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CRLN // 10 Blue Questions

rapper femmina


Pochi giorni fa siamo stati negli studi della Macro Beats Records per parlare con Crln, che è l’artista del mese su MTV Music grazie al suo primo progetto prodotto da Macro Marco, con il supporto nella composizione di  producer come  Gheesa, polistrumentisti come Ulisse Minati e Mirko Onofrio (Brunori SAS), bassisti come Roberto Dragonetti (Le Forze del Bene di Ghemon) ed il “golden boy” dell’elettronica italiana Yakamoto Kotzuga. Tutto questo ha creato un sfumatura nel quadro della black music italiana molto interessante.


Raccontaci chi sei. Quando ti sei innamorata per la prima volta della musica?

Vorrei nascondere il mio passato, ma la verità è che sono cresciuta con due genitori che ascoltavano molto pop, diciamo quello che passava in radio lo ascoltavo anch’io. Da Pino Daniele a Fabio Concato, però io da piccola non ero molto legata alla musica infatti i miei decisero d’iscrivermi a danza classica che non mi piaceva per niente! Un giorno ho detto basta: presi la chitarra classica e da quel momento mi sono dedicata interamente solo alla musica. Ascoltando molto Rock.

Quando è arrivato il passaggio da ascoltatore a compositore? C’è stato un episodio in particolare che ricordi?

Mi è sempre piaciuto cantare: da ragazza mi vergognavo! Non lo sapeva quasi nessuno, però alle superiori avevo un gruppo di amici che ascoltavano “power metal”!! pensa te! Mi sentivo a mio agio e quindi alle prove nel classico garage impugnavo il microfono. Per me era un’emozione enorme ogni volta, anche quando cambiai gruppo eseguendo molte cover dei Joy Division, suonando il basso.

Qui hai avuto anche la prima esperienza in studio di registrazione?
Registrammo il nostro primo EP e quattro anni fa avevo persino i capelli colorati. Con me suonava anche Schiele della Glory Hole Records. Qui ho iniziato a fare anche i miei primi featuring con i rapper.



 

Da qui in poi che è successo ? Come sei arrivata nella Macro Beats Records?

Ho avuto un periodo di pausa fino a quando non mi hanno regalato un ukulele al mio compleanno e ripresi a fare musica per me. Inizia a postare delle cover su Instagram e su Youtube come quella di Fall In Love dei Slum Village. Poi ho avuto la fortuna di conoscere Macro Marco e per me è cambiato tutto.
Ho trovato me stessa con una nuova chimica creativa in nuova famiglia.

Un Artista a cui ti ispiri?

Ti rispondo subito con i Daughter o i The xxx, ma ultimamente mi rispecchio molto in Alina Baraz.

Sfida! Ti sfido, l’alter ego del tuo EP?

Non credo esista, sarà per il fatto che le produzioni sono di altre persone: ci siamo fusi insieme tutti creando un nuovo sound.

Com’è stato lavorare spalla a spalla in studio con Macro Marco e gli altri?

Lavorare con loro, da Gheesa a Ulisse Minati e Mirko Onofrio (Brunori SAS), da Roberto Dragonetti (Le Forze del Bene di Ghemon) e Macro Marco fino a Yakamoto Kotzuga è stata un’esperienza creativa straordinaria. Più teste fanno un buon progetto, che è durato più di quattro mesi e in cui ogni pezzo è venuto da sé senza forzature.


 


 

Il brano che ti rispecchia di più? Ed il disco che ti ha ispirato di più durante la composizione?

«Distanze» è sicuramente il pezzo che mi rispecchia in tutto, spesso a casa la risuono per me anche solo con la chitarra. Mentre il disco di Bonobo – The North Borders è quello che ho assimilato di più in quel periodo.

Cosa dovremmo aspettarci dai tuoi live?

Beh, tutta l’energia che ho dentro nei miei modi: saremo io e la mia chitarra elettrica accompagnate da Alberto Brutti che è un polistrumentalista membro dei John Garage, un gruppo elettronico sperimentale.

Donaci una Track Of The Day…

Barney Artist – Painting Feat Rick David prodotta da Alfa Mist, dal suo mixtape: Painting Sounds.
Se non sbaglio è la traccia numero 8.


 

 

Stefano Nappa



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