Coltiva risparmiando l’ultima frontiera dell’illuminazione indoor
Per quanto l’illuminazione artificiale sia sinonimo di consumo energetico è corretto fare delle precisazioni e degli approfondimenti su quelli che sono i termini di paragone delle diverse sorgenti luminose. Per sorgente luminosa intendiamo un qualsiasi apparato che per sua natura converte energia elettrica in flusso luminoso, sia esso basato su tecnologia ad incandescenza (a filamento o alogeni), su tecnologia a scarica (fluorescenti, vapori ad alta pressione, ad alogenuri metallici) oppure a tecnologia LED (diodi a emissione luminosa).
L’unità di misura, universalmente riconosciuta dalla ricerca per valutare quantitativamente e qualitativamente la luce necessaria a promuovere i processi fotobiologici è il flusso fotonico emesso da una sorgente luminosa nello spettro PAR (Photosyntetically Active Radiation). Essa è misurabile tramite un misuratore di flusso fotonico che traduce la densità di flusso fotonico PPFD (Photosynthetic Photon Flux Density); la sua unità di misura è il m mol sec-1 m-2.
Le differenze sostanziali tra le svariate sorgenti presenti sul mercato vengono solitamente espresse nelle schede tecniche allegate alla confezione di ciascun prodotto. In particolare, le informazioni interessanti, per chi coltiva in serre indoor sono:
– potenza nominale (watt);
– flusso luminoso (lumen);
– temperatura del colore (kelvin); – durata.
Nell’ultimo decennio la ricerca agronomica in campo illuminotecnico ha sviluppato e consolidato un nuovo genere di sorgenti di illuminazione, i LED. Lo scopo è quello di migliorare l’efficienza luminosa al fine di ottenere un maggiore risparmio energetico senza compromettere la resa e la produttività. Il risultato è stato quello di ottenere lampade estremamente potenti in termini di flusso luminoso, contenendo notevolmente la potenza nominale consumata.
In quest’articolo analizzeremo le sorgenti a LED della ORTOLED: una linea dedicata all’uso professionale ed hobbistico.
La gamma ORTOLED propone 8 diversi modelli (da 90W a 730W) costruiti con componenti qualitativamente molto alti. Diodi fitostimolanti con spettro di emissione tipo grolux ad alta resistenza e alimentatori di fascia alta fanno si che la luce emessa abbia un rapporto tra flusso luminoso e watt particolarmente efficiente per il punto di vista del coltivatore.
Il test condotto da Indoorline srl ha voluto mettere a confronto l’efficienza di alcuni riflettori ORTOLED con una lampada Grolux 400W Sylvania accesa tramite un ballast elettromagnetico ETI.
I dati misurati nell’esperimento sono stati:
– la potenza espressa in watt (Watt);
– la densità del flusso fotonico espresso mol sec-1 m-2 nello spettro PAR (spettro fotosintetico attivo) misurato tramite un misuratore di flusso fotonico con sonda PAR (PPFD);
– il rapporto calcolato tra watt e densità del flusso: in pratica l’efficienza della sorgente luminosa (PPFD/W);
– la densità dell’illuminamento espresso in Lux tramite luxometro (Lux).
Le misurazioni sono state effettuate in una growroom di dimensione 1x1m con sorgente luminosa posizionata ad 1m di distanza dai sensori del misuratore di densità di flusso fotonico e del luxometro.
La tabella di seguito riporta i dati raccolti durante l’esperimento:
Watt: potenza nominale (W)
PPFD: densità di flusso fotonico
PPFD/W: efficienza tra flusso fotonico e potenza nominale
Lux: densità illuminamento
Il dato più interessante è il valore PPFD/W ovvero l’efficienza della sorgente luminosa, esso esprime quanti fotoni emessi nello spettro PAR vengono prodotti per ogni Watt di corrente elettrica consumata dall’apparecchio. I fotoni sono la misura dell’energia effettivamente assorbita dalla pianta per compiere i processi fotosintetici.
Appare immediato il divario tra l’efficienza degli ORTOLED (valore medio 2.20) e la lampada HPS.
I diodi utilizzati vengono garantiti per 50mila ore di luce e possono essere sostituiti con una spesa minima a fine ciclo di vita; in questo modo la resa della sorgente risentirà in modo marginale del deperimento dovuto all’utilizzo.
Indoorline Team