10 cose da sapere per aprire un growshop
Quali sono le cose da sapere se si desidera aprire un growshop dedicato a prodotti a base di cannabis
Articolo aggiornato al 12-10-22
Come si fa ad aprire un growshop? Sempre più persone se lo chiedono, vogliose di entrare a far parte di un settore in continua espansione (oggi i growshop in Italia sono oltre 800). Per chiarire loro le idee abbiamo formulato questo vademecum, scritto grazie ai consigli dei gestori di alcuni dei canapai storici d’Italia. Buona lettura.
1. Quali procedure burocratiche occorre espletare prima di aprire?
Le procedure da assolvere sono tutte quelle richieste per l’apertura di un normale negozio, niente di più. Per prima cosa occorre fare la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) e aprire una partita Iva. Inoltre, nel caso si abbia l’intenzione di vendere anche alimenti a base di canapa occorre essere in regola con le norme e le autorizzazioni richieste per la somministrazione di prodotti alimentari preconfezionati.
2. Quali cautele e conoscenze legali occorre avere
Oltre alle normali nozioni relative alla normativa che regola gli esercizi commerciali (obbligo di esporre i prezzi, emissione degli scontrini fiscali, orario di apertura, ecc.) è molto importante essere ben informati riguardo alle leggi e alle sentenze che riguardano lo spauracchio legale che da sempre incombe sopra ogni growshop: l’accusa di istigazione all’uso e alla produzione di sostanze stupefacenti in base all’articolo 82 del dpr 309/90. Rispetto ad anni fa la situazione è oggettivamente migliorata. Nel 2008 ci fu una mega operazione di polizia che portò al sequestro dei semi di canapa in vendita e all’incriminazione di 70 commercianti accusati di questo reato, ma in sede processuale tutto è finito in una bolla di sapone. Ormai infondata è anche la paura che vendendo dei manuali di coltivazione si possa incappare in questa accusa. Tuttavia il quadro normativo, come sempre in fatto di canapa, anche dopo la legge n. 242 del 2016 rimane poco chiaro e per questo sottoposto alle altalenanti interpretazioni dei giudici: per questo è essenziale essere ben informati. Un’altra precauzione necessaria è quella di fare attenzione alla commercializzazione di prodotti acquistati da grossisti che operano sul mercato estero, spesso nei prodotti importati non è infatti presente l’etichettatura in lingua italiana, mentre ciò è obbligatorio per legge, ed in caso contrario si rischiano sequestri della merce e multe.
3. Come scegliere luogo e metratura del negozio?
Per quanto riguarda questo aspetto non esistono regole assolute da rispettare, ma solo alcuni consigli, la cui validità può cambiare da una città all’altra. In generale può essere raccomandabile non scegliere come sede del negozio zone a traffico limitato per evitare problemi per carico e scarico delle merci e naturalmente cercare un luogo che non abbia spese fisse troppo elevate. Per quanto riguarda la grandezza non esiste una regola, ma è bene scegliere una metratura che sarete in grado fin da subito di riempire a sufficienza. I negozi che risultano troppo grandi in confronto alla quantità di merce esposta non fanno una buona impressione sulla clientela. Un range di riferimento potrebbe essere dai 50 ai 100mq.
4. Qual è la clientela tipo di un growshop?
Fino a qualche anno fa i growshop erano posti frequentati innanzitutto da consumatori di cannabis e appassionati di coltivazione. Oggi non è più così. Una fetta sempre crescente della clientela è ormai formata da non fumatori e da persone attratte dai prodotti alimentari e tessili a base di canapa. Questo cambiamento della clientela è il prodotto di quel processo di “normalizzazione” della canapa che finalmente sta avvenendo anche in Italia. Si tratta di una tendenza importante da conoscere anche per pianificare lo spazio dedicato all’interno del negozio per i vari tipi di prodotti e la simbologia comunicativa da attuare, a cominciare dal nome scelto per il negozio.
5. Quali prodotti si vendono maggiormente nei growshop al giorno d’oggi?
Di pari passo con il tipo di clientela anche la varietà dei prodotti richiesti si sta ampliando. Naturalmente i semi e l’oggettistica per la coltivazione e per fumare rappresentano ancora il core business di ogni growshop, ma l’importanza e la richiesta di altri tipi di merce a base di canapa continua a crescere, rappresentando fette sempre più importanti. Come per tutti gli altri settori commerciali anche quello dei canapai risente dei periodi stagionali e delle mode del momento: per esempio in prossimità del natale aumenta sensibilmente la richiesta di cosmetici e prodotti alimentari. In linea generale è importante sapere che la richiesta di alimenti a base di canapa (olio, farine, pasta, ecc) è notevolmente aumentata negli ultimi anni, di pari passo con la maggiore consapevolezza nei confronti delle proprietà nutritive della canapa.
6. Conviene fare pubblicità? E nel caso, come e dove farla?
Il caro e vecchio passaparola è sicuramente importante, ma la pubblicità è essenziale, specie nella fase di lancio del negozio ma non solo. È molto importante scegliere la giusta modalità. Molti gestori di growshop ci hanno confermato di prediligere due settori: la stampa e il web. Per quanto riguarda la stampa cartacea il consiglio è quello di privilegiare le testate di settore (dove si ha la ragionevole certezza che la propria inserzione sia avvistata da potenziali clienti) e i quotidiani e le riviste locali (di modo da farsi conoscere a persone che vivono nelle vicinanze del negozio). Per quanto riguarda la pubblicità sul web, anche in questo caso vengono preferite le testate web che trattano i temi della canapa oppure le campagne “pay per click”.
7. È Meglio un growshop solo fisico o è meglio fare anche vendita online?
Il commercio online è sempre più sviluppato in ogni settore, e naturalmente questo vale anche per il settore della canapa. Ma questo non significa che aprire uno shop online sia sempre vantaggioso. Per allestire un e-commerce che funzioni occorre infatti investire molte energie e studiare le migliori strategie per essere ben indicizzati nei motori di ricerca, oppure avvalersi di consulenze esterne di specialisti. Inoltre su internet la guerra dei prezzi è spietata, e quindi il margine di guadagno su ogni prodotto venduto è notevolmente inferiore alla vendita fisica. Per questo l’avventura nel commercio in rete va attentamente ponderata e, se intrapresa, deve essere supportata da un congruo investimento.
8. Come scegliere i rifornitori per il proprio negozio?
Con l’espansione del settore dei growshop sono naturalmente aumentati di numero anche i distributori tra i quali scegliere i propri fornitori di fiducia. Mapparli non vi sarà difficile, il più delle volte saranno loro a presentarsi a voi. Scegliere quali preferire invece è meno semplice. Si potrebbe essere portati a pensare che a parità di prodotto la scelta debba ricadere su quello più economico, ma il prezzo non è tutto. Anzi, il consiglio è quello di informarsi bene sui servizi accessori. Alcuni particolari fanno infatti la differenza, tra questi non sottovalutate i seguenti: politiche verso i resi, possibilità di effettuare pagamenti dilazionati, corsi di formazione sui prodotti, aggiornamenti sulle novità tramite cataloghi e newsletter. Una volta analizzati questi punti, in caso siate ancora in dubbio tra più fornitori è consigliabile far ricadere la scelta su quello con la sede più vicina al vostro punto vendita: è probabile che possiate così ottenere un servizio più veloce e curato ed inoltre abbasserete l’impatto ambientale del vostro commercio.
9. È necessario avere una buona base di conoscenze sul mondo della canapa?
A questo punto avete una buona infarinatura di base per capire se e come dar vita al vostro canapaio. Ma tutto ciò che avete letto non basta perché dovrete investire anche su voi stessi: la conoscenza del mondo della canapa è essenziale per diventare buon gestore di growshop. Quello in cui vi apprestate a entrare, non bisogna dimenticarlo, è un mondo ancora investito da un alone di avversione e scetticismo, vittima di decenni di disinformazione alimentata ad arte. I gestori dei growshop sono un’avanguardia sul territorio: è a voi che i cittadini interessati a saperne di più chiederanno informazioni, mentre i nemici della canapa sorveglieranno ogni vostra mossa. Il gestore di un growshop deve saper fornire informazioni giuste agli avventori, e allo stesso tempo essere un commerciante modello: i buoni comportamenti e le buone pratiche sono essenziali per contribuire alla normalizzazione della canapa e, allo stesso tempo, alla buona riuscita del vostro commercio.
10. Il punto più importante: non solo commercio
Ma non è tutto: manca ancora l’ultimo ingrediente, quello essenziale. Prima di aprire un growshop dovete avere la consapevolezza che quello che vi apprestate a fare è un atto politico, nel senso più alto del termine. Ogni cosa che farete, anche il semplice alzare la saracinesca alla mattina, sarà un atto di forte valenza simbolica. Il settore dei growshop marcia di pari passo con quello dell’antiproibizionismo e i nemici della canapa saranno anche i vostri nemici. Se si ignora questo semplice assunto si rischia di fare un pessimo servizio alla causa della liberazione della canapa e quindi, di conseguenza, anche alla vostra attività commerciale.
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