Controsensi made in Usa: mentre si parla di legalizzazione, in 20 scontano l’ergastolo
A portare il tema all’attenzione dell’opinione pubblica è stata la campagna in favore di Jeff Mizanskey, 61enne del Missouri che da 20 anni sconta l’ergastolo per detenzione di marijuana. Il figlio di Jeff da sempre vede il padre solo attraverso il vetro di protezione della sala colloqui del carcere, e la sua lettera al governatore Nixon ha commosso l’america, tanto che in favore del padre è ora attiva una petizione su change.org (con oltre 378 mila firme) ed anche una campagna su Twitter attraverso l’hashtag #FreeJeff.
“ESCONO ASSASSINI E STUPRATORI, MA MIO PADRE NO”. Il caso di Jeff Mizanskey ha dell’assurdo, disoccupato e consumatore di cannabis si dedicava talvolta al piccolo spaccio, ma non ha mai commesso reati violenti. Per due volte venne arrestato per possesso di marijuana, la prima volta nel 1984 quando vendette un grammo ad un ragazzo rivelatosi poi un informatore della polizia, la seconda quando nel 1991 durante un fermo stradale venne trovato in possesso di 2 once di marijuana (circa 57 grammi). L’ultima nel 1994 quando cadde ancora una volta nel tranello di un presunto amico, che invece informò la polizia sul fatto che deteneva 5chili di marijuana in casa. Dopo questo ultimo fermo è stato condannato all’ergastolo che sta scontando da 20 anni, senza nessuna possibilità di sconto di pena anche se in carcere si sta dimostrando un detenuto modello. Nel frattempo, afferma il figlio nella lettera, “ha visto essere rimessi in libertà suoi compagni di cella condannati per strupro, rapina, omicidio, ma per mio padre non è prevista una data di scarcerazione. Per possesso di marijuana dovrà morire in carcere”.
“TRE COLPI E SEI FUORI”. Negli Usa sono almeno venti i casi certificati di condanna all’ergastolo per detenzione di cannabis e per sensibilizzare l’opinione pubblica su di loro esiste una campagna su internet attraverso il sito “lifeforpot.org“. Tutti loro, compreso Jeff Mizanskey, sono stati condannati a causa di una legge attiva in 23 stati americani denominata, con un termine preso in prestito dal gergo del baseball, “three strikes you’re out” (tre colpi e sei fuori). Secondo questa legge, approvata in molti stati sull’onda della retorica securitaria della “tolleranza zero” degli anni ’90, alla terza volta che si viene tratti in arresto per uno stesso reato si viene considerati “detenuti incalliti” senza possibilità di recupero, e quindi condannati all’ergastolo. Se in alcuni stati questa severissima legge sulla recidiva è prevista solo per i crimini violenti, in altri stati come Missouri e California, è prevista anche per la detenzione di droga.