Dalla semina all’emergenza
Quest’anno la primavera si è fatta aspettare, e le semine in molte località sono state ritardate. Maggio è il mese migliore per la semina di molte varietà (se non si vogliono piante giganti, in questo caso prima si semina meglio è). A maggio le temperature sono miti, se non decisamente alte, ovunque, e la semina in questo mese assicurerà alle piante una pronta partenza ed un rapido accrescimento. Seminate comunque in vasetti singoli in luogo riparato da attacchi esterni: le piantine per i primi 15-20 giorni sono delicate. Potrete poi trapiantarle in piena terra o in un vaso più grande.
Il mio consiglio è di non mettere i semi nel cotone (lo sento dire ancora tante volte…), ma di immergerli in acqua tiepida demineralizzata per 24 ore e poi di interrarli in un terriccio leggero e fine (da semina) a 0,5-1 cm di profondità. Il terriccio è meglio sia già inzuppato di sola acqua, versata nel sottovaso perché sia assorbita per capillarità, lasciando una abbondante quantità di aria nel terreno, disponibile per un rapido accrescimento radicale.
Il seme di canapa per germinare ed uscire dal terreno ha bisogno di 88 gradi di calore: per determinare quanti gradi ha ricevuto il seme si può, grossolanamente, fare la somma delle temperature medie giornaliere (massima + minima : 2), oppure, con più precisione, calcolare la media giornaliera rilevando la temperatura ogni ora oppure ogni 5 minuti, e poi sommando le medie dei giorni passati dalla semina. Se le temperature diurne e notturne saranno sufficientemente elevate, la piantina avrà un buon vigore sin dall’inizio. Se fa freddo, oltre a rischiare che il seme marcisca rimanendo umido troppo a lungo, le piantine cresceranno stentate, e saranno più lente nel metabolismo. Le piantine appena nate hanno bisogno di pochissimo nutrimento, e se le radici si trovano in un medio poco fertilizzato saranno stimolate ad allungarsi per cercare nutrimento.
Le micorrize, se usate correttamente, potranno accelerare notevolmente la crescita radicale, base per l’accrescimento di tutta la pianta. Le micorrize (funghi che vivono in simbiosi con le radici delle piante scambiando nutrimenti e apportando azoto organico) hanno bisogno di carboidrati, e nutrimenti a base di zuccheri (melasse, borlande, prodotti di fermentazione degli amidi) saranno necessari per garantire il loro attecchimento sulle radici. Le micorrize aiutano anche a prevenire malattie fungine sulle radici, come phitium e fusarium (marciume radicale e marciume del colletto).
IRRIGAZIONE
All’inizio, come si è detto, conviene irrigare con sola acqua, e la somministrazione di fertilizzanti dovrà essere graduale, se non ci sono altre indicazioni, usate 1⁄4 della dose consigliata sulla confezione del fertilizzante usato, ed aumentate gradualmente con il crescere della pianta. La giovane piantina nei suoi primi stadi di vita richiede livelli relativamente elevati di fosforo, e relativamente bassi di azoto e potassio (i tre maggiori elementi richiesti): un fertilizzante per fine fioritura usato per la prima fertirrigazione sarà più indicato di uno per l’accrescimento vegetativo, questo da usarsi poi fino all’inizio della fioritura.
Negli ultimi tempi c’è stato un forte aumento nell’offerta di fitostimolanti: ormoni vegetali, acido umico, fulvico, enzimi, batteri benefici e/o competitivi verso quelli patogeni, proteine vegetali, acido aminolevulinico (ALA), estratti di piante officinali, preparati omeopatici, estratti di alghe, oltre a tutti i preparati di sintesi (sconsiglio l’uso di questi ultimi). Possono tutti essere utili, ma ricordate che un buon terreno, preparato a dovere e per tempo, contiene la maggior parte di questi composti, e che per la pianta è più traumatizzante un’overdose che una carenza. Se il vasetto con il seme è stato inzuppato d’acqua, fino ad alcuni giorni dopo l’emergenza del seme non sarà necessario irrigare nuovamente.
Se i vasi sono al sole o sotto una fonte di calore sarà utile coprirli con un foglio di pellicola trasparente fino all’emergenza, per evitare che si secchi lo strato superiore del terreno, dove si trova il seme. Controllate spesso (2 volte al giorno) e togliete immediatamente la pellicola appena notate la piantina uscire dal terreno.
All’inizio è più indicata una fonte di luce non troppo forte, i tubi fluorescenti (bianco freddo, da 4500 a 6000 gradi Kelvin) sono la miglior fonte di luce per i primi 15 giorni, anche perché hanno uno spettro di emissione abbastanza completo e non scaldano: andranno posizionate ad una distanza fra i 2 ed i 15 cm dalla cima delle giovani piante. Ma la luce del sole, se disponibile fin dall’inizio, è ineguagliabile. Se dovrete trasportare le piantine dalla luce artificiale in esterni, abituatele gradatamente agli ultravioletti per evitare ustioni alle foglie (diventano bianche).
Al momento del trapianto innaffiate con un fertilizzante ricco di fosforo (fioritura) per stimolare la radicazione. È importante che ci sia sempre aria fresca in circolazione e, se in ambiente chiuso, che sia cambiata con regolarità (ogni 5 minuti, o anche più spesso se l’ambiente contiene volumi di aria ridotti rispetto alle piante presenti) dopo i primi 15 giorni di crescita.
Non abbiate fretta…