Interviste

Club Dogo: ma quanto spaccano questi ragazzi?

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In pochi anni Jake La Furia, Gué Pequeno e Don Joe sono diventati una delle colonne portanti dell’hip-hop italiano e non solo. Ai loro concerti è sempre un delirio, la gente li rispetta e li supporta come raramente accade. Hanno da poco preso accordi con una major e a maggio uscirà il loro nuovo cd. La loro musica è aggressiva, a volte sporca altre volte poetica, ma sempre dannatamente reale! Li abbiamo incontrati e intervistati ora, prima che decollino definitivamente, perché ne siamo sicuri, questi qui ne faranno di strada…

Chi sono i Club Dogo e che cos’è la Dogo Gang?
Jake: Club Dogo è il gruppo principale, quello che poi dà vita alla Dogo Gang, e siamo io, Gué e Don Joe. Dalla nostra unione e dall’aggregazione di tutti i nostri amici, si è creato un mega gruppo che comprende Vincenzo, Marracash, Deleterio, Emi Lo Zio, Ted Bundy, Montenero, Francone aka il Presidente.
Gué: La Dogo Gang non è solamente un gruppo musicale, è la nostra ballotta, la nostra compagnia…

Siete stati premiati come “Miglior Gruppo Hip Hop” del 2006, i vostri live vanno alla grande, i download in internet non si contano, insomma è un momento d’oro per voi…
Gué: …speriamo diventi di platino! Noi siamo sempre rimasti molto “punk” come approccio a questa cosa, è successo tutto senza che ce ne accorgessimo, quindi cerchiamo di andare avanti e continuare a fare bene. Quando suoniamo diamo sempre il massimo e c’è un bel rapporto con la gente che ci segue in modo… carnale!

E così avete firmato con la Virgin?
Jake: Si, quindi adesso stiamo lavorando al nuovo disco, ce la stiamo mettendo tutta in quanto ora i tempi sono più stretti di quanto eravamo abituati. Avremo più possibilità e più canali dove poter dire le nostre cose, che comunque non cambieranno da quelle che diciamo ora. Non siamo stati noi a scegliere di aprirci al palazzo, ma è il palazzo che ha deciso di aprirci le porte. Sono venuti a prenderci loro per quello che siamo, ci pagano per fare esattamente quello che facevamo prima.
Gué: Diverse major si sono avvicinate a noi ma alla fine l’accordo è stato preso con la Virgin in quanto ci sono sembrati più adatti a capire la nostra musica e a lasciarci la nostra libertà artistica.

Di solito per un artista o gruppo il sogno è di riuscire a fare della propria passione un lavoro. Con questo contratto possiamo dire che ce l’avete fatta. Quand’è che vi siete resi conto che la vostra musica poteva “sfondare”?
Jake: Quando abbiamo iniziato a fare i concerti in tutta Italia, e riempivamo ovunque… aldilà dei numeri dei dischi che comunque sono alti numeri da indipendente. Ce ne siamo accorti dal seguito o dal fatto che camminando per strada la gente ti fermava.

Quando uscirà il nuovo cd? Qualche anticipazione…
Jake: Il cd uscirà a maggio, ma per le anticipazioni è ancora troppo presto, siamo in fase embrionale, stiamo scrivendo.

Seguirà la linea di “Penna capitale” o sarà una cosa diversa?
Jake: Sarà una cosa diversa soprattutto nel suono, ma i nostri dischi sono sempre diversi uno dall’altro, sono un’escalation… e come suono è come se salissero nel tempo: “Mi Fist” era preso dal funk dei ’70, “Penna Capitale” tutto più sugli ’80 e questo sarà un esperimento, comunque sempre in chiave hip-hop si avvicinerà al suono dei ’90, sarà molto più sull’elettronico che sullo strumentale o sul soul.

Nei vostri pezzi nasce prima il testo o la musica?
Jake: Sicuramente nasce prima la bozza della musica…
Gué: Più che altro nasce un’idea.
Don: Nasce una serie di loop e dopo in base a quello che dice il testo, si possono adattare. La musica nasce così, dalle nostre idee e poi cerco di evolverla e adattarla all’atmosfera del testo. Ultimamente sto cercando di utilizzare meno campionamenti e personalizzare le basi con più strumenti.

Un artista, dj o produttore a cui ti ispiri?
Don: Come produttori mi piacciono molto Just Blaze, Dr. Dre e i classici Pete Rock e Premiere perché comunque li ho nel cuore.

La Maria e il Fumo… cosa sono per voi?
Gué: Noi tutti siamo cresciuti a contatto con le canne e le droghe in generale. Credo sia una questione generale e diffusa e non centra l’educazione o lo strato sociale. Chi più chi meno, chi più leggere e chi più pesanti, insomma… sappiamo di cosa si tratta. Sono esperienze che si fanno quando si è a contatto con la strada.
Jake: Sono stati una forte componente della nostra crescita e della nostra vita, ci siamo cresciuti a
contatto e ci siamo fatti un miliardo di canne. Tutto qua.
Gué: Abbiamo conosciuto chi vendeva, chi ancora traffica, noi le nostre cose non ve le diciamo perché queste cose non si dicono sui giornali, però comunque diciamo che sappiamo come girano le cose. Io sono l’ultimo del gruppo che è ancora entusiasta della sostanza, sarà perché sono il più giovane… comunque ultimamente sto fumando Orange Bud, Skunk, sempre erba olandese, mentre ho accantonato il fumo.

Abbiamo sentito che parteciperete ad una pellicola hard. Di cosa si tratta e quale sarà il vostro “ruolo”?
Jake: E’ una cosa nata in amicizia. La cosa doveva già essere partita ma c’è stato un incidente di percorso e si farà più avanti. Tempo fa siamo stati invitati al MiSex dai ragazzi dello Showtime e da lì è nata questa cosa. E’ una storia ambientata nel mondo del rap, noi facciamo una gang di personaggi…

Sesso, droga, soldi, ecc… ma siete veramente “cattivi” come le vostre canzoni fanno immaginare?
Jake: Si siamo abbastanza cattivi. Ma il rap va preso per quello che è, ovvero intrattenimento. E’ un po’ come il cinema. Le cose che tirano sono quelle, ma è anche vero che noi non ci inventiamo quello di cui parliamo nei nostri dischi.
Gué: Se senti il disco di uno che sta parlando di certe cose ma usa dei termini irreali, te ne accorgi e capisci che non conosce bene quello di cui sta parlando…

Fammi un esempio…
Gué: Tipo il disco di MondoMarcio, lo senti parlare di spaccio ma ti rendi conto che è talmente lontano dalla realtà che…
Comunque io non ho niente contro MondoMarcio, è un bravissimo ragazzo, gli auguro il meglio, ho citato lui perché lo conoscono tutti, ma è evidente che uno che è di Milano ed è stato veramente in quelle situazioni, capisce dal testo che la realtà non è quella, anzi quello non è niente! Ad ogni modo la nostra musica non è solo quello, in passato abbiamo fatto anche canzoni che parlano d’amore, o pezzi al limite della poesia, ma poi la gente si attacca a quelle in cui usi termini più pesanti…
Jake: Infatti, però non è un caso quando fai tutto un disco che parla di politica e di sociale ma alla fine nella testa della gente rimane solo il pezzo che parla di pistole e puttane. Noi viviamo a Milano, e Milano è spinta da quello che hai detto tu: sesso, droga, armi e violenza, punto. E’ chiaro che un ragazzino che vive andando sempre al liceo e poi la sera rimane a casa a giocare con il computer non può capire quello che canto. Io non sono stato sempre per strada o sempre a casa, ho fatto un po’ di tutto quindi posso parlare di quel cazzo che mi pare. Chi ha il cervello per capire che quello che dico corrisponde alla verità bene, altrimenti a me non me ne frega niente. Io quello che so dico, punto.

Ok che “non state in cerca di una sposa” ma farete mai una canzone d’amore in stile pop, sdolcinata?
Jake: Assolutamente no, ma semplicemente perché ognuno fa quello che è capace di fare. Un Alex Britti magari fa delle bellissime canzoni pop ed è un bravo chitarrista, ma io non sono capace, non sarei propio in grado.
Gué: Immagino la tua domanda sia riferita al fatto che presto firmeremo con una major e la gente magari ha paura che cambiamo genere… ma in Italia funziona sempre così, ci sarà sempre qualcuno che non è contento di quello che fai.
Jake: Sicuro, c’è chi dirà che ci siamo venduti alla major ma è normale. Il fatto è che dopo che fai un concerto a Milano con 3.000 persone al Rolling Stone e ne lasci 1.000 fuori, hai raggiunto un obbiettivo e hai un muro davanti: a questo punto o continuiamo a fare concerti così con 3.000 persone e lasciamo gli altri fuori, oppure sfondiamo il muro e facciamo entrare tutti, cosa che abbiamo deciso di fare!

La mia domanda vale un po’ come garanzia per i vostri ascoltatori e i nostri lettori: mi avete detto che la casa discografica vi ha fatto firmare per quello che siete e quello che fate, quindi se fra un paio di anni sentiremo una vostra canzone in stile Zero Assoluto, vuol dire che oggi ci avete raccontato un sacco di stronzate…
Jake: Minchia se fra due anni sentirai un nostro pezzo da Zero Assoluto, vuol dire che avremmo così tanti soldi che non ce ne fregherà più un cazzo di niente…

Salutate o mandate a fanculo chi volete.
Gué: Io volevo ringraziare Dolce Vita, Tommy OCB… mega, Legalize It!
Jake: Io volevo mandare a fan**** Berlusconi e dirgli che non faccia finta di stare male per saltare i processi che tanto non ci crede nessuno!



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