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Coltiva cannabis per disobbedienza civile: assolta

Nadia Principato, che aveva coltivato una pianta di cannabis in occasione di "Io coltivo", è stata assolta

Coltiva cannabis per disobbedienza civile: assolta

Assolta perché il fatto non sussiste“. Si conclude così la vicenda di Nadia Principato, attivista per la cannabis che aveva aderito alla disobbedienza “Io coltivo” coltivando appunto una piantina e postando le foto sui social network.

Tutto era partito dalla disobbedienza civile lanciata il 20 aprile del 2020 in seguito alla sentenza delle sezioni penali unite della Corte di Cassazione del 2019, secondo la quale la coltivazione di un esiguo numero di piante in condizioni rudimentali, non sarebbe da considerarsi un reato. Noi di Dolce Vita avevamo aderito da subito, e da Meglio Legale avevano garantito l’assistenza legale agli attivisti che, attenendosi alle regole, avessero avuto problemi giudiziari.

NADIA ASSOLTA: LA VERA VITTORIA SARÀ QUANDO VERRÀ LEGALIZZATA

“La vittoria sarà quando verrà legalizzata in ogni suo utilizzo, la disobbedienza civile è stata fatta per mettere in luce l’assurdità della legge che non è in linea con la realtà esistente di 10 milioni di consumatori in Italia, di un mercato di 10 mld e 350 mila posti di lavoro annui oggi in mano alla criminalità organizzata”, ha detto a caldo Nadia dopo l’assoluzione sottolineando che: “Intanto”, sottolinea dopo essere stata assolta, “sono stati spesi soldi delle nostre tasche per l’impiego di 6 agenti della polizia, 3 della scientifica, 2 agenti della cinofila e due cani per due giorni, un giudice, un p.m., la segretaria e la cancelleria per 3 udienze.

“Abbiamo fatto una memoria difensiva allegando una serie di documenti preparando l’esame e il contro-esame che si sono svolti in tribunale”, aveva sottolineato a Dolce Vita l’avvocato Lorenzo Simonetti che l’ha difesa spiegando che: “Il pm, alla luce della sua ipotesi accusatoria, durante il processo si è reso conto che non aveva molto senso e quindi aveva chiesto l’assoluzione”.

Di questa storia resta l’impegno civile di una ragazza che si è spesa rischiando in proprio per i diritti di tutti gli altri, che all’inizio di questa vicenda aveva sottolineato che: “Le cose cambiano solo se noi ci impegniamo a farle cambiare mettendoci la faccia, la testa ed il cuore; stare a guardare infuriandosi sui social non porterà a niente se non a dimostrare chi siete”.



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