Negli ultimi anni una nuova parola è entrata nel nostro vocabolario: FOMO. Si tratta di un acronimo che sta per Fear Of Missing Out, che tradotto significa “paura di perdersi qualcosa”. Una fobia scoppiata con la nostra acclarata simbiosi con i social network che ci insinuano il sospetto che dobbiamo restare connessi per non restare indietro, per rimanere continuamente in contatto con le attività che fanno le altre persone per non essere esclusi da un qualsiasi evento o contesto sociale. Una servitù volontaria alla nevrosi.
A portarci fin qui, scrive Mazzocco in “Cronofagia“, è stato il capitalismo e la sua propulsione al consumo e alla produttività. È stato lui a mangiarsi il nostro tempo libero, a cancellare l’ozio dalle nostre attività. L’ipercapitalismo, diversamente da noi, non guadagna nulla nel lasciarci il tempo per la noia e la contemplazione. Ma il valore del tempo, nel prossimo futuro, dovrà “essere messo al centro della politica, delle decisioni sul welfare, della pianificazione urbana e dell’organizzazione del lavoro” e questo saggio pubblicato da D editore, da leggere con la giusta lentezza, ci aiuta a capire perché.