La raccolta firme per lanciare il referendum per abolire la caccia ha superato le 382.000 adesioni, avvicinandosi sempre più all’obiettivo delle 500.000 firme necessarie per raggiungere il quorum e proseguire nell’iter referendario. Il tempo a disposizione per firmare si concluderà il venti ottobre, ma per aderire non sarà obbligatorio recarsi ai banchetti nella propria città ma basterà anche una firma online alla pagina https://www.referendumsiaboliamolacaccia.it/. Il referendum, lanciato dal comitato Si Aboliamo la Caccia, mira all’abrogazione parziale della legge 157 del 1992, “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, che pone l’attuale disciplina per la protezione degli animali selvatici, introducendo alcune deroghe per permettere la caccia.
Se la raccolta firme dovesse raggiungere l’obiettivo per il quorum, i cittadini sarebbero chiamati a esprimersi sull’abrogazione di diversi articoli della legge, come per esempio l’articolo uno comma secondo, che consente l’attività venatoria, o diversi commi dell’articolo quattro o cinque che consentono l’utilizzo dei richiami vivi, e ancora l’articolo otto che riguarda il comitato tecnico faunistico. Obiettivo dei Si Aboliamo la Caccia è inoltre l’introduzione di un articolo ventuno, che seguirebbe gli articoli dal 12 a 19, modificati per spiegare con esattezza in cosa consista la caccia, e disporrebbe “È vietata a chiunque l’attività venatoria”, articolo che sancirebbe definitivamente la messa al bando della caccia in Italia. “Il nostro testo è stato accuratamente studiato per ottenere concretamente l’obiettivo di cancellare la pratica cruenta e violenta della caccia” hanno affermato i rappresentati del comitato, “Se si raggiungesse il quorum, la legge 157 tornerebbe alla sua vera natura cioè quello della tutela della fauna selvatica e vieterebbe la caccia in ogni dove ed in maniera totale costringendo le amministrazioni a trovare soluzioni “ecologiche” cioè naturali e senza uccisioni nella gestione degli animali selvatici”.
L’iniziativa dei Si Aboliamo la Caccia nasce da ragioni non solo di natura etica ma anche ambientali. Secondo gli attivisti del gruppo l’attività venatoria aumenterebbe l’inquinamento da piombo a causa dei centinaia di migliaia di bossoli lasciati incustoditi sul terreno ogni anno, e sarebbe inoltre una minaccia per la biodiversità locale, rappresentando una minaccia per alcune specie animali e per gli ecosistemi più vulnerabili.
Sebbene manchino ancora 118.000 firme, il Comitato sembra fiducioso di poter raggiungere le 500.000 firme, puntando anzi alle 700.000 per avere maggiore sicurezza sulle firme eventualmente rese nulle. “La caccia è discussa da anni” hanno affermato i promotori, “Sono stati tanti i tentativi di presentare in Parlamento alcune modifiche ai troppi privilegi riservati solo ai cacciatori, evidenziando, nel tempo, sempre una maggiore presa di coscienza tra la popolazione e soprattutto tra i giovani, del rifiuto della caccia e della violenza nei confronti degli animali”.