Ecco come la cannabis condiziona il sonno
Per abitudine o necessità, molte persone assumono cannabis prima di andare a dormire. È oggi accertato che il nostro sistema endocannabinoide regola anche durata, profondità e ritmo del sonno. Appare quindi ovvio che i fitocannabinoidi interagiscano con questa funzione vitale.
Dopo l’assunzione di cannabis, la maggiore facilità nell’addormentarsi e la maggiore durata del sonno è stata provata fin dai primi esperimenti su soggetti insonni e non. Studi più recenti indicano l’influenza dei cannabinoidi sulle fasi di sonno profondo, aumentandone la durata. Questo è ritenuto un effetto positivo poiché il processo di recupero da parte del nostro organismo durante il sonno è maggiore nella fase “profonda”. Al contrario, i cannabinoidi riducono la fase REM, riducendo di conseguenza i sogni.
Non è ancora chiara la funzione della fase REM per il nostro organismo ed è quindi difficile valutare come positiva o negativa la sua riduzione da parte della cannabis. Si è comunque spesso riscontrato un aumento dei sogni e una certa irrequietezza durante il sonno in soggetti che ne hanno interrotto l’utilizzo da pochi giorni. Effetto che diminuisce con il passare del tempo. Molto interessante è la recente scoperta sui benefici contro i problemi di respirazione e l’apnea nel sonno, frequente in caso di obesità, diabete o problemi cardiocircolatori. Questi disturbi sono ancora difficilmente curabili e alcuni pazienti devono indossare maschere speciali durante il sonno. Se i risultati degli studi saranno confermati, una pillola a base di cannabis potrà risolvere questo problema.
Massimo Frattale
Fonte: leafscience.com