Chi è Tania Re
Psicoterapeuta, antropologa, terapista complementare e docente universitaria a Torino e a Firenze, Tania Re è tra le menti più illuminate che abbiamo in Italia nel campo della ricerca sulle sostanze psicoattive. Da sempre interessata a comprendere i sistemi provenienti da antiche tradizioni che connettono mente e corpo, ha realizzato la sua ricerca sul campo in Sud America, nelle comunità indigene, studiando le medicine tradizionali, le piante e i riti di cura.
Del Sud America, tra le altre cose, ricorda la presenza diffusa della spiritualità, unita al contatto e alla cura con la natura, anche nella quotidianità dei mercati: «Lì anche il rapporto con la morte è profondamente diverso da quello vissuto in Occidente: la morte è parte della vita in un continuum tra materia e spirito» dice. «Anche per questo motivo, mi sono interessata alla possibilità offerta da alcune sostanze psicoattive come la psilocibina, un derivato dei funghi messicani presenti anche in Europa, di aiutare le persone ad avvicinarsi al fine vita.»
I funghi psilocibinici, infatti, come anche l’Ayahuasca – un preparato contenente due piante utilizzate nella Foresta Amazzonica – permettono di vedere che cosa ci aspetta dopo la vita materiale togliendo la paura e l’ansia che ne derivano. Gli studi effettuati negli Stati Uniti e in Europa raccontano di esperienze profondamente trasformative per chi muore e per i famigliari che rimangono. Ma le esperienze positive si contano anche nei casi di depressione, dipendenze, alcolismo. «L’esperienza dello stato alterato di coscienza necessita però di una guida – precisa Tania Re. Ecco perché il futuro della terapia per me è la psicoterapia assistita, in cui l’esperienza mediata dalle sostanze psicoattive e la parola del terapeuta agiscono in sinergia per aumentare l’efficacia. Perché dovremmo privarci di simili terapie?».