Covid: la verità sulle cure
Alcuni li hanno definiti guru dei no-vax, altri direttamente stregoni. Abbiamo intervistato i medici di IppocrateOrg, negli ultimi due anni al centro della polemica per la loro visione alternativa sul Covid e sulle sue cure
Per raccontare di IppocrateOrg bisogna tornare a due anni fa quando sembrava che non ci fossero terapie per il Covid e il tasso di mortalità e ospedalizzazioni era davvero impressionante. In quel frangente, in sordina, c’erano dei medici che gratuitamente, spesso attraverso una pagina Facebook, rispondevano alle richieste di aiuto dei pazienti, dando indicazioni sulle cure. Secondo i dati comunicati dall’associazione, dall’inizio dell’emergenza sanitaria sarebbero stati circa 70mila i pazienti seguiti e curati, mentre i decessi non avrebbero superato la ventina.
Forte di questa esperienza, IppocrateOrg ha deciso di aprire i suoi ambulatori in tutta Italia con l’obiettivo di continuare a occuparsi di Covid, ma non solo. I medici che aderiscono alla rete si dedicano infatti a tutte le patologie, ma con un approccio orientato alla prevenzione primaria, che significa innanzitutto guardare allo stile di vita che conduciamo e modificarlo con abitudini differenti per limitare i fattori di rischio. Andando ad agire sull’alimentazione e l’attività fisica, per esempio, l’incidenza di malattie come il cancro, il diabete, l’ipertensione e l’obesità, diminuirebbe drasticamente. Questa strategia di IppocrateOrg ovviamente non sostituisce i classici strumenti di prevenzione che tutti conosciamo, ma gioca d’anticipo.
Su di voi ne sono state dette di ogni tipo, cosa c’è di vero?
I media generalisti ci hanno, in principio e a lungo, ignorati. Il primo messaggio inviato a media e Istituzioni dal fondatore, Mauro Rango, nel marzo del 2020, riportava la testimonianza di ciò che stava osservando a Rodrigues, indicava le terapie adottate con successo sull’isola, ma non ottenne alcuna risposta: zero interesse dimostrato, mentre l’Italia sperimentava il lockdown e sfilavano i camion militari con le persone decedute in Lombardia. Stesso disinteresse, salvo rare eccezioni, quando si iniziò a riportare i casi di pazienti curati a domicilio, con farmaci in commercio e in uso da anni. Improvvisamente, nel settembre 2021, quando medici e ricercatori di IppocrateOrg parteciparono al primo International Covid Summit a Roma, presso il Senato della Repubblica, i media hanno deciso di dare risalto alla loro esistenza e hanno iniziato a occuparsene. Ma, anziché interessarsi e approfondire l’attività di IppocrateOrg, verificando i dati, hanno azionato la macchina del fango, riempiendo le prime pagine o l’apertura di notiziari e talk show con definizioni, insinuazioni e accuse davvero vergognosi: “I medici che curano il Covid con lo zenzero e la liquirizia”, “I guru delle false cure”, “Gli stregoni che usano l’antiparassitario per cavalli”… Un altro momento in cui i media si sono particolarmente dedicati ad IppocrateOrg risale alla fine dell’anno scorso quando, con un video sui social dell’associazione, il presidente Rango annunciava la chiusura del servizio di assistenza. Chiusura (durata circa un mese) dovuta al numero di medici sospesi che rendeva impossibile garantire la presa in carico, in tempi brevi, dei pazienti che contattavano il Servizio Assistenza 999. Molte testate che hanno riportato la notizia del video titolavano: “IppocrateOrg sospende il servizio di assistenza: le cure non funzionano!”. Tralasciando gli inviti a Mauro Rango a intervenire a trasmissioni televisive nelle quali veniva etichettato con il sottopancia: “guru dei no-vax”.
Cosa invece non è mai stato detto?
Che il modello di gestione del Covid che abbiamo adottato, caratterizzato dalla formazione e dal confronto continuo fra i medici, si è rivelato vincente. Motivo per cui crediamo che tale modalità debba caratterizzare l’attività dei professionisti della sanità.
A quali altre consapevolezze vi ha portato la vostra esperienza con il Covid?
Abbiamo toccato con mano gli effetti di una comunicazione fortemente ansiogena, fatta di un’informazione monotematica, priva di un serio confronto, anzi, con le voci discordanti rispetto alla narrazione ufficiale, screditate o zittite, caratterizzata da ossessionanti bollettini relativi ai numeri dei contagi e dei decessi e, soprattutto, dall’affermazione che non vi era alcuna cura. Nell’arco di questi due anni, abbiamo constatato che, più che una pandemia, quello che abbiamo vissuto è stata una sindemia, ovvero: coloro che incorrevano in gravi conseguenze, se infettate da Covid 19, erano persone che già soffrivano di obesità, diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie; abbiamo, nel contempo, acquisito consapevolezza della scarsa cultura in tema di prevenzione e delle molte interferenze dall’industria farmaceutica su una reale cultura del benessere. Più in generale, diciamo che questi anni di emergenza sanitaria e la sua gestione hanno messo in luce le falle del sistema sanitario; il costo dei tagli alla sanità e delle ingerenze di interessi terzi rispetto alla relazione di cura.
Oggi che non siamo più in un regime di emergenza come sarebbe opportuno procedere, secondo voi? Riteniamo che il virus, nel suo progressivo adattamento all’ambiente, si stia rapidamente avviando verso il banale raffreddore. Oggi i casi che si presentano hanno sintomatologia molto attenuata, se non assente. La durata del decorso è molto breve. Le persone che, negli ultimi mesi, si sono rivolte al nostro centro di assistenza, non hanno, in nessun caso, necessitato di ricovero. Il nostro consiglio, in caso di sintomi, soprattutto se presente comorbilità serie, resta comunque quello di rivolgersi a un nostro medico.
Vi considerate degli outsider della medicina?
Crediamo che nel sistema vigente manchi l’educazione al benessere. Vi è, inoltre, un’eccessiva specializzazione nell’approccio al paziente, il quale, invece di essere considerato in una visione globale, quale essere umano unico e irripetibile, viene considerato parzialmente, limitatamente alla sfera della sua patologia. Non solo, come abbiamo potuto osservare durante l’emergenza sanitaria, si ricorre spesso all’applicazione di protocolli e direttive calati dall’alto, senza la ricerca di cure efficaci. A tutto ciò vanno aggiunti i tagli operati alla sanità negli ultimi anni e i troppi interessi in gioco. Più che un’alternativa, IppocrateOrg rappresenta una sanità complementare al sistema sanitario. Siccome abbiamo registrato grosse falle, soprattutto a livello territoriale, abbiamo deciso di strutturarci sul territorio e aprire i Centri di Medicina di Scopo.
Come si accede agli ambulatori territoriali?
La richiesta di assegnazione a un medico di un ambulatorio “ippocratico” avverrà tramite il sito dell’Associazione: ippocrateorg.org alla sezione “Centri di Medicina di Scopo”. Sarà sufficiente compilare un modulo e inoltrarlo per essere rapidamente richiamati. Ad oggi sono attivi tre ambulatori in Lombardia, a Milano Centro, a San Donato Milanese e a Rovato, oltre a quelli in Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Trentino Alto Adige. Per la fine dell’anno arriveremo a coprire le altre regioni d’Italia e la Svizzera. Sono a tutti gli effetti degli ambulatori privati e il servizio è a pagamento, ma a prezzi contenuti, inoltre, sono previste delle iniziative per dare la possibilità di accedervi anche a persone in situazione di disagio economico.
A cura di Livia Mordenti