Guardando le stelle

Ci meritiamo la guerra

Famosa protesta in piazza Tienanmen a Pechino

Alcuni mesi fa il Parlamento ha confermato l’invio di materiale militare e armi da parte dell’Italia all’Ucraina per tutto il 2023. Mentre i carri armati degli Stati Uniti e della Germania sono già in viaggio verso Kiev. E a breve potrebbero arrivare i primi aerei.

Secondo il bollettino degli Scienziati Atomici non siamo mai stati così vicini alla catastrofe nucleare. Si parla di Armageddon, di orologio dell’Apocalisse che sarebbe a soli 90 secondi alla mezzanotte e altri slogan ad effetto simili. Non si capisce quanto siano concreti e quanto invece rappresentino solo l’ennesimo caso di terrorismo mediatico.

Ormai ci hanno così tanto imbottito di allarmismo continuo, che non siamo neanche più in grado di distinguere i pericoli reali da quelli finti.

Certo è che l’escalation non si placa e d’altronde non potrebbe essere altrimenti dal momento che si continua a buttare benzina sul fuoco.

Queste le recenti parole del generale Bertolini (ex comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze): «Siamo avviati a una guerra, anche noi, nella quale non abbiamo ancora impiegato personale ma mandiamo armi. Credo che se tra qualche mese ci chiederanno, magari con la scusa di utilizzare mezzi che abbiamo dato noi e che hanno bisogno di una particolare expertise, oppure per far fronte a una particolare situazione di crisi, di mandare anche qualche nostra unità cominceremmo ad affrontare il problema. Ci stiamo rassegnando all’entrata in una guerra che con noi non c’entra niente, per questioni di carattere territoriale fra due paesi estranei sia alla Nato che all’Unione europea. Ci siamo voluti invischiare. Ci troveremo con le mani legate».

In tutto questo, pare che la cosa non interessi a nessuno. L’opinione pubblica è totalmente indifferente e disinteressata alla questione. Ognuno continua a vivere la propria vita come se nulla fosse, come se questa guerra non gli riguardasse in alcun modo.

50 anni fa folle immense marciavano in tutto l’Occidente contro la guerra del Vietnam, una guerra che geograficamente era ben distante da loro. Oggi nonostante abbiamo la guerra a due passi, nessuno protesta, nessuno scende in piazza, nessuno dice niente, nessuno alza la voce.

Ma se non siamo neanche più capaci di farci sentire e di batterci per la pace, allora forse ci meritiamo la guerra.



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