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Coppa d’Italia cannabica 2024: il ritorno di un mito

Dopo 10 edizioni (dal 2007 al 2017), nel periodo più oscurantista, e diversi anni di pausa è tornata a grande richiesta la più amata, acclamata, e imitata competizione cannabica italiana

Coppa d'Italia cannabica 2024: il ritorno di un mitoErano gli anni della Fini-Giovanardi quando un manipolo di Cannapionieri sfidò le pericolose leggi proibizioniste di allora (ricordiamo che la pena prevedeva da 2 a 15 anni di reclusione), riuscendo ad organizzare un evento che è rimasto nella storia e nel cuore dei più anziani e conosciuti grower dell’epoca. 

La coppa d’Italia cannabica riuscì a catalizzare l’attenzione di tutta l’Europa – e non solo – poiché ebbe il plauso sia degli esperti di settore sia di molti dei più famosi e ricercati breeder.

A grande richiesta alcuni storici grower e breeder hanno voluto ritrovarsi in un periodo altrettanto oscuro per la tolleranza sulla cannabis nel paese italico, per far vedere che lo zoccolo duro dei coltivatori indipendenti ancora non demorde e vuole come allora compiere un atto di libertà sfidando le leggi proibizioniste che opprimono la sua normalizzazione.

È stata una sorta di edizione “zero” per ritrovarsi a Bologna e ripartire con ancora più slancio per il futuro.

«Ce lo chiedevano da tanto tempo», racconta a Dolce Vita uno dei Cannapionieri (una costola di Overgrow, Enjoint e ICMag, i forum allora più conosciuti tra Italia ed Europa), «e questo era il momento giusto, non solo per gli scenari politici, per ritornare con un evento del genere»

«C’erano solo 15 competitor e 20 giudici. È stata un’edizione ‘zero’ perché la numero uno la dedicheremo a Franco. Abbiamo appositamente rifiutato una decina di competitor perché non volevamo che si allargasse troppo, oltre al fatto che è sempre molto complesso organizzarne una» (anche dal punto di vista economico, senza scopo di lucro e a carico degli organizzatori, ndr). 

«Ci hanno contatto in tanti perché nelle edizioni passate è stata la coppa più amata e acclamata, la più pura di tutti i tempi e anche la più invidiata. Il prossimo anno cercheremo di fare meglio»

Una sola categoria che comprendeva sia indoor e outdoor che femminizzate e autofiorenti, che ha visto come primo classificato Leo Bizz con una Grape Grass, coltivata in indoor con concimazione minerale. Al secondo posto invece Carlitos Green con una Kush Mintz coltivata in indoor ma con concime organico e al terzo Growadream con una Mystica autofiorente, anch’essa coltivata indoor con concime organico. 

«La vittoria è sempre una bella cosa», sottolinea Leo Bizz spiegando che: «Però in questo momento stiamo perdendo tutti. Non si vede uno spiraglio in fondo al tunnel del proibizionismo, anche se altri Paesi stanno aprendo, come la Germania, noi siamo sempre più chiusi, circondati da politici che farneticano teorie antiscientifiche. A Bologna abbiamo respirato un momento di tranquillità ed è stato molto positivo ed entusiasmante».

«L’ottima cosa è che, dopo 9 anni, siamo riusciti ad organizzarla», è l’opinione di Carlitos Green. «Aver fatto questa è un bel traguardo, sia per il ritorno dell’evento in sé, sia per non aver avuto problemi durante l’evento. Il livello dell’erba era superiore alle mie aspettative e questo mi rende ancora più contento».

A Carlitos fa eco Growadream: «È stata una cosa inaspettata, sia per la coppa in sé, che per il mio terzo posto. Alto il livello dei partecipanti, in una coppa particolare, con una categoria unica per autofiorenti e femminizzate. È stata una bella prova generale dopo una lunga pausa, un ottimo primo passo visto che in Italia mancava da tanti anni e sono contento per il mio terzo posto con un’autofiorente che si è battuta bene anche con le femminizzate: soddisfazione doppia!».



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