Daniel Lumera: «L’egoismo è inutile»
Non solo ci rende brutte persone ma, lo dice la scienza, mina la nostra salute. Ne parliamo con Daniel Lumera, esperto di scienze del benessere, che ha appena fondato il movimento Italia Gentile
George Saunders è un quotato scrittore e saggista americano oggi sopra i sessanta. Una decina d’anni fa si distinse per una cosa che nessuno aveva mai fatto prima. Invitato dalla Syracuse University per il consueto discorso ai neolaureati, esortò gli studenti a basare la propria vita sulla gentilezza verso il prossimo invece che sull’ambizione personale. «Quando mi guardo indietro – disse – vedo che ho passato gran parte della vita offuscato da cose che mi spingevano ad accantonare la gentilezza. Cose come l’ansia. La paura. L’insicurezza. L’ambizione. La convinzione sbagliata che solo se fossi riuscito ad accumulare successo, soldi, fama a sufficienza le mie nevrosi sarebbero sparite». Invece, quelle avevano finito per fargli compagnia a lungo, perché la cura era tutt’altra.
Soprattutto negli ultimi anni, non si contano gli studi che dimostrano che la gentilezza risulta essere la strategia evolutiva migliore per vivere a lungo, in salute e felicemente. Essere generosi conviene e Daniel Lumera, esperto di scienze del benessere con all’attivo diversi libri sul tema, ha unito antichi saperi e prove scientifiche, per dare profondità alla testimonianza di Saunders e porre le basi di un nuovo movimento.
I libri scritti a quattro mani con la scienziata Immaculata De Vivo, La biologia della gentilezza e La lezione della farfalla, entrambi pubblicati in corso di pandemia da Mondadori, dimostrano come non sia il più forte sul piano fisico, mentale ed economico, ma il più gentile a essere maggiormente adatto al cambiamento e alla sopravvivenza su questo pianeta. Un cambio di prospettiva che nell’emergenza sanitaria ha trovato un eccezionale ripetitore: le esperienze del lockdown e del distanziamento sociale, infatti, hanno indotto in molte persone considerazioni esistenziali, riguardo al valore che diamo alle cose, la scala delle priorità, l’atteggiamento verso tutto ciò che riteniamo scontato. Una riflessione che per più di 200.000 italiani in tutto il mondo è sfociata nel movimento Italia Gentile. Ad oggi sono 35 i comuni che hanno sottoscritto il Manifesto di gentilezza, impegnandosi ad attivare rapidamente progetti nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri e nei parchi cittadini oltre a una rete di realtà profit e non profit che si sono impegnate per promuovere relazioni felici, alimentazione sana, meditazione, movimento fisico e contatto con la natura. «Il vero cambiamento – afferma Daniel Lumera – inizia sempre attraverso piccoli gesti: niente è più immenso del minuscolo seme di un pensiero gentile». Siamo andati con lui all’origine di questa rivoluzione.
BENESSERE OLTRE IL DNA
Uno dei torti più grandi che abbiamo fatto a Charles Darwin, padre della teoria dell’evoluzione, è stato quello di travisare il senso ultimo del suo pensiero, credendo che la selezione naturale favorisca il più forte o il più intelligente. Non è così. Dalla sua opera emerge che il più avvantaggiato è l’individuo che riesce a cambiare e ad adattarsi, sfruttando al meglio le risorse a sua disposizione. Questo grandissimo scienziato ci ha insegnato il valore del cambiamento, la possibilità che tutti noi abbiamo di migliorarci.
Fino a qualche anno fa non avevamo prove a sufficienza per misurare l’impatto degli stili di vita sul DNA e quindi sul benessere complessivo dell’individuo, ma oggi sappiamo che c’è molto che possiamo fare per proteggerci dalle malattie e allungare la nostra vita. Il benessere personale può essere determinato dal modo in cui decidiamo di prenderci cura di noi stessi e di relazionarci agli altri. Non solo alimentazione sana e attività fisica, da sempre alleate della longevità, ma anche meditazione, musica, contatto con la natura, altruismo, gentilezza.
ELOGIO DELLA GENTILEZZA
La gentilezza va ben oltre il significato comune di buona educazione. È un valore sociale di fondamentale importanza, che crea senso di appartenenza senza alcun bisogno di ricorrere a una comunicazione verbale violenta, di creare competizione o di farsi dei nemici, di far leva su istinti primari, paure e ferite emotive. Tutto ciò che facciamo in modo disinteressato, senza un tornaconto e col solo obiettivo di far stare bene qualcun altro è gentilezza. Può assumere varie sfumature, a volte è l’altruismo, altre la compassione, spesso l’empatia, la gratitudine. Tutte forme diverse di uno stesso sentimento di amore verso gli altri. Dai piccoli gesti alle grandi iniziative di solidarietà, la gentilezza è il modo migliore che abbiamo per entrare in relazione con gli altri, per risolvere problemi e realizzare obiettivi. La gentilezza, con tutte le sue declinazioni, si dimostra scientificamente valida come strumento di prevenzione, come supporto alle terapie, come veicolo di salute fisica e mentale.
GLI EFFETTI DEGLI ATTEGGIAMENTI POSITIVI SULLA NOSTRA SALUTE
Malattie croniche come il diabete, il cancro, le cardiopatie, i disturbi respiratori possono avere origine da predisposizioni genetiche, ma a contare sono anche i fattori ambientali, cioè le sostanze a cui volontariamente o no ci esponiamo e le scelte di vita che facciamo. Abitudini come il fumo, il consumo di alcol, la sedentarietà, la cattiva alimentazione, l’obesità contribuiscono ad accelerare e aggravare la morte cellulare, creando le premesse per la comparsa di malattie e l’invecchiamento precoce dell’organismo. Anche le condizioni psicologiche di un individuo possono avere un impatto significativo sulla sua salute e lo stress è tra i nemici più grandi. Non possiamo eliminare le cause dello stress, perché spesso non dipendono dalla nostra volontà, ma possiamo modificare il modo in cui rispondiamo a esso, attuando strategie che ci aiutino a rilassarci e a disinnescare i suoi meccanismi. Gli scienziati sostengono che atteggiamenti positivi come la gentilezza, l’ottimismo, l’altruismo, l’empatia, le buone relazioni sociali e familiari, l’apertura verso gli altri, la condivisione, la compassione siano tutti fattori potentissimi di riduzione dello stress. Uno straordinario filone di indagine che ci ha dato per la prima volta la prova scientifica che vivere in armonia con se stessi e con gli altri significa vivere più a lungo e in salute.
LA MEDITAZIONE COME MEDICINA ANTIEGOISMO
La pratica meditativa è una delle più forti tendenze nel campo delle scienze del benessere e della qualità della vita. In pochi anni si è diffusa esponenzialmente, insieme alla dieta sana e all’esercizio fisico. Il fenomeno è avvalorato da oltre ottomila studi scientifici pubblicati a oggi, la maggior parte dei quali su PubMed – il database di articoli biomedici della National Library of Medicine degli Stati Uniti – decuplicati negli ultimi diciannove anni. Senza voler sminuire gli effetti collaterali positivi che genera sulla salute fisica e mentale, il suo significato profondo, e cioè la ricerca e la realizzazione di sé, è stato messo un po’ in secondo piano da una sorta di mercificazione. In realtà la meditazione è una chiave evolutiva per la sopravvivenza stessa dell’uomo, che permette un’autentica rivoluzione interiore, capace di restituire significato e scopo alle nostre esistenze.
LA FELICITÀ, PER DAVVERO
Il concetto illusorio di felicità a cui siamo abituati in Occidente la concepisce come grado di soddisfazione, appagamento, piacere e percezione soggettiva di benessere sensoriale. Felicità è appagare il piacere sensoriale attraverso il fare o l’avere. La verità è che il marketing della felicità vende surrogati di benessere, euforia e soddisfazione sensoriale transitoria. La felicità è diventata l’illusione e la promessa di un destino favorevole in termini di ricchezza materiale.
Da stato naturale di piena consapevolezza, integrità, pienezza, gioia e coscienza del miracolo della vita, la felicità è stata declassata a obiettivo da raggiungere in base alla capacità di appagamento sensoriale e materiale. Il sistema economico attuale genera bisogni fittizi e superflui, per il soddisfacimento dei quali siamo disposti a dedicare il nostro prezioso tempo e la nostra intera vita. Permettiamo che ci venga venduta un’idea illusoria di felicità perché non ne conosciamo la reale natura e crediamo che dipenda dal fare, dall’avere e dall’apparire e non dalla consapevolezza dell’essere.
Ma come concludeva George Saunders nel suo famoso discorso, l’egoismo è inutile. Piuttosto: «Scoprite cosa vi rende più gentili, cosa vi libera e fa emergere la versione più affettuosa, generosa e impavida di voi stessi e cercatela come se non ci fosse niente di più importante.»