City Jungle, da 11 anni coltiva le tue passioni
City jungle è aperto da circa 11 anni… quali sono le differenze che avete riscontrato tra il 2007 e oggi nel mondo cannabico?
In questi lunghi e faticosi anni alla canapa è stato riconosciuto il suo vero valore (anche se la strada, per certi versi, è ancora lunga). Possiamo dire che c’è stata una crescita, un’evoluzione della consapevolezza che va al di là della canna fumata dai ragazzini. La gente ha cominciato ad istruirsi, a leggere, a confrontarsi, a conoscere la materia sotto più aspetti. Ho riscontrato interesse non solo da parte dei giovani ma anche da adulti e non per il solo fine ludico a cui si era abituati ad associare la canapa: ora i principi benefici di questa pianta le vengono sempre più riconosciuti.
In questi anni siete cresciuti passando da un negozio di 50 mq ad uno di 220 mq. Quali novità avete introdotto?
Finalmente dopo anni di ricerca di un posto che coniugasse discrezione, comodità, parcheggio privato e tanto altro, siamo approdati in questa realtà che ci piace molto e piace moltissimo ai nostri clienti. Volevamo offrire un negozio elegante e curato nei dettagli, ampliando e riservando ad ogni settore un proprio spazio ed inserendo moltissime novità.
Avete anche la cannabis light? Che idea avete al riguardo?
Ovviamente non può mancare! Ad oggi nel nostro mercato questa richiesta aumenta di giorno in giorno, e noi non possiamo che stare al passo coi tempi offrendo al nostro cliente quelle che sono le sue richieste.
Voi che siete maggiormente specializzati nel settore della coltivazione avete visto dei cambiamenti con l’introduzione del mercato della cannabis light? Di che tipo?
Certo e non era da escludere. Il bacino della clientela è decisamente aumentato e cambiato, stupisce positivamente che l’età spazi fino ad arrivare al genitore che affianca addirittura il figlio lungo il suo percorso o il figlio si documenta per aiutare il genitore carente in salute. Due generazioni che si incontrano e non si scontrano su un tema delicato ma importante come quello della canapa. La coltivazione rimane per i più appassionati, la cannabis light è una strada parallela che paradossalmente potrà fungere da apripista ad una vera e agognata legalizzazione.
Quali sono le richieste più frequenti dei clienti e che tipo di clienti avete?
Le richieste sono molteplici, quello che si vorrebbe sono prodotti di alta qualità a prezzi bassi. Nel nostro campo questo non è fattibile e il nostro modo di operare è di cercare i prodotti migliori, valutandoli e selezionandoli, e di offrire tutta la competenza non lasciando il cliente da solo ma seguendolo passo passo dall’inizio della sua esperienza fino al risultato finale. Se il cliente si fida, e ad oggi abbiamo i numeri per dimostrarlo, non c’è canale che tenga. Il nostro peggior nemico potrebbe essere internet, ma non c’è nulla che valga come la competenza, la serietà, la qualità e la disponibilità che noi offriamo.
Avete mai subito controlli o perquisizioni?
Purtroppo i primi anni è stato un continuo rapportarsi con le forze dell’ordine. All’epoca i controlli erano legati principalmente alle smart drugs, articoli che noi non abbiamo mai trattato, e l’ultima risale al 2017 quando ci hanno fatto visita e ci hanno sequestrato alcuni barattoli di Easyjoint. Nel 2018 ci sono stati riconsegnati perché il valore del THC era entro i limiti di legge, ma ovviamente non hanno mancato di sottolinearci che noi, come tanti altri, siamo tutti borderline e questi controlli non cesseranno finché non ci sarà una regolamentazione.
Sempre più persone sono interessate ad aprire un growshop… voi che avete una valida esperienza che consiglio date a chi vuole inserirsi nel settore?
È vero, questo mondo fa gola a tutti ma non è per tutti. Ci vogliono assolutamente serietà, onestà e molta competenza.