Dai funghi l’alternativa sostenibile alla pelle animale
Negli ultimi anni sono cresciute le critiche e le preoccupazioni per l’inquinamento causato dalla lavorazione delle pelli, per le conseguenze sulla salute dei lavoratori nelle concerie e per il trattamento degli animali. Per questo nel tempo la ricerca di alternative sostenibili alla pelle animale ha preso piede con soluzioni di cui non abbiamo mancato di dare cronaca: c’è l’eco-pelle cresciuta in laboratorio, quella stampata in 3D, quella ricavata dagli scarti della lavorazione dell’ananas o quella di pesce derivata dagli scarti dell’industria alimentare o ancora quella proveniente dal cactus.
L’ultima riguarda i funghi, più specificatamente il micelio, la parte del fungo paragonabile alle radici (mentre quello che si mangia è il frutto), che a determinate temperature, livelli di umidità e altri fattori ambientali, produce delle fibre. Da qualche tempo viene utilizzato per creare plastica, materiale da imballaggio, carne vegetale, tessuti per vestiti, scarpe e borse. Alcuni laboratori stanno cercando di ricavare un materiale simile alla pelle ma più rapido da produrre e meno inquinante rispetto a quella ricavata dagli animali e a quella di origine sintetica, fatta spesso con la plastica.
Il cuoio di funghi è l’ultimo ritrovato nel campo dei biomateriali e promette di sostituire il cuoio animale imitandone resistenza e apparenza. Meglio addirittura dei materiali alternativi di origine plastica. Uno dei vantaggi di questo materiale è anche quello di essere colorabile con semplice tè grazie alla capacità colorante del tannino, rendendolo di fatto completamente biodegradabile.