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Ddl Cannabis, le commissioni approvano la truffa: si deve ripartire da capo

commissioni parlamentari
Le Commissioni parlamentari

Era il 29 luglio 2015 quando il progetto di legge per la legalizzazione della cannabis a prima firma Roberto Giacchetti e supportato da oltre 200 parlamentari veniva depositato in Parlamento. 20 mesi più tardi, dopo numerose sedute nelle Commissioni, lo stucchevole spettacolo delle audizioni e il dibattito lampo alla Camera, siamo tornati praticamente al punto di partenza.

Le Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali hanno infatti stabilito la nomina di un “comitato ristretto” (con un paio di parlamentari delegati per ogni gruppo) che avrà il compito ricominciare la discussione dalla scelta del testo da portare all’esame.

Oltre al testo Giacchetti (a questo link i dettagli sulla proposta di legge) sono altre 11 le proposte di legge che propongono la revisione delle leggi sulla cannabis depositate in Parlamento e che erano state accantonate. Ora si riparte dalla scelta della legge da dibattere, e non è escluso che si proceda a fare una sintesi tra due o più delle proposte di legge depositate, cioè – in parte – a riprendere la scrittura stessa della proposta.

I tempi non dovrebbero essere lunghissimi, entro venerdì verrà nominato il comitato ristretto che nel giro di poche settimane dovrebbe presentare il testo in Commissione. Ma abbiamo ormai imparato che quando si parla di tempistiche parlamentari il condizionale è d’obbligo e l’ottimismo è vietato.

Oltretutto non è escluso che il Partito Democratico cercherà già nel comitato ristretto di scorporare la legge in due proposte distinte: una riguardante la sola cannabis terapeutica e una riguardante la legalizzazione vera e propria (come d’altra parte cercò di fare già nel luglio scorso senza riuscirci). Strategia che in caso di successo avrebbe l’ovvia conseguenza di affossare la legge sulla legalizzazione mandando avanti solo la legge sulla cannabis terapeutica.

Una volta ri-presentato il testo si ripartirà anche con la presentazione degli emendamenti che poi andranno votati uno per uno nelle Commissioni (la scorsa volta ne furono presentati quasi duemila!) prima che il testo possa passare al voto della Camera dei Deputati.

Secondo quanto dichiarato a Dolce Vita da fonti dello stesso intergruppo per la legalizzazione a questo punto l’obiettivo massimo raggiungibile è quello di riuscire a passare le Commissioni e portare il testo al voto della Camera. Ben sapendo che, anche in caso di (difficilissimo) voto favorevole non ci sarebbe il tempo materiale per sperare in una approvazione definitiva del testo da parte del Senato entro la fine della legislatura. In poche parole: per la legalizzazione della cannabis in Italia se ne riparlerà dopo il 2018.



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