Che fine ha fatto Maxi B?
Continua la nuova rubrica “Che fine ha fatto…?“, con la quale intendiamo fare luce su quali siano i progetti di rapper dei quali non si sente parlare da un po’ di tempo. Qualche notizia flash che magari non troverete sui loro canali sociali, ma che contiamo di darvi in anteprima.
Stavolta ci spostiamo tra Varese e Lugano, due luoghi dove si sono snodate le esperienze vitali e artistiche di Maxi B. Dopo l’esperienza di gruppo con Michel nei MetroStars, il nostro ha dimostrato di avere grossa personalità ed una solidità di fondo che gli ha permesso di mantenere sempre coerenza in tutti i suoi progetti. Quasi due anni fa arrivò “L’ottavo giorno della settimana“, ulteriore lavoro in solitaria ed esperienza griffata dalla Tempi Duri di Fabri Fibra: da allora Maxi si è fatto sentire poco (in ultimo, ha dato la voce ad un brano per i Dusty Fingerz), ma, come ci spiega, sta per tornare sulla scena:
In questi due anni ho suonato parecchio e proprio in questi giorni sono rientrato in studio a registrare il mio nuovo lavoro. È un disco che ho scritto guardandomi allo specchio. Non potevo che chiamarlo “Maledetto“. È un disco che riporterà ad essere orgogliosi di appartenere ad una cultura come l’hip hop. Penso di uscire nei primi mesi del 2014. Manca poco.
“L’ottavo giorno della settimana” uscì, appunto, ad inizio 2012. Da allora, il rap italiano ha conosciuto un’epoca dorata che l’ha posto sulla mappa del mainstream italiano. Qualcosa cui far fronte, inevitabilmente:
La situazione ha influenzato eccome la mia musica, infatti ho deciso di andare dalla parte opposta con il mio nuovo disco. Ritrovare l’orgoglio di fare il rap legato a certi valori, e non mi frega niente che sia roba fresh o Classic shit. Io parlo di attitudine.
In questi due anni sono cambiate molte cose: personalmente ho costruito con il mio socio di sempre DJ CI il mio nuovo studio di registrazione (Real Jungle Studio), conduco e sono autore di due programmi radiofonici e non mi sono mai fermato di scrivere racconti. Il rap italiano si è allargato soprattutto nel mainstream. Ora ci sono più artisti a contendersi i passaggi radio e televisivi. Non molti a dire il vero. Sono sempre quelli i nomi alla fine che per rimanere li, a parte rari casi, hanno lasciato il rap per darsi di più al pop. Cosa che non condivido ma che capisco visto che conosco bene il meccanismo. E poi… Il “rap” che vince ad Amici. Uno scempio. Visto anche il prodotto che ne è uscito. Nulla contro un ragazzo che ha colto la sua occasione ma che sembra manovrato per durare un paio d’anni. Mai visto nessuno, se non Ortophedic, perdere così velocemente la credibilità, che si era fatto il con il freestyle (dove è molto bravo tra l’altro). E poi certi testi non dovrebbero mai vedere la luce anche se scritti per uno che è appena maggiorenne. Per quanto mi riguarda un vero rapper non fa cover. Non si discute.
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