I codici identificativi per le forze dell’ordine in Italia restano un miraggio
Ormai non dovrebbe esistere alcun dubbio sulla necessità che gli agenti delle forze dell’ordine portino sulla propria divisa un codice identificativo che renda riconoscibile l’agente in qualsiasi situazione egli si trovi a operare. Una misura indispensabile, non solo per tutelare il cittadino da eventuali soprusi o violenze, ma anche per mettere al riparo da critiche e sospetti tutti gli uomini delle forze dell’ordine che quotidianamente operano nel pieno rispetto della legalità Nel 2012 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che esortava gli Stati membri a garantire che il personale di polizia porti un numero identificativo. Nel 2016 anche il Consiglio sui diritti umani delle Nazioni Unite ha raccomandato che i funzionari delle forze di polizia siano chiaramente individuabili e identificabili.
In Europa ben 20 dei 28 stati membri, nell’ordine Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna, si sono già premurati di adottare un codice identificativo per le proprie forze dell’ordine. In Germania il codice è previsto in 9 regioni su 16, in Ungheria e Svezia l’obbligo non è previsto ma gli agenti espongono comunque un codice quando indossano l’equipaggiamento antisommossa.
In Italia, cui fanno compagnia solamente Austria, Cipro, Lussemburgo e Olanda, nonostante si ventili da molti anni la necessità di provvedere in questo senso e nonostante il nostro sia un Paese con una lunga e triste storia di violenze e soprusi spesso rimasti impuniti da parte delle forze dell’ordine, entrambe le proposte di legge per introdurre una qualche forma di riconoscimento degli agenti giacciono ormai da tempo immemorabile fra le sabbie mobili del Parlamento, senza la concreta speranza che si traducano in realtà. Quelle stesse sabbie mobili in cui sembrano arenarsi un po’ di più ogni giorno che passa anche i diritti dei cittadini e della collettività.