Coltivare canapa: quando i sogni si infrangono contro l’ignoranza delle forze dell’ordine

Ultimamente siamo abituati a sentire di giovani italiani, che migrano in altri paesi per realizzare i propri sogni, soprattutto quando si parla di Cannabis. Da circa un anno però, nel nostro paese si è affermata pian piano un nuovo tipo di filiera, che ha aperto il mercato al commercio delle infiorescenze di canapa con un contenuto di principio attivo THC entro i limiti di legge.
Ed è proprio grazie a questa nuova legge che due ragazzi italo-austrialiani, hanno deciso di investire tempo e risorse in questo nuovo aspetto del “Cannabusiness”. Due ragazzi di Tricesimo un piccolo comune alle porte di Udine, che pur avendo la possibilità di emigrare all’estero per lavorare, hanno deciso di provare a realizzare il loro sogno, coltivare canapa certificata per venderne le infiorescenze, puntando tutto sulla qualità del loro prodotto.
Conobbi Liam e Patrick circa un anno fa, così banalmente, ci scambiammo un paio di messaggi sui principali social network; Liam il più grande dei due, mi chiese delucidazioni riguardo alle pubblicazioni di DolceVita sul tema della liceità della coltivazione di alcune varietà di canapa provenienti da sementi certificati a livello europeo, lo reindirizzai subito alla rivista, rimanendo a disposizione per qualsiasi informazione gli servisse.
Dopo qualche tempo mi avvisarono che avevano deciso finalmente di cimentarsi in questa nuova avventura, dal nome accattivante e che faceva ben sperare “Hemperor Flower”. Un’ottima iniziativa pensai, tra me e me, orgoglioso del fatto che una rivista indipendente come DolceVita, potesse incoraggiare i giovani ad investire nel proprio futuro ed a rimanere nel nostro paese. I ragazzi di Hemperor Flower iniziarono così, a coltivare un appezzamento di terreno incolto, adiacente alla loro abitazione, utilizzando delle sementi di Carmagnola, con annessa certificazione, acquistabili liberamente.

Dopo aver effettuato una dichiarazione presso le forze dell’ordine in cui informavano quest’ultime che stavano accingendosi alla semina di varietà di canapa certificate per legge e prive di effetti psicotropi, i due fratelli hanno creato un canale Instagram, dove postavano quotidianamente le foto del loro lavoro, raggiungendo in breve tempo, numerosi followers: dai coetanei increduli fino ai veri e propri professionisti del settore.
Iniziarono sin da subito a sperimentare due tecniche diverse di coltivazione, dividendo letteralmente il campo in due parti: da una lato la classica tecnica di coltivazione della canapa, filari paralleli e fitti tra loro, mentre dall’altra parte, dopo aver selezionato accuratamente determinati fenotipi, iniziarono a cimentarsi in un metodo di coltivazione particolare che richiede più spazio, chiamato LST (Low Stress Training). Quest’ultimo metodo di coltivazione, ha insospettito le forze dell’ordine, che a settembre, durante il primo raccolto si sono presentate nel campo, in borghese, ed hanno informato i proprietari dell’indagine in corso, pur avendo appurato la liceità dei semi, come indicato dalle certificazioni fornitegli dai ragazzi di Hemperor Flower.
Ma le forze dell’ordine avevano già le loro fantomatiche teorie: i due fratelli avrebbero seminato della cannabis ad alto contenuto di THC in una parte del campo, (quella coltivata con il metodo LST) dopo aver dichiarato, mesi prima, di coltivare canapa industriale; così facendo avrebbero sviato i sospetti su di loro, per poi cimentarsi, tramite i social network nel trovare dei possibili acquirenti.
Seguendo questa teoria, in totale assenza di anche un solo straccio di prova, le forze dell’ordine hanno sequestrato l’intero raccolto ed estirpato fisicamente metà campo (220 piante per un peso netto di 140 kg di materiale vegetale ). Norma prevista dalla legge nel caso in cui i due imputati fossero indagati per “coltivazione di sostanze stupefacenti”. Eppure potevano agire diversamente, di fatto, molti precedenti come questo, si sono risolti con il prelievo di alcuni campioni per successive analisi; una misura molto meno drastica di quella adottata in questo specifico caso, anche considerando il fatto che i due indagati non avevano precedenti penali.
Liam e Patrick ora sono indagati dalla Questura di Udine, nei cui locali sono stati trattenuti per svariate ore, mentre i poliziotti avanzavano fantomatiche ipotesi, senza prestare alcun credito alle ragioni dei due indagati che ribadivano la loro estraneità al reato contestatogli.
Ad oggi, ci raccontano i ragazzi, «siamo in attesa di notizie dalla questura sulle analisi sul prodotto sequestrato. Abbiamo vissuto una drammatica esperienza, che crea non poco disagio anche alla nostra famiglia, siamo stati additati dai giornali locali come degli spacciatori, ma siamo due semplici ragazzi appena diplomati, che volevano aprire una partita IVA ed avviare un’impresa, rispettando le leggi di questo Paese. Ci ritroviamo in balia dei tempi incerti della burocrazia, attendendo con ansia da più di due settimane i referti delle analisi di laboratorio sulle piante di canapa sequestrate».
Attualmente Hemperor Flower è diventato un sogno infrantosi contro legge. Ai ragazzi rimane ancora metà campo coltivato in maniera tradizionale, mentre si trovano nel bel mezzo di un vuoto istituzionale in cui sono stati gettati dalle forze dell’ordine. Una persecuzione che li ha spaventati al punto che ora non si azzardano neanche lontanamente a raccogliere le infiorescenze di canapa rimaste, ormai più che mature, lasciandole così marcire sul campo insieme ai loro progetti per il futuro.