Cibarsi del mondo a 45 km orari
Mi presento, sono Guglielmo Sartor, nato a Milano 30 anni fa e cresciuto nella rigogliosa e velenosa Brianza, come direbbe Battisti.
Quando era tempo di tenere la testa sui libri, la mia attenzione volava qualche chilometro più in la del foglio di carta. Voti bassi, genitori delusi, futuri incerti. Dunque la scelta di ripiegare su una scuola professionale, e finii a “spadellare”. Mi piaceva, ero abbastanza bravo.
Diploma, biglietto aereo e via. A scoprire i sapori del mondo. Cinque anni dopo mi trovo in Parigi, avevo bisogno di una vacanza dalla vita frenetica nelle cucine di Barcellona. La donna con la quale dovevo incontrarmi per quel week end non riesce ad avere la mattina libera, dunque le dico di non preoccuparsi e mi dirigo leggero e fischiettante attraverso la primavera di Parigi. Cielo terso, ciliegi in fiore, l’aria elettrica.
Giungo infine a destinazione, Shakespeare and Co. Library. Una delle mie librerie preferite. In fronte ad esse sempre si trova un musico, un saltimbanco o un cantastorie. Poco sapevo che quel cantastorie sarebbe diventato il mio compagno di avventure, fratello e nemesi.
Lui sedeva in fronte alla vetrina, dipingendo ninnoli da vendere a turisti professionisti, cercando di racimolare qualche lira per il pranzo. I nostri sguardi si incontrano ed è immediata intesa. Decide che vuole una delle mie sigarette e con un fare alla James Dean mi offre un sorriso e qualche moneta. Rifiuto i soldi e con fare allegro gli offro il pasto che non aveva consumato. Ci sediamo sul muretto antistante la Senna e Notre Dame non ancora fumante e celebriamo insieme il primo dei mille pasti a venire.
Mi racconta di sé. James Cameron Starr è un film maker di Philadelphia, classe 91. Si trovava in Europa, senza soldi e alla ricerca di avventura. Mi confida che è sopravvissuto a un incidente mortale ed è a caccia di risposte, del suo nuovo se stesso. Come me non credeva nel sistema educativo classico e preferiva la strada maestra che il banco schiavista. Due fratelli separati alla nascita si erano appena incontrati, 25 anni dopo il loro primo respiro. Che fare ora? C’era solo una cosa da fare. Cibarsi del mondo e di più esperienze possibili.
Ed è cosi che ci mettiamo in strada due anni dopo, con una decina di migliaia di euro risparmiati. La missione: spendere i nostri soldi e attraversare il continente eurasiatico, destinazione Singapore. Siccome ambedue odiamo il concetto di turista, ci dirigiamo verso il Sol Levante con una missione ben precisa. Cucinare per chiunque fosse affamato e volesse sedersi al nostro tavolo improvvisato. Dovevamo diventare maestri delle nostre professioni all’infuori dei canonici confini.
Treno dopo treno sviluppiamo il formato che oggi giorno ci definisce. Un pasto in cambio di una storia. Ed è cosi che passano 9 mesi, raccogliamo 22 storie trasformate in cortometraggi, attraversiamo la Grecia, la Turchia, la Russia, la Cina, Taiwan, Vietnam, Cambogia, Tailandia e Malesia. Ed una calda mattina di maggio entriamo nella città di cristallo, le porte di Singapore si aprono a noi. Abbiamo 30 euro in tasca e una tonnellata di esperienza racimolata lungo la strada. Da Milano a Singapore, senza volare, zaini in spalla scambiando cibo per racconti. Not Bad!
What now? Avevamo due opzioni:
1) chiedere aiuto ai nostri nuovi numerosi amici per comprare un biglietto aereo e tornare a casa
2) chiedere aiuto ai nostri nuovi numerosi amici per completare una missione impossibile.
Abbiamo optato per la numero due.
Nei successivi due mesi creiamo un programma in collaborazione con uno dei Co-working Space più grossi di Singapore, collezioniamo qualche migliaia di euro con il nostro nuovo formato: Il banchetto delle storie, una degustazione di storie e piatti d’alta cucina animata dalle nostre narrazioni. È un successo. Veniamo pubblicati e sponsorizzati variate volte e infine raggiungiamo la quota necessaria per la seconda parte del progetto: comprare un’Ape Car 400cc Diesel e guidarla fino a casa. Inizia così “The Great Food-Tuk adventure”, dall’India alla Germania a 45 km orari.
Con i soldi raccolti attraverso campagne e sponsor ci dirigiamo in India, dove acquistiamo una piccola Ape Car blu, la quale, grazie all’aiuto di incredibili personaggi, convertiamo in piccolo castello abitabile. Costruiamo una casa sul suo cassone, con tanto di letto, cucina e piccolo studio di produzione mobile. Nel frattempo gestiamo un ristorante Pop up nel nord est dell’India e iniziamo il più insulso dei video-log. Ci rendiamo conto di non essere portati per il mainstream, siamo cantastorie che credono fermamente nel binomio cibo-racconto, quello originale. Quello dei cacciatori che popolavano questo pianeta migliaia di anni fa. Di coloro che scoprivano l’importanza del gusto e della parola per necessità e non per vizio. La parola era necessaria per comunicare con il cacciatore compagno e non farsi ammazzare dalla preda. La parola veniva poi usata e sviluppata intorno al fuoco, mentre i sapori si mescolavano nell’aria e nelle prime rudimentali pentole. Lo stomaco si contraeva in posizioni mai sperimentate prima e l’immaginazione di quegli ominidi dipingeva nuovi pensieri. Diventavamo senzienti, grazie alle storie e alle forchette.
Quindi dopo innumerevoli fallimenti nel cercare di diventare qualcosa che non siamo abbiamo fatto marcia indietro. Abbandonato il Video Log e continuato sulla nostra strada. Una strada tortuosa, specialmente quando attraversi uno dei paesi più pericolosi al mondo per la guida.
Ma settemila km dopo a 45 km all’ora giungiamo a Bombay e imbarchiamo la nostra piccola Monika (così battezzata in onore della nonna di Cameron, morta lo stesso giorno dell’acquisto dell’Ape). La raccogliamo due mesi dopo a Istanbul, dopo svariate disavventure. Per esempio farsi deportare dall’Iran o farsi fregare da un avido esportatore Indiano. Infine il vento torna a soffiare sulla nostra vela e due mesi dopo entriamo in Italia. Raggiungiamo Merate verso la fine di giugno. 22 mesi dopo averla lasciato e 19 nazioni attraversate. 42 mila chilometri a spasso per l’Oriente, dei quali 13mila a bordo dell’Ape Car Monika. Ci prendiamo qualche mese di riposo prima di ripartire verso la Germania, la nostra destinazione finale.
Il viaggio iniziò a settembre del 2015. Oggi, 4 anni dopo, continuiamo sulla nostra strada. Di ritorno da un festival nel nord della Germania, dove siamo stati invitati come speaker e cucinieri, rifletto sulla mia vita. Seduto in una stazione di servizio, in attesa che mio fratello si svegli per tornare a casa, Berlino, mi domando come sia finito qui. E per quanto sia curioso nel trovare la risposta finale, decido di smettere di digitare parole su questa tastiera e rimando il quesito alla fine dell’anno. Quando questo progetto sarà finalmente completato, in forma di ricettario. O meglio detto, il libro di ricette più avventuroso al mondo.
P.S. Ripetere questo viaggio portato avanti da noi giovani selvaggi è qualcosa che sconsiglio caldamente. In Europa le Api Car Diesel 400cc non vengono prodotte. La modifica del mezzo è illegale e percorrere 13mila chilometri a bordo di essa è scomodo e altamente infattibile. Ma se proprio desiderate avere un’avventura come questa, il solo consiglio che vi posso dare è quello di usare la vostra immaginazione per costruire un mezzo funzionale e sicuro. Meglio ancora, compratevi una bella bicicletta e smettete di usare il petrolio. Peace out.
a cura di Guglielmo Sartor
Cuoco vagabondo da 4 anni. Insieme a James Cameron Starr ha inventato Sol food cinema. Da questa esperienza nascerà il libro di ricette più avventuroso del mondo