Da Berlusconi e Alfano alla cannabis: ex politico di destra investe sulla canapa italiana
E’ stato il sotto segretario di Stato alle politiche agricole del governo Letta, del governo Renzi, e infine del governo Gentiloni, nonostante sia stato un berlusconiano di lungo corso tra le fila di Forza Italia prima, del Popolo della Libertà poi, per chiudere la carriera politica nelle fila del Nuovo Centrodestra di Alfano ed evitare di ricandidarsi alle elezioni del 2018. Ha comunque fatto in tempo a partecipare attivamente alla discussione della legge sulla canapa che è stata poi approvata a fine 2016.
Segno che sicuramente è un uomo che si sa adattare alle circostanze che cambiano. Al punto che, nonostante tutto farebbe presagire il contrario, è uno dei primi politici, o ex politici italiani ad investire direttamente nella canapa. E non parliamo di noccioline, visto che si tratta di un progetto internazionale che vede l’ormai ex politico di lungo corso Giuseppe Castiglione come Ceo di XHemplar e il figlio maggiore Andrea in qualità di presidente, per un’azienda partecipata al 30% dalla canadese CROP Infrastructure Corp., che si è impegnata a fornire un investimento iniziale di 500mila euro per consentire la costruzione del progetto, l’ammodernamento dell’impianto di estrazione e l’inizio della costruzione di una serra e l’avviamento delle coltivazioni outdoor. Secondo l’azienda canadese a giugno sono stati seminati 10 ettari a canapa nel nord-est dell’Italia per ottenerne cannabis light ad alto valore di CBD.
Classe ’63, le prime esperienze politiche le muove come giovane consigliere regionale di Bronte, la città siciliana dove è nato, per la Democrazia Cristiana. Viene poi eletto all’Assemblea Regionale Siciliana con la lista del CDU di Buttiglione, diventa assessore regionale all’Industria della Regione Siciliana nella giunta Provenzano di centrodestra (1996-1998), aderisce all’Udeur nel 1998 e nel 2000 a Forza Italia, partito con il quale diventa vicepresidente della Regione Siciliana e assessore regionale all’Agricoltura nella I Giunta Cuffaro, fino al 2004. Eletto come parlamentare europeo nel 2004 tornerà più tardi in Sicilia dove viene proclamato presidente della Provincia di Catania il 18 giugno 2008. Nel 2009 viene nominato coordinatore regionale del PdL in Sicilia, ma nel 2012 rassegna le dimissioni da presidente della Provincia di Catania per potersi candidare alle elezioni politiche del 2013 dove è eletto alla Camera nella lista del Pdl. Poi le varie esperienze come sottosegretario all’agricoltura citate prima.
Non è difficile capire perché degli investitori canadesi abbiano deciso di puntare su di lui: politico di lungo corso con contatti e conoscenze, ha lavorato per anni in Sicilia come assessore, vicepresidente della regione e presidente della provincia di Catania, addirittura è stato sottosegretario al ministero delle Politiche agricole, entrando nella stanza dei bottoni dove vengono prese le decisioni più importanti, proprio nel settore in cui oggi si trova a fare l’imprenditore.
Quello che è difficile capire è come mai, un imprenditore da sempre di destra e fervente cattolico, abbia scelto di puntare su una pianta che viene demonizzata tanto dai cattolici, quando dal centrodestra, schieramento politico che ha sempre descritto la pianta come l’origine di ogni male.
“Mi dedicherò alle start up agricole e alla dimensione mediterranea della Sicilia”, aveva dichiarato in una delle ultime interviste rilasciate nel gennaio 2018, dove tra le altre cose spiegava che Alfano: “Era l’unico leader che poteva dare un’anima al progetto dei moderati e dei popolari uniti, con autorevolezza e visione strategica”.
Quello che si era dimenticato di dire è che la start up agricola avrebbe coltivato canapa, tra l’altro nel nord est d’Italia e non in Sicilia, e così lo diciamo noi, ai nostri lettori e ai suoi elettori, che forse, prima di rivotarlo nel caso dovesse candidarsi di nuovo, ci penseranno due volte.