Clicca, spendi, crepa: la prima società schiava di fatto
Sapete come si addomestica un animale selvaggio? Gli si impongono delle regole. Lo si addestra a ubbidire usando premi o punizioni, portandolo a identificare l’obbedienza con il minor dolore o il maggior piacere. Lo si spaventa facendo passare l’elettricità nel recinto, perché identifichi il solo pensiero di tentare di uscirne con sofferenza e morte. Lo si abitua a mangiare nella ciotola mettendogli lì il suo cibo preferito. Lo si abitua a mangiare in dati orari dandogli il cibo solo a quelle ore. Lo si addestra a fare le capriole regalandogli lo zuccherino e mostrandosi tanto felici di lui ogni volta che ne fa una. Si continua finché non associa la soddisfazione del suo padrone con quella dello zuccherino, ed ecco che sarà indirizzato a fare felice il suo padrone, ad associare la propria realizzazione con la soddisfazione del suo padrone, persino senza zuccherino. Persino se il padrone gli molla un calcio.
Esattamente come fanno con voi.
Identificate il vostro stesso valore come esseri umani in base a quanti soldi vi vengono assegnati per svolgere le vostre mansioni da schiavi. Vivete collezionando bollini e buoni sconto, fate le code per comperare televisioni e cellulari con cui passate le giornate a leggere e commentare notizie e persone di cui non vi frega niente, ripetendovi a vicenda battute fatte da altri e fingendo anche di divertirvi.
Avete così profondamente associato l’idea di soddisfazione erotica con i beni di consumo che godete a bervi il whisky costoso che nemmeno vi piace davvero, mostrarvi nella vostra brutta e sgraziata macchina costosa che consuma e inquina come una nave da crociera e non si parcheggia da nessuna parte, oppure esibire l’orologio di marca che nemmeno ha i numeri e quindi non segna nessuna ora. Preferite possedere il bene associato dalla pubblicità ossessiva all’idea di sesso invece che scopare per davvero. Avete così profondamente associato la vostra felicità con il possesso di un bene di lusso che quando siete tristi, per tirarvi su il morale, andate a comprarvi qualcosa di inutile. Per farvi un regalo, per dimostrarvi che vi volete bene, comperate beni che non vi servono. Zuccherino, calcio, stessa cosa.
Avete così profondamente associato le vostre paure con l’allontanarsi dal gregge, coll’avvicinarsi al recinto elettrificato delle vostre stalle, che se in televisione vi dicono che dovete iniettare farmaci nei vostri corpi, nei corpi dei vostri figli, anche se non avete alcun malessere né alcun motivo di prevederne, lo fate senza un attimo di esitazione. Liberaci dal male. Vi hanno addestrato così bene che ormai associate la vostra ansia, la vostra paura con le parole che vi indicano in rosso: parole come terrorismo, epidemia, invasione, crisi economica, spread, disoccupazione. Morbillo. Rendetevene conto: non serve nemmeno più qualcosa di esotico e misterioso come la SARS o l’ebola. Vi spaventate persino con la parola “morbillo”, ormai. Se vi dicessero che dovete aver paura della luce del sole, vivreste solo di notte.
Vi hanno addestrato così bene che ormai pensate di poter esistere solo finché ubbidite alle regole che vi hanno dato. E sono arrivati al punto di farvi amare così tanto queste regole che siete disposti persino a aggredire chi le viola. Come se queste regole fossero una volontà vostra e non fossero decise dai vostri padroni. Come se chi le viola fosse una minaccia per voi, e non per i vostri padroni. Vi hanno trasformato nei guardiani della vostra stessa schiavitù.
Quando vi diranno di mangiare insetti perché sono una delizia, lo farete e chiederete il bis.