sostenibile esiste! Esiste però solo sui libri di testo e sui programmi politici. In realtà è una delle più grandi truffe a carico dell’umanità.
I sostenitori dello Sviluppo sostenibile sono convinti che la tecnica ci permetterà di crescere riducendo drasticamente l’impatto negativo che lo sviluppo industriale ha sul Pianeta.
La cosa che non dicono è che al concetto di sviluppo è comunque legato l’uso di materie prime non rinnovabili. Pur accettando l’idea che in futuro la crescita possa creare minor inquinamento, rimane il fatto che sempre di inquinamento si parla e che questo andrà ad aggiungersi a quello esistente, il quale continua a crescere in modo preoccupante. Non dicono poi che per molti problemi ambientali tutt’oggi non esistono soluzioni attuabili, e forse non esisteranno mai. Oggi lo sviluppo sostenibile è solamente un inganno per nascondere la crescita illimitata ad una popolazione mondiale che sempre maggior attenzione pone alle tematiche ambientali.

Quali sono i concetti di base più ostici da assimilare che allontanano molte persone dall’appoggiare questa teoria. La perdita dei beni materiali ad esempio?

Diciamo subito che la terminologia non ci aiuta. Quando si parla di “decrescita” viene subito in mente un ritorno al passato con privazioni e sofferenza. Sarebbe più corretto parlare di a-crescita, proprio come si parla di ateismo. La decrescita è, infatti, la negazione del “credo della crescita”. Abbracciare la decrescita non significa privarsi di qualcosa di fondamentale per la propria vita. Nessuno di noi chiede di rinunciare ad un pasto o di muoversi a cavallo.
Quello che intendiamo è di scegliere uno stile di vita più sobrio che non contempli, ad esempio, il consumo per il consumo. Invitiamo a riconsiderare i valori su cui si basa la nostra vita, rafforzando quelli che ci permettono di intensificare i rapporti con gli altri, di migliorare e progredire come essere umani. Auspichiamo la ridefinizione del significato di alcuni concetti: ad esempio la “ricchezza” e la “povertà” dovrebbero non essere pensate esclusivamente sotto l’aspetto economico, così com’è ora. Lo stesso dovrebbe essere per il binomio “abbondanza-scarsità”. Tutto il resto vien da sé.

Che sviluppi positivi e/o negativi hai notato nel tempo?
Di negativo evidenzio l’uso eccessivo, spesso a sproposito, del suffisso “Eco” ormai logoro. Per la pubblicità, che invade in modo pesante il nostro privato, quasi ogni prodotto commercializzato è amico dell’ambiente. Poi vai un po’ a fondo e scopri che materiali e cicli produttivi non sono poi così rispettosi del Pianeta e magari nemmeno dei lavoratori che realizzano quei prodotti. Siamo arrivati a dover distinguere una vera green economy da quella meno verde.
Di positivo noto che sempre più persone si avvicinano, anche senza saperlo, alla decrescita. Penso ai Gruppi di acquisto Solidale, ai grandi e piccoli movimenti ambientalisti, a tutti quei milioni di persone che utilizzano la bicicletta per muoversi, che non sprecano l’acqua. Sarebbe bello raggruppare tutte queste energie…

Che progetti ha DFSN nel futuro?
Più che di progetti parlerei di sogni. Vorremo riuscire a realizzare un vero e proprio periodico italiano sulla decrescita con distribuzione on-line. Il problema é che vorremo farlo senza pubblicità e sponsor. Un sogno quindi, ma i sogni non servono a vivere meglio?

Acirne

 



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