Salute, ambiente e nessun esercito: il Costa Rica sta diventando il posto migliore del mondo
Anche per il 2016 il Costa Rica continua la sua corsa con le rinnovabili. Grazie all’idroelettrico che fa la parte del leone, al vento e all’energia geotermica, il paese ha prodotto oltre il 96% della sua energia da fonti non fossili dal 1 Gennaio ad oggi.
Per la precisione, di circa 5,050 GWh di elettricità generata nei primi sei mesi dell’anno, il 69% è arrivato dall’idroelettrico, il 13% dal geotermico e il 12% dal vento. Il resto è sole e biomasse.
A Giugno il 100% dell’energia è arrivato dalle rinnovabili. A Luglio il 100% dell’energia è arrivato dalle rinnovabili. Ad Agosto il 100% dell’energia è arrivato dalle rinnovabili. In totale da fine Maggio ad oggi, siamo a 113 giorni consecutivi di elettricità solo dalle rinnovabili.
Chi l’avrebbe mai detto? Questo piccolo paradiso del turismo è diventato pioniere dell’energia non fossile grazie ad investimenti lungimiranti, ad una classe politica volenterosa e alla voglia di guardare avanti. Certo, la sua posizione geografica, il fatto di non essere densamente abitata, l’abbondanza di acqua e di sistemi idroelettrici aiutano molto, ma il punto è che lo si è voluto, e che l’infrastruttura non è arrivata dal cielo.
I primi impianti idroelettrici arrivano qui all’inizio del 1900, ma investimenti e progetti a scala maggiore arrivarono alla metà del secolo. Nel 1949 venne istituito l’Instituto Costarricense de Electricidad che gestisce tutte le dighe pubbliche del paese. Dal 1989 ci sono anche i privati.
Nel 2015 generarono il 99% dell’elettricità dalle rinnovabili, con 285 giorni di soli sole, vento ed idroelettrico. Di questi giorni 75 sono stati consecutivi. Quest’anno vogliono fare ancora meglio.
L’obiettivo a cinque anni, per una nazione di circa 5 milioni di persone è di liberarsi completamente di petrolio e gas. Entro il 2021 vogliono essere “carbon neutral”, cioè emettere tanta CO2 quanta la propria natura ne può assorbire.
E vogliono fare questo con sistemi di trasporto elettrici e/o ibridi, con l’incentivo per i veicoli non alimentati da idrocarburi, per esempio biocarburanti, e con una tassa, detta C-neutral, sugli impianti turistici che devono certificare di essere appunto carbon neutral. Cioè possono emettere tanta CO2 quanto ne assorbono oppure devono pagare una tassa.
L’ostacolo maggiore sono ovviamente le automobili. In questo momento gli autobus sono tutti o quasi a diesel. Ma il governo cerca di svoltare: la maggior parte dei nuovi veicoli sono tutti ibridi o elettrici.
Altri fattori aiutano il Costa Rica: l’essere la quarta più piovosa del mondo, il fatto di non avere grandi industrie impattanti. Sopratutto l’eliminazione dell’esercito – decisa nel 1948 – venne prevista con una clausola: i soldi risparmiati dovevano essere usati per salute, istruzione e ambiente. Niente soldi ai miliari, e investimenti invece per programmi sociali e di utilità pubblica.
L’hanno fatto veramente e questi sono i risultati.
Articolo tratto dal blog ufficiale di Maria Rita D’Orsogna