Viaggi e avventure

Fino in Sud America schivando la pandemia

Fino in Sud America schivando la pandemia
Paraguay

Da quando un ottimo investimento immobiliare più l’affitto di una casa di mia proprietà mi garantiscono delle entrate mensili, non ho mai smesso di coltivare la mia passione più grande, il viaggio. Dal 2008 non mi sono mai fermato e neanche la pandemia è riuscita bloccarmi. Molti mi chiedono: ma come fai in questo periodo? Semplice, rispondo, tengo sempre sott’occhio il sito di IATA per capire dove e come muovermi e parto. Checché ne dicano, viaggiare durante il Coronavirus si può e può rivelarsi un’esperienza straordinaria, basta mettere in conto qualche accortezza e grattacapo in più. Ma lasciate che vi racconti per bene.

Febbraio 2020. Quando è scoppiata la pandemia, ero a Beirut. Avevo raggiunto mio fratello, che era lì per lavoro, con l’idea di trascorrere due settimane in giro per il Libano prima di volare a Vancouver, in Canada, dove avevo ottenuto un visto lavoro-vacanza. L’aeroporto di Beirut chiuso per l’emergenza fino alla metà di luglio ha dettato però il cambio dei miei piani. D’altronde gli unici confini terrestri, Siria e Israele, erano chiusi per differenti motivi, e l’unico servizio via mare per la Turchia era sospeso. Così, “bloccato” in Libano, ne ho approfittato per fare delle ottime esperienze lavorative grazie alla piattaforma workaway (www.workaway.info), sia partecipando alla raccolta della frutta sia in guest house di montagna con migranti provenienti soprattutto da Siria, Kurdistan, Egitto e Palestina; ho incontrato persone fantastiche e mi sono confrontato con nuove culture riuscendo a capire meglio il difficile contesto socio-politico, economico e religioso di questo paese dove l’economia al collasso ha portato a una tensione fatta di proteste e violenze che non si vedevano dalla guerra civile degli anni Ottanta.

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Colombia

Agosto 2020. Il 3 agosto, solo 24 ore prima della bomba esplosa al porto di Beirut, ho preso un volo per Atene. Da lì mi sono imbarcato per Creta dove ho passato un mese fantastico facendo free camping prima di raggiungere una Santorini d’eccezione: zero turismo e prezzi bassi, un vero paradiso.

Settembre-Ottobre 2020. Dopo la Grecia sono rientrato in Italia, ma al primo sentore di nuovo lockdown sono ripartito; destinazione Malta. Dopo un paio di settimane sull’isola sono volato a Barcellona, direzione Andorra, per fare qualche trekking sui Pirenei. Da lì, con BlaBlaCar ho raggiunto San Sebastian nei Paesi Baschi, e attraversato tutto il nord della Spagna fino a Santiago de Compostela. Nel frattempo montava la famosa seconda ondata così ho proseguito la mia fuga verso la libertà spostandomi in Portogallo dove la situazione era, al tempo, molto più rilassata: niente obbligo di mascherina e ristoranti e locali aperti finché il 28 ottobre il paese ha deciso anch’esso per un lockdown. Quindi ho interrogato la pagina web più affidabile e attendibile riguardo normative, restrizioni e documenti necessari per entrare nei vari paesi, ovvero la pagina web di IATA (sito ufficiale dell’aviazione internazionale), scegliendo quella che sarebbe stata la mia tappa seguente tra i paesi aperti, senza neanche bisogno di test preventivi o all’arrivo, ovvero: Turchia, Mauritania, Tanzania, Repubblica Dominicana, Haiti, Messico e Brasile.

Novembre 2020. Da Lisbona i voli verso il Brasile sono frequenti ed economici, ecco perché ho comprato per 180 euro un biglietto di solo andata per Rio de Janeiro. Sono rimasto in Brasile un mese intero: paesaggio pazzesco, brasiliani sempre allegri e festaioli, pochissime restrizioni, zero turisti e prezzi bassi, anche grazie al cambio favorevole. Mi sono spostato tra Rio, Curitiba, Florianópolis e Cascade dell’Iguazú finché a un certo momento la conta dei contagi ha preso a peggiorare e Bolsonaro, per la prima volta, ha imposto un lockdown relativamente severo negli Stati più colpiti. Dopo aver fatto un test in una clinica privata a Foz de Iguazú, mi sono spostato in Paraguay dove non era in vigore quasi nessun tipo di restrizione. Trovandomi benissimo, sono rimasto lì tre mesi, il tempo necessario per innamorarmi di un paese autentico – è il meno visitato del Sudamerica insieme al Venezuela – quanto del suo popolo, che ha una cultura indigena molto forte.

Febbraio 2021. Il 4 febbraio, dopo 10 anni dall’ultima volta, con un nuovo test negativo in mano ho deciso di tornare nella mia amata Colombia con un volo Asunción-Panama city-Cartagena-San Andrés da 200 dollari. Dopo aver trascorso 10 giorni nella paradisiaca isola di San Andrés nel Mar dei Caraibi, mi trovo ora, nel momento in cui scrivo, sulla costa caraibica continentale colombiana dove nei prossimi giorni inizierò un bel trekking nella Sierra Nevada di Santa Marta.

Ad aprile andrò nella Repubblica Dominicana e a seguire in Messico. Almeno questo, al momento, è il piano. Certo è che, con pochissimi turisti in giro, mi sento depositario di un privilegio immenso. Inoltre, proprio per la scarsa domanda turistica internazionale, sto incontrando ovunque prezzi notevolmente più bassi della media e un servizio impeccabile, oltre a un’attenzione all’igiene che, specie in Sudamerica, non avevo mai riscontrato. Per chi come me non vuole smettere di viaggiare, è innegabile che questa pandemia sappia offrire anche innumerevoli vantaggi: il tempo è troppo prezioso per farsi “fottere” un anno o più.

Fino in Sud America schivando la pandemia
Caraibi

a cura di Stefano Lira
Dal 2008 viaggia ininterrottamente dopo aver conseguito una laurea in relazioni internazionali a Trento. Tutte le foto e i video dei suoi viaggi sono disponibili sul suo account instagram @stefano.lira



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