Dalla performance al marmo tatuato: l’arte unica di Fabio Viale
Il marmo incute da sempre un certo timore, qualcosa che la tradizione ci ha imposto di rispettare celebrando, proprio attraverso questo materiale, luoghi di culto, imperatori, cimiteri e grandi battaglie. Le più celebri opere al mondo sono state infatti plasmate dal marmo, rese sinuose dal lavoro degli immensi maestri scultori come Canova, Michelangelo, Donatello o Bernini.
Fabio Viale, piemontese classe 1975, è un giovane scultore di grandissima tecnica e capace di modellare il marmo come i grandi del passato. Al centro dei suoi lavori c’è l’intenzione di rovesciare il consueto modo di guardare alle sculture marmoree, scacciando quell’aura di solennità e rendendo i soggetti sottili come la carta e morbidi come la gomma.
L’artista italiano si è guadagnato uno spazio davvero importante nel panorama internazionale anche grazie alla natura performativa dei suoi lavori: prima di lui nessuno aveva navigato su un’imbarcazione scolpita interamente nel marmo di Carrara. L’opera in questione è intitolata “Ahgalla” ed è una barca del peso di 200 kg spinta da un motore fuoribordo e fatta navigare prima sul Po e poi sul Tevere, davanti gli occhi increduli degli spettatori.
Altro lavoro spettacolare è il “Laocoonte” (2018), una replica della statua di Gruppo del Laocoonte con la superficie tatuata, vi è raffigurato l’Inferno di Dante che si trova all’interno della Basilica di San Petronio a Bologna. La tecnica del tatuaggio sul marmo è infatti qualcosa di mai visto fino ad ora, frutto dello studio di uno speciale inchiostro che permette di “tatuare sotto la pelle” le statue e non, come si potrebbe pensare, la sola superficie. Un lavoro che utilizza la medesima tecnica è “Souvenir David”, provocatorio e ironico rappresenta un’esasperazione dei simboli del presente, i tatuaggi sul volto, reinterpretati dal passato attraverso la scultura, in questo caso la replica del volto del David di Michelangelo.
Altra opera interessante, questa volta incentrata sul messaggio sociale, è “Lucky Ehi” una riproduzione della Pietà Vaticana dove tra le braccia della Vergine non vi è Cristo, ma il corpo di un migrante.
Legata ancora alla dimensione performativa vi è poi “Opera Rotas”, una replica in marmo di uno pneumatico dalle grandi dimensioni e dal peso di una tonnellata, spinto da Viale nel 2005 per le strade di Milano e Torino.
Tantissimi altri lavori hanno lasciato indubbiamente il segno, ricordiamo tra questi “Virgin” e “Souvenir Gioconda” la cui superficie del marmo è lavorata per apparire come polistirolo, migliaia di piccole semisfere conferiscono infatti l’effetto unico del materiale derivato dal petrolio.