Coltivazione domestica: iniziato il voto in Commissione
A due anni dall’invio del percorso della legge sulla coltivazione domestica, che renderebbe legale l’autoproduzione di cannabis, sono iniziate le votazioni degli emendamenti in Commissione giustizia.
Sono stati votati i primi 13, riuscendo ad evitare che gli emendamenti pregiudiziali proposti dalla destra affossassero la proposta.
“Durante le votazioni siamo riusciti a bocciare i primi emendamenti soppressivi presentati dalla Lega che miravano a boicottare la proposta di legge. Purtroppo per loro, non ci sono riusciti, dimostrando che una maggioranza in questa commissione esiste”, ha sottolineato Riccardo Magi, presidente di Più Europa e primo firmatario della legge.
Il percorso è ancora lungo. Come ci aveva anticipato il presidente della Commissione giustizia Mario Perantoni, deputato del M5S, la previsione, una volta esaurita la votazione, è quella di calendarizzare il disegno di legge alla Camera entro giugno.
COLTIVAZIONE DOMESTICA: BISOGNA ACCELERARE
Nei giorni successivi Meglio Legale aveva organizzato un flash mob davanti a Montecitorio per sottolineare i tempi stretti e la necessità di accelerare. Anche perché il problema vero, qualora la proposta di legge proseguisse spedita, si potrebbe verificare al Senato, dove i numeri dei parlamentari potrebbero non essere sufficienti.
“Questo è un alibi che ognuno si dà per non fare la propria parte”, aveva spiegato Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale, sottolineando che: “Chi è in Commissione giustizia segua i lavori della commissione, chi è in aula, idem. Poi al Senato, si vedrà”.
“Sappiamo come funziona il Parlamento: si fanno degli accordi, se c’è la volontà politica. Sta tutto in questo “se”. perché quando la volontà c’è, si lavora anche di notte bruciando i tempi, quando non c’è, succedono cose come questa. Allora se non c’è questa volontà, che i politici ci dicano che non sono disposti ad assumersi questa responsabilità, o dire chiaramente che non sono d’accordo. Non ha senso illudere le persone con false speranze. Stiamo semplicemente chiedendo una riforma della giustizia, che non rappresenta una rivoluzione, ma soltanto un piccolo passo”.