Da Londra al tetto del mondo
Il 2015 è stato l’anno di svolta per il Grime, che ha visto finalmente la sua consacrazione nel panorama musicale internazionale. A Londra gli esponenti di una scena musicale per anni rimasta underground si sono ritrovati gli occhi del mondo puntati addosso da un giorno all’altro, e si sono fatti trovare pronti per fare il grande salto. Il momento in cui il Grime ha fatto questo salto ha una data ben precisa: era il 25 febbraio del 2015, il giorno dei Brit Awards, in cui sua maestà Kanye West ha deciso di stupire il mondo per l’ennesima volta presentando in anteprima il suo nuovo singolo All Day accompagnato sul palco da alcuni dei nomi più in vista della scena inglese e da alcuni dei suoi più recenti collaboratori tutti in look total black.
Da quel momento in poi per gli esponenti del genere è cambiato tutto, dato che il mondo pretendeva di sapere chi erano quei ragazzi vestiti di nero con Mr. West sul più importante palcoscenico britannico. Tra di loro era presente una vecchia gloria del grime: Skepta, che è senza alcun dubbio il personaggio centrale di questa storia. Quel giorno era l’unico veterano presente sul palco, e ha fatto da congiunzione tra la prima ondata Grime e la seconda, e a questo punto per capire meglio bisogna fare un salto indietro e tornare alle origini del fenomeno per poi poter approfondire la sua figura come nei racconti televisivi di Carlo Lucarelli.
Kanye West con Skepta e tanti altri in total black ai Brit Awards 2015
Le origini pirata
Il primo errore da non commettere è confondere il grime come un qualsiasi sottogenere Hip Hop: per capire subito la differenza, bisogna innanzitutto tenere presente che il grime non nasce con del rappato sopra. Stabilire una data di nascita è alquanto difficile ma possiamo dire che è attorno al 2001/2002 che stazioni radio pirata come Rinse FM iniziano a passare nei loro programmi questo genere che ancora non aveva un nome definito. Se all’anagrafe il funzionario ha trovato delle difficoltà per quanto riguarda nome e data di nascita, almeno il luogo era ben chiaro, Londra, e anche la madre si sapeva già chi fosse: la musica garage. Inizialmente il grime fu considerato infatti una versione più dark del garage, ed era difficile immaginare che in realtà non era il garage che deviava dalle sue origini house ma un genere nuovo che prendeva vita e cercava una sua identità. Se la madre è la musica garage il padre è indubbiamente Wiley, che possiamo considerare colui che ha dato al grime la forma che oggi noi tutti conosciamo. Uno dei primi nomi con cui viene chiamato il genere (eskibeat), infatti, è ispirato ad Eskimo, un riddim che spopolò a tal punto da creare una delle definizioni per l’intero genere musicale.
Il riddim “Eskimo”
Il fatto che le strumentali vengano chiamate riddim rende l’idea di quanto la cultura Jamaicana abbia influito su questo genere. Inizialmente gli mcees durante le serate rappavano le loro barre sopra queste strumentali tra i 130 e 140 bpm esattamente come nel garage, in una maniera che trova le proprie origini culturali più nella dancehall che nel rap. A Wiley quella dimensione di vocalist durante le serate e i rave non bastava e fondata la Roll Deep Crew inizia ad imporsi pesantemente nella scena underground, nei club e nelle radio pirata fino al suo album di debutto Treddin’ on thin ice per XL Recordings nel 2004 che contiene il singolo “Wot do u call it?” dove si interroga su come debba essere chiamato il genere musicale.
La prima ondata
Poco prima di Wiley, nell’agosto del 2003, debutta il suo compagno di crew e di etichetta Dizzee Rascal con Boy in da corner, che addirittura porta il grime in classifica. Questo album d’esordio, premiato con una serie di importanti riconoscimenti, è da considerare come il primo classico di questo nuovo genere musicale. Il fermento attorno al grime in quel momento è enorme, Wiley ha gettato le basi e Dizzee Rascal ha fatto da apripista per tantissimi altri artisti come Kano, Lethal Blizzle, Tinie Tempah e Skepta con la sua crew Better Boy Know. Nel giro di qualche anno il grime si fa notare anche oltreoceano e l’album Maths + English di Dizzee esce anche sul mercato statunitense per la Def Jux.
“I Lov U” di Dizzee Rascal
Cambio di direzione
Nel frattempo qualcosa è cambiato, il raggiungimento della fama da parte dei giovani turchi del grime fa perdere molti degli elementi che contraddistinguevano il genere ai suoi albori, in favore di tendenze più house ed electro. Basta ascoltare la hit di Wiley “Wearing my rolex” o leggere la lista dei produttori in Method to the maadness di Kano per rendersene conto. È in questo periodo che si afferma la figura di Tinie Tempah che abbandona le origini grime in favore di sonorità più pop o comunque legate ad altri generi che gli fanno raggiungere la fama a livello internazionale; per un po’ di tempo l’interesse attorno al grime puro si è affievolito, e molti degli esponenti, abbandonato il suono e la cultura tipicamente grime puntano alla consacrazione internazionale vertendo su modelli e su un lifestyle più statunitensi. Nella scena underground quel suono continua a girare per le strade, nei cellulari dei ragazzi di periferia che continuano a sfidarsi sopra i riddim in attesa che qualcosa succeda.
“Pass Out” di Tinie Tempah
Ritorno alle origini
Nel 2014 qualcosa cambia, e questo cambiamento ancor prima di avvenire all’interno della scena grime avviene nella testa di Skepta, al secolo Joseph Junior Adenuga. Nel marzo del 2014 esce “That’s not me“, brano in cui Skepta (in compagnia del fratello e compagno di crew JME) torna al suono grime più grezzo e manifesta una presa di coscienza: nelle sue parole si avverte infatti un senso di rigetto verso uno stile di vita mondano e i capi firmati. Da quel momento Skepta diventa inarrestabile, fa uscire Shutdown che demarca ancora di più la sua posizione. L’hype attorno all’album di prossima uscita Konnichiwa è enorme e addirittura Drake, che seguiva la scena grime da tempi non sospetti gli fa i props, inizia ad usare lo slang londinese sui social, si fa tatuare il logo della Boy Better Know, e arriva addirittura a firmare per la label nel 2016: è una reazione a catena inarrestabile.
“That’s Not Me” dei due fratelli Adenuga
Il resto della scena non sta a guardare, così nel 2014 vediamo l’esordio e l’ascesa a livello internazionale del giovanissimo Novelist, nonché quella di Stormzy che è il vero protagonista assieme a Skepta della rinascita del grime. Il ragazzo classe 93 al microfono è una macchina da guerra, su Youtube la sua serie di freestyle “WickedSkengMan” diventa virale, è un’escalation continua fino all’uscita di Shut up, che da freestyle in un parcheggio sulla strumentale di XTC “Functions on the low” arriva a diventare un singolo che tocca le posizioni più alte delle chart inglesi e gli fa portare a casa un MOBO Award. Insomma, i pirati sono tornati, ma con un arsenale molto più pericoloso in loro possesso e capitanati da Skepta girano tutta Europa e non solo rilasciando interviste nelle quali mettono in chiaro i loro intenti belligeranti, fieri di ciò che rappresentano e questa volta non disposti ad alcun compromesso.
Grime globale
La febbre del grime contagia tutti e i tentativi di emulazione sono svariati in ogni parte del globo. In Giappone una nicchia di artisti grime esisteva già precedentemente ma nel gennaio 2016 Elijah & Skilliam vanno a Tokyo, raccolgono gli mcees più validi e li mettono insieme in una compilation “Japanese Grime Allstars” come già fecero nell’anno precedente, ma questa volta del progetto ne parlano tutti i siti che vogliono stare sul pezzo. Ovviamente il grime non atterra soltanto nella terra del Sol levante, ma si è coperta di più strati ed è andata a colonizzare anche la Russia: su Youtube i video delle battle sono seguitissimi e dimostrano il tentativo di importare non solo le sonorità, ma anche la cultura nata tra le strade di Londra.
“Champions League”, l’ultimo video di Rasty Kilo e Stabber
E in Italia? Nel nostro paese siamo sempre stati in ritardo per quanto riguarda le novità musicali. Soltanto ora, ad esempio, assistiamo al trionfo definitivo della trap e del drill che negli States spopolano già dal 2010, quando un allora sconosciuto Lex Luger durante delle smokin’ session infinite dà vita a hit come Hard in the paint di Waka Flocka Flame e BMF di Rick Ross e Styles P. Quindi quanto passerà prima che l’ondata grime arrivi anche a noi? Probabilmente molto meno, infatti l’mc romano Rasty Kilo, affiliato alla Machete, ha colto la palla al balzo prima che lo facessero gli altri e in coppia con Stabber si è reso il portavoce del grime in Italia. I segnali ci sono tutti, non a caso abbiamo visto negli scorsi mesi a Milano i live di Skepta, di Novelist e del veterano D Double E. Questa volta l’influenza arriva da un paese troppo vicino a noi e dove vivono tantissimi nostri connazionali per non diventare un fenomeno anche qui in poco tempo.