Gli estratti di cannabis, noti anche come concentrati, sono prodotti attraverso l’estrazione dei tricomi, le ghiandole resinose della pianta, che contengono alti livelli di cannabinoidi e terpeni.
I tricomi e la resina in essi contenuta vengono separati dal materiale vegetale tramite un’estrazione meccanica, nel caso ad esempio del dry sift o del water hash, oppure chimica, come nel caso del wax e del BHO. Questi prodotti possono assumere diverse forme: come shatter, wax, rosin, budder, crumble e distillati, ciascuno con caratteristiche uniche.
Ecco i motivi principali per cui i consumatori oggi scelgono gli estratti:
- Alta potenza: gli estratti sono noti per contenere concentrazioni elevate di cannabinoidi e terpeni, spesso superiori all’60-80%, offrendo un’esperienza intensa e veloce, che si presta particolarmente allo stile di vita frenetico di molti consumatori moderni.
- Purezza: il processo di estrazione, se effettuato correttamente, rimuove gran parte del materiale vegetale, risultando in un concentrato privo di contaminanti e ricco dei principi attivi e composti aromatici che ci interessano.
- Versatilità: gli estratti possono essere consumati discretamente in vari modi, come dab rig, vaporizzatori portatili, penne per concentrati ma anche preparazioni edibili, in quanto spesso il concentrato risulta già decarbossilato e quindi di facile assorbimento per il nostro metabolismo.
LA RELAZIONE FRA PUNTO DI COMBUSTIONE E GUSTO
I terpeni sono composti aromatici presenti naturalmente nelle piante di cannabis, in parte responsabili del suo caratteristico aroma e sapore. Oltre al loro contributo sensoriale, i terpeni giocano un ruolo cruciale nel modulare gli effetti dei cannabinoidi, un fenomeno noto come “effetto entourage”. La corretta vaporizzazione degli estratti consente di conservare questi terpeni, garantendo non solo un’esperienza gustativa superiore ma anche effetti più completi.
La combustione ad una temperatura troppo elevata causa la rapida degradazione di questi composti e impedisce di apprezzarne a pieno gli aromi e gli effetti.
I diversi terpeni racchiusi nel nostro concentrato sono sensibili a diverse temperature, per questo dovremmo sfruttare con attenzione la funzione di regolazione della temperatura di cui la maggior parte dei moderni vaporizzatori e dab rig è dotata. Iniziando a testare la vaporizzazione a temperature più basse ci si accorge facilmente di quanto l’aroma ed il gusto vengano preservati in maniera più nitida, rendendo l’esperienza più piacevole ed efficace.
QUANDO VAPORIZZARE I TERPENI PRINCIPALI?
È importante raggiungere il punto di ebollizione del terpene in questione, senza però superare di troppo il punto di combustione, superato questo infatti i terpeni vengono “bruciati” e si degradano in sottoprodotti indesiderati e potenzialmente tossici.
- Mircene: questo terpene è noto per il suo aroma terroso e muschiato ed è associato a effetti rilassanti e sedativi. Vaporizzare il mircene a temperature più basse, intorno ai 166-175°C, ne preserva il profilo aromatico e gli effetti.
- Limonene: con il suo aroma fresco e agrumato, il limonene è associato a un miglioramento dell’umore e a effetti energizzanti. Vaporizzando a temperature intorno ai 174-177°C si possono apprezzare appieno i suoi aromi.
- Pinene: conosciuto per il suo balsamico profumo di pino, il pinene ha proprietà antinfiammatorie e può migliorare la memoria e fungere da stimolante. Vaporizzarlo a basse temperature 155-160°C è essenziale.
- Cariofillene: questo terpene ha un aroma speziato e pepato ed è unico per la sua capacità di interagire direttamente con i recettori cannabinoidi. È consigliabile vaporizzare il cariofillene tra i 120-140°C.
La vaporizzazione è quindi considerata il metodo più efficace e sicuro per il consumo di estratti di cannabis, in quanto consente di riscaldare i concentrati a temperature sufficientemente elevate da rilasciare cannabinoidi e terpeni, ma senza raggiungere il punto di combustione. Questo riduce drasticamente l’assunzione di sostanze nocive, come il catrame e il monossido di carbonio, risultanti dalla combustione.
QUALI SONO QUINDI I BENEFICI DELLA VAPORIZZAZIONE?
- Riduzione dei rischi per la salute: evitando la combustione, la vaporizzazione riduce l’esposizione a sostanze tossiche e cancerogene, rendendola un’opzione più sicura per i polmoni e le vie respiratorie, specialmente nei soggetti sensibili.
- Migliore conservazione dei terpeni: poiché i terpeni sono sensibili al calore, la possibilità di controllare con precisione la temperatura del vaporizzatore consente di preservare l’aroma e il gusto degli estratti, offrendo un’esperienza sensoriale completa.
- Anonimità e discrezione: i vaporizzatori ci consentono un consumo discreto, anche in pubblico, senza attirare attenzioni indesiderate o disturbare i non consumatori, ricordiamoci però che l’aroma distintivo della cannabis resta tale, anche quando vaporizziamo.
CONSIGLI PRATICI PER UN’ESPERIENZA OTTIMALE
Infine, per ottenere il massimo dai tuoi estratti di cannabis, è importante seguire alcune buone pratiche:
- Pulizia regolare: pulire il vaporizzatore dopo ogni uso è essenziale per mantenere la qualità del vapore e prevenire l’accumulo di residui che possono influire sulla qualità dell’esperienza e sull’efficienza del dispositivo.
- Impostazione della temperatura: inizia con temperature più basse per preservare i terpeni, quindi aumenta gradualmente per vaporizzare i cannabinoidi. Questo ti permette di sfruttare al meglio ogni carica.
- Conservazione degli estratti: conserva gli estratti in un luogo fresco, idealmente refrigerato e asciutto, lontano dalla luce diretta e dall’aria, per preservare la potenza e l’integrità.
Con la vaporizzazione, gli estratti di cannabis rivelano tutto il loro potenziale. Un controllo preciso della temperatura permette di preservare i terpeni e di vivere un’esperienza più pura e salutare.
A cura di Simone Busin