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Ddl Cannabis: questo Parlamento non legalizzerà. Smettiamo di prenderci in giro

deputato-dorme-parlamentoDopo le parole di Renzi, che ha liquidato la questione della legalizzazione della cannabis come «non all’ordine del giorno», molti esponenti dell’Intergruppo per la legalizzazione, a partire da Benedetto Della Vedova hanno semplicemente detto che è il Parlamento e non il governo a dover votare la legge. Continuando a mostrare ottimismo.

Come politici è comprensibile dicano questo, difendendo così la propria attività parlamentare. Noi però, come giornalisti, ai nostri lettori abbiamo il dovere di dire la verità. E questa è la seguente: in questa legislatura in Italia non vedremo alcuna legalizzazione della cannabis. Punto. Sarebbe bello essere smentiti, e personalmente sarei felice di dover ammettere l’errore, ma non sarà così.

Perché? Semplice. Se anche la proposta di legge sulla cannabis dovesse ricevere il voto positivo del Parlamento (che inizierà a discutere la legge forse già il prossimo mese), e non è affatto scontato che sarà così. Una volta che il testo approverà al Senato le possibilità di una sua approvazione saranno nulle.

Basta un semplice calcolo matematico: i senatori sono in tutto 321, quindi la maggioranza necessaria è di 161 voti. Al momento quelli che hanno firmato la proposta di legge sono 73, dando per scontato (come dovrebbe essere) che tutti i membri del M5S che non hanno ancora firmato (10 su 35) voterebbero a favore si arriva a 83. Ne mancano ancora 78. In pratica servirebbe l’appoggio quasi unanime dei senatori del Pd (sono 84 senatori democratici che ancora non si sono espressi).

cannabis-italiaTra questi 84 la maggior parte è composta dai cosiddetti “renziani di ferro”. Gli yes-man del capo. Mentre un altro nucleo è composto dai senatori cosiddetti “teo-dem”, cioè quelli più sensibili ai dettami della Chiesa Cattolica.

Ora, Renzi ha detto che la legalizzazione «non è all’ordine del giorno», mentre il Vaticano nel recente vertice Onu sulle droghe ha sostenuto le posizioni di Pakistan e Cina, mostrandosi ancora una volta contrario ad ogni apertura sul tema. Quindi quanto è razionale sperare che i senatori Pd voteranno compatti a favore? Ovviamente è una domanda retorica.

Inoltre l’esigua maggioranza che il governo mantiene al Senato si basa sul sostegno di Ncd, cioè il partito di Alfano, fiero difensore del proibizionismo. Crediamo che anche nella remota ipotesi in cui Renzi si decidesse ad appoggiare la legalizzazione lo farebbe pur sapendo che questa scelta sancirebbe la rottura con Alfano e quindi la fine del proprio governo? Non scherziamo.

L’attività dell’Intergruppo “Cannabis legale” non è stata inutile, sicuramente è servita per alimentare il dibattito sul tema e, se andrà bene, e alle prossime votazioni uscirà dai seggi una maggioranza a favore della riforma sulla cannabis, il prossimo governo potrà ritrovarsi con una proposta di legge pronta da approvare. Ma continuare a sostenere che l’Italia potrebbe diventare a breve il primo stato del G7 a legalizzare la cannabis per via parlamentare è una presa in giro. Non succederà.

cannabis-galera-repressione-war-on-drugsMentre i politici più in vista dell’Intergruppo rilasciano interviste e organizzano conferenze stampa, in Italia si continua ad essere incarcerati per la coltivazione di due piantine di erba per uso personale, e l’unico modo ammesso per fumare continua ad essere quello di finanziare le narco-mafie.

Una situazione che si potrebbe risolvere con una modifica normativa molto semplice. Che sicuramente potrebbe trovare meno barriere ideologiche. Basterebbe depenalizzare la coltivazione ad uso personale, spostando questa condotta da dove si trova attualmente (art. 73 del dpr 309, quello che elenca le condotte punite con il carcere) all’art. 75 (quello dove si trovano le condotte, come il consumo di droghe, che non sono considerate reati penali). Basterebbe una proposta di legge di una riga per permettere all’Italia di fare un passo verso i paesi più civili, ed evitare a migliaia di persone di finire in carcere o di salvarsi solo dopo enormi spese legali.

L’auspicio è quindi che dall’Intergruppo qualcuno decida di muovere un passo verso il mondo reale dei consumatori di canapa in Italia. Anziché continuare ad alimentare inutili speranze su una legalizzazione al momento impossibile, occupatevi innanzitutto di liberare i ragazzi dalle prigioni.



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