Continuano le indagini…e gli arresti
Pochi giorni prima dello scorso Natale, poco prima di andare in stampa, sono stati eseguiti alcuni arresti nell’ambito di un’indagine sulle Smart Drugs. Come ogni volta avviene in Italia, tutto è stato preventivamente sequestrato per poi essere successivamente analizzato. Quello che di norma succede in questi casi è che viene preso proprio tutto, comprese l’immondizia e oggetti e cose che non hanno nulla a che vedere con le indagini.
Sono stati coinvolti grossisti e negozianti che si erano riforniti dai primi, anche di articoli di genere completamente estraneo alle indagini. La cosa preoccupante, oltre ad essere un filone di indagini di origine “politica” chiaramente mirate a cancellare e vietare queste sostanze, ivi compreso l’intero settore economico e commerciale, è che sembra essersi instaurato un pericoloso tarlo nell’opinione di qualcuno che l’antiproibizionismo possa costituire un’aggravante di non si sa quale preciso reato. Questo significherebbe, in poche parole, che se un gestore di un’attività commerciale di questo settore fosse malauguratamente anche antiproibizionista (cosa che nel 90% dei casi è la realtà dei fatti), perché mosso dalla propria passione o convinzione personale, diventa passibile di aggravanti a sfondo antiproibizionista… C’è altro da aggiungere?
Maurizio Birocchi
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