Come resistere alla mania di migliorarsi
Il ritmo della nostra vita è in costante accelerazione. Per stare al passo, dobbiamo perennemente muoverci e adattarci, rincorrendo il successo a ogni costo. O, almeno, così ci dicono. Ma la vita in corsia di sorpasso esige il pagamento di un pedaggio: i livelli di stress e depressione non sono mai stati così alti, mentre le nostre interazioni sociali sono sempre più opportunistiche.
Un esempio? Le innovazioni tecnologiche dovrebbero, in teoria, liberare del tempo – per fare due passi con i nostri figli, un corso di ceramica o discutere di politica; ma alla fine accade il contrario se il tempo che abbiamo liberato (per esempio, da compiti di routine o da operazioni da catena di montaggio, che oggi sono automatizzate o delocalizzate nei paesi in via di sviluppo) viene impiegato per nuovi progetti o per riempire un’agenda già piena.
In “Contro il self-help” il brillante bestseller del 2014 di Svend Brinkmann, ora pubblicato in Italia da Raffaello Cortina (pp. 175, euro 15), si dà voce alla controtendenza, viene proposta un’alternativa alla cultura dello sviluppo. In poche parole, il libro non parla di come migliorarsi, ma di come restare saldamente al proprio posto; non insegna a trovare se stessi, ma a vivere con se stessi.
«È comparsa una pletora di coach, terapeuti, esperti dello sviluppo di sé e consulenti del pensiero positivo per aiutarci a gestire il cambiamento e la transizione tipici della cultura dell’accelerazione. La mia tesi è che invece dovremmo trarre ispirazione dall’antica filosofia degli stoici, in particolare dalla loro insistenza sull’autocontrollo, sulla serenità, sulla dignità, sul senso del dovere, e dalla loro riflessione sulla finitezza della vita. Tali virtù generano un senso di realizzazione di sé molto più profondo».
Il filosofo e psicologo danese sostiene con forza che non dovremmo aver paura di rifiutare il mantra dell’autoaiuto, dell’autorealizzazione e il bisogno di dire “sì!” a qualsiasi cosa, e ci esorta a imparare a stare fermi dove siamo – e magari, col tempo, anche a trovare, così, il nostro equilibrio.