Crescono le terre gestite dai popoli indigeni
I popoli indigeni e le comunità locali del mondo stanno lentamente tornando in possesso delle loro terre e oggi occupano l’11% dei territori a livello globale
Dal 2015 al 2020 l’area delle terre legalmente riconosciute ai popoli indigeni è aumentata dell’11%.
Lo rivela il nuovo rapporto di Rights and Resources che sottolinea la bontà del risultato considerata la scarsa assistenza dei governi su questo fronte.
Potenzialmente, infatti, se le leggi già esistenti in favore delle comunità indigene venissero fatte rispettare fino in fondo si potrebbe arrivare a riservare loro un’area grande due volte il Perù.
Le popolazioni appartenenti alle comunità indigene, afro-discendenti e locali contano fino a 2,5 miliardi di abitanti e detengono e utilizzano abitualmente solo il 50% delle terre.
Un impegno dei governi in tal senso gioverebbe anche sul fronte degli sforzi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici: un numero crescente di ricerche mette in relazione diretta i diritti di proprietà indigena con tassi più bassi di deforestazione e prevenzione degli incendi boschivi.
“La scienza dimostra che quando le nostre comunità godono di forti diritti e tutele sulle nostre terre ancestrali, proteggono gli ecosistemi naturali meglio di chiunque altro. I nostri diritti devono essere al centro degli sforzi globali per proteggere il clima e la biodiversità della Terra“, ha dichiarato Gam Shimray, leader indigeno Naga e segretario generale dell’Asia Indigenous Peoples Pact (AIPP).