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Che cosa c’è in un nome?

Cosa c'è in un nome
Gli articoli che seguiranno mirano a spiegare come i nomi delle qualità di cannabis si siano evoluti nel tempo. Verranno osservati da tre differenti punti di vista: quello delle Seed Bank a scopo ricreativo (situazione competitiva), quello di Seed Bank a scopo scientifico (collaborazione con molte aziende basate su prove verificabili) e dal punto di vista di un laboratorio imparziale (analisi basate sui dati).

COMPETIZIONE: Seed Bank a scopo ricreativo – Mr Nice seed Bank
Ho frequentato una scuola di grammatica in Inghilterra, dove ciò che sto per raccontarvi accadeva ogni giorno. Nella mia classe c’erano tre studenti omonimi, e quando veniva chiamato John Smith rispondevano contemporaneamente. Non c’era alcuna somiglianza tra loro: altezze differenti così come il colore dei capelli, inoltre provenivano da tre diverse regioni del Regno Unito. Non avevano niente in comune se non il nome. E se questo vale per le persone, è molto probabile che, in un certo senso, si verifichi anche nel mondo vegetale.

Cosa c'è in un nome 2Ho proseguito i miei studi all’università interessandomi alla biologia vegetale, studiando con un interesse sempre crescente. Pensavo che la denominazione botanica fosse un modo complicato per identificare le piccole differenze all’interno delle famiglie di piante e quindi ho imparato a dare poca importanza ai nomi. I nomi comuni e i nomi botanici non sono sufficienti per indentificare una pianta, di conseguenza erano necessari ulteriori controlli sulla pianta cresciuta per identificarla precisamente.

Come fondatore e coltivatore della Mr Nice Seed Bank, una Seed Company vecchia scuola altamente selettiva, i miei strain hanno resistito alla prova del tempo la gente li ha apprezzati e ha trovato quello che cercava. I prodotti di questa compagnia si basavano per la maggior parte su selezioni fatte da me durante la coltivazione e la clonazione così come la conseguente scelta delle piante. Le mie selezioni sono il risultato dei viaggi che ho effettuato per il mondo, raccogliendo varietà di semi e imparando da grandi persone che hanno perseguito questi obiettivi prima di me.

Tutti gli strain Mr Nice possono essere perfettamente replicati perché negli ultimi 25 anni, ho continuato ad usare le stesse piante madri per ottenere i semi ibridi F1.

Cosa c'è in un nome3Tutti i miei strain sono prodotti a partire da una pianta madre separata dalla pianta padre e, mantenendo in vita i cloni in una stanza madre, hanno genetica e genotipo identici a quelli dei genitoriOvviamente i fattori ambientali hanno un forte impatto e i fenotipi possono variare di conseguenza. Altre persone hanno coltivato i miei semi per diversi anni. Ci sono diverse selezioni dei miei strain, come Critical Mass, Super Silver Haze e Widow che provengono dalla Mr Nice Seed Bank, in molti casi sono alquanto diverse dai loro genitori ma hanno adottato lo stesso nome come risultato della discendenza dal seme originale. Naturalmente, ci saranno somiglianze e, a seconda della selezione effettuata, un particolare impianto potrebbe essere più simile al padre o alla madre.

L’Associazione Botanica effettua una serie di controlli sulle piante per classificarle come appartenenti ad una qualità di semi. A causa delle discrepanze globali per quanto riguarda le leggi sulla cannabis, questi regolamenti non sono ancora stati applicati alle aziende produttrici di semi di cannabis ricreativa. Alcune aziende indicano sulla confezione dei semi in vendita i livelli di THC, CBD e altri cannabinoidi. Ma questi livelli si basano nella maggior parte dei casi sui livelli di cannabinoidi presenti nelle piante madri, non nel seme stesso.

Questo è un mero stratagemma di marketing fuorviante, sia per i coltivatori sia per gli utilizzatori. E’ un peccato che le aziende produttrici di semi di cannabis a scopo ricreativo non spieghino piuttosto che il seme che stanno vendendo è la loro personale versione dello strain, ereditato, selezionato o acquisito dalle piante madri. Questo fornirebbe una spiegazione semplice e onesta al riscontro di variazioni significative all’interno ceppi con lo stesso nome, anche dalla stessa azienda di sementi.

Sarebbe molto vantaggioso se i breeders testassero i profili dei terpeni e dei cannabinoidi di tutte le piante madri e le rendessero pubbliche come standard per coloro che volessero utilizzare questi strain come punto di partenza per il loro processo di allevamento. Tutti gli strain di cannabis ricreativa della Mr Nice Seed Bank sono personali interpretazioni e ibridi. Fino al 1998, gli strumenti a disposizione mia e degli altri addetti del settore erano i nostri palati, l’olfatto e il giudizio sugli effetti provocati. Caratteristiche come il raccolto, la resistenza, la compattezza di fiori e l’aroma sono stati combinati per ottenere un prodotto fecondo.

Quello che per qualcuno rappresenta un tesoro però, può non esserlo agli occhi di qualcun altro, ma considerando la miriade di combinazioni possibili grazie ai geni delle piante madre, è possibile trovare un tesoro per ognuno di noi. Ecco perché i coltivatori continuano a rivolgersi alle Seed Bank, e molti di loro sono affidabili, coerenti e onesti. Per quanto riguarda le aziende produttrici di strani ricreativi quindi, non essendoci ancora una regolamentazione precisa, sono necessarie diverse discussioni per valutare correttamente una qualità. Di conseguenza le Seed Bank possono tranquillamente gettare fumo negli occhi dei grower, ed è per questo che bisogna fare poco affidamento ai nomi commerciali degli strain.

COLLABORAZIONE: Aziende produttrici di semi di cannabis a scopo medico/scientifico – CBD Crew Seed Company
Cosa c'è in un nome5CBD crew è stata la prima azienda a stabilire che i valori di CBD e di THC devono essere superiori al 4% per definire i semi di cannabis a scopo medico/scientifico. Per oltre cinque anni, il loro lavoro si è svolto nelle stanze di fioritura, crescita e germinazione utilizzate da Resin Seeds e Mr Nice Seed Bank.
A parte pochissime divergenze di opinioni per quanto riguarda questioni minori, l’approccio e il lavoro si sono svolti su una base prettamente scientifica. Tutte le fasi di crescita sono state monitorate dai laboratori di Canna Foundation tramite cromatografia gas e profiling dei terpeni. Testare un campione di ogni discendenza e monitorarlo dalla crescita fino alla raccolta, è stato forse il primo programma di coltivazione eseguito in laboratorio nel mondo della coltura della cannabis.

A differenza delle aziende produttrici di semi di cannabis ricreativa che effettuano le loro selezioni sulla base della reputazione e del gusto personale, CBD-Crew fornisce un prodotto certificato per coltivatori con fini medici e pazienti grazie all’impiego della cromatografia gas eseguita in laboratorio. Questo risultato è stato ottenuto attraverso il lavoro di diversi specialisti, uniti per una causa comune.

CBD-Crew ha scoperto l’importanza di determinare autonomamente se il laboratorio utilizzato impieghi o meno metodi corretti e affidabili per i test. E’ assolutamente indispensabile che il laboratorio disponga di macchinari in grado di eseguire cromatografia su strato sottile ad elevate prestazione o gas. La differenza tra i laboratori sta nei macchinari impiegati e nella loro taratura oltre che nella metodologia dei test. Inoltre bisogna informarsi con precisione sui criteri di quantificazione utilizzati. Una convinzione diffusa è che i laboratori adottino tutti le stesse procedure sui campioni da testare. Anche se lo fanno per le procedure di standard richieste dal governo (la coerenza è l’unico modo attraverso il quale un test può essere accettato dal sistema giuridico), le prove di laboratorio fatte in privato possono variare notevolmente.

Sarebbe quindi necessario stabilire un regolamento con il laboratorio nel quale si effettuano le ricerche per evitare qualsiasi dubbio. Le norme devono riguardare le modalità per prelevare un campione, come tagliarlo, quale solvente viene utilizzato, l’altitudine del laboratorio, e altre variabili che vanno a formare un protocollo standard da seguire per tutti test. Se questo venisse fatto sistematicamente sarebbe possibile comparare test eseguiti anche in laboratori diversi, ma non siamo ancora a questi livelli ed è quindi necessaria una maggiore educazione a proposito per comprenderne il bisogno concreto. 

I semi prodotti da CBD-Crew sono diventati punti di riferimento per le qualità di cannabis a scopo medico in paesi come Israele, Repubblica Ceca, Olanda, Spagna, Stati Uniti, Canada e Regno Unito, così come in altri paesi (ad esempio, Germania, Francia e Australia), dove le leggi sulla cannabis continuano a ostacolare la sub-cultura della cannabis.

Cosa c'è in un nome6Visto che tutte le aziende produttrici di semi di cannabis a scopo medico avanzano affermazioni che non è possibile verificare, CBD-Crew ha voluto stabilire alcune regole logiche e coerenti che aiutano a classificare un seme di cannabis come medico. È stato quindi stabilito il minimo a 4% per i valori di THC e CBD per differenziare i semi di cannabis a scopo medico da quelli a scopo ricreativo. Questo standard è in linea con quello proposto da Project CBD negli Stati Uniti. Avendo dedicato gran parte della mia vita alla produzione di semi di cannabis a scopo ricreativo, è stato molto interessante per me poter osservare in laboratorio le quantità di valori precisi contenuti in una particolare pianta. Il desiderio di verificare se le nostre intuizioni su alcuni ceppi erano corrette ci ha portato a testare quasi tutte le piante a nostra disposizione. È stato come se la scienza e la tecnologia avessero aperto il vaso di Pandora delle piante di cannabis svelando i codici genetici finora invisibili, fornendo valori visibili, quantitativi e verificabili.

Per noi della CBD-Crew, i nomi dei nuovi ibridi non erano di fondamentale importanza. Per essere pratici nella nomenclatura, abbiamo mantenuto nel nome le origini del lato femminile in modo che i coltivatori possano capire qual è il nome del ceppo di provenienza. Mantenere nel nome le origini storiche di un ceppo permette alle future generazioni di coltivatori di avere qualche informazione che li aiuti a contestualizzare. Un nome che riporta nella prima parte la denominazione di un particolare cannabinoide per inquadrarne l’identità, seguito dal nome del più noto ceppo femminile da quale proviene, offre ai coltivatori e ai pazienti di cannabis a scopo medico un riferimento certo che permette l’identificazione delle caratteristiche del ceppo. Si deve però tenere presente che si tratta di una classificazione limitativa con carenze intrinseche. 

L’obiettivo esplicito della società CBD-Crew era quello di fornire qualità arricchite di CBD a coloro che non possono permettersi farmaci o trovare cloni selezionati arricchiti con CBD, affidabili e certificati. Etichettare tutti i nostri strains con i risultati che abbiamo ottenuto dai test è il modo più onesto per descriverli. CBD-Crew è attualmente l’unica nella sua specialità e come leader di un mercato basato sulla scienza non abbiamo interesse nella competizione, ma piuttosto nella collaborazione al fine di fornire descrizioni corrette a coloro che hanno riposto la loro fiducia su di noi.

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Laboratorio indipendente specializzato in test imparziali basati sulle analisi dei cannabinoidi e terpeni di piante di cannabis legalmente coltivate negli Stati Uniti. 
I consumatori di cannabis (ma non solo) stanno prendendo sempre più familiarità con i nomi delle varietà.

Alcuni nomi come Blue Dream sono dolci da pronunciare altri come Green Gold provocano piuttosto una risata e altri ancora come Trainwreck (treno che si schianta, ndr) possono essere addirittura considerati un insulto sia per la pianta sia per il consumatore.
Agli occhi di un paziente inconsapevole o poco esperto, i nomi come Trainwreck possono scoraggiare la scelta.

I nomi permettono di associare agli oggetti determinate caratteristiche o qualità. Possiamo anche denominare oggetti inanimati come le automobili o le barche! Quindi non è difficile capire che anche le qualità di cannabis hanno bisogno di essere associate ad un nome. Non diamo nomi particolari ai tulipani o agli abeti solo perché, forse, non siamo abbastanza appassionati a queste specie.

Noi abbiamo sicuramente bisogno di identificare i differenti ceppi di cannabis anche perché dobbiamo essere capaci di indirizzare i pazienti sulle varietà con particolari qualità indicate per il trattamento delle diverse patologie. Per quanto riguarda il consumo ricreativo, vale la stessa regola: i consumatori potrebbero essere alla ricerca di un particolare tipo di sballo o di gusto e odore.

Quando abbiamo iniziato le analisi sui profili dei cannabinoidi in California, ci siamo accorti subito che la percentuale di THC presente in un campione (sempre notevolmente superiore agli altri cannabinoidi) era un indice affidabile per riconoscere la varietà. Siamo riusciti ad ottenere anche i valori di CBD, CBG e altri cannabinoidi presenti nei campioni, ma questi, sono insufficienti per associare ad uno strain un particolare profilo di cannabinoidi.

Anche se la prima cosa che si fa quando si prende in mano una cima è annusarla, non vi è alcuna correlazione tra il profumo e il profilo dei cannabinoidi, essi infatti non contribuiscono all’odore dei fiori.


I terpeni sono le sostanze chimiche che contribuiscono a creare l’odore e il sapore, oltre ad influenzare significativamente l’effetto complessivo del ceppo di cannabis in esame. I terpeni, insieme ad altri cannabinoidi minori sono responsabili di ciò che viene chiamato “l’effetto entourage” che rende una pianta di cannabis più efficace di una singola molecola di THC (come nel caso delle pillole di Marinol).

Nel 2011 abbiamo cominciato lo screening di oltre 35 terpeni diversi e ci siamo accorti molto presto che, anche se i profili dei cannabinoidi erano molto simili, i profili dei terpeni erano diversi. Osservando un così ampio numero di terpeni, ci siamo fatti un’idea più ampia e dettagliata su cosa rende un ceppo unico. Nello stesso modo in cui gli scienziati forensi utilizzano diversi elementi di un’impronta digitale per identificare un individuo specifico, così i terpeni possono essere considerati come l’impronta digitale chimica di una pianta di cannabis.

L’efficacia di questa tecnica si è dimostrata immediatamente, quando siamo riusciti a capire se due campioni provenissero da due ceppi diversi o dallo stesso, solo analizzandone il profilo dei terpeni. Inoltre abbiamo potuto confrontare due diversi coltivatori che hanno cominciato con gli stessi cloni e questi hanno dimostrato che il profilo dei terpeni era identico in entrambi i risultati finali. I due coltivatori in questione hanno fatto crescere le piante nelle stesse condizioni ambientali, ma è stato scoperto che gli stessi cloni in condizioni di crescita differenti delineano un profilo di terpeni differente.

Questo fenomeno è affine a quello di due gemelli identici alla nascita ma che crescono in due luoghi diversi e di conseguenza con caratteri diversi. Le condizioni ambientali producono risultati differenti che dipendono dall’espressione delle genetiche di partenza delle piante, o meglio, da quali geni vengano attivati o disattivati durante il ciclo di vita della pianta (controllo epigenetico).

IMG2La comprensione delle differenze nelle qualità di cannabis e dei loro profili terpenici è una corrente di studio relativamente giovane, ma abbiamo imparato molto sui prodotti disponibili nei dispensari della California utilizzando l’analisi dei terpeni. Una delle pratiche più frequenti tra i pazienti che hanno accesso ai dispensari medici è di scegliere la cannabis esclusivamente sulla base del nome.

Recentemente, abbiamo effettuato un sondaggio sui pazienti per scoprire se avevano ricevuto gli effetti desiderati e attesi. Abbiamo scoperto che gli errori d’identificazione erano prevalenti e siamo stati costretti a concludere che i pazienti, attualmente, non possono fidarsi del nome di un ceppo riportato sull’etichetta degli scaffali in California, a meno che non sia testato per l’autenticità.
Di conseguenza, i nostri sforzi nella ricerca, saranno d’ora in poi orientati a costruire le infrastrutture per poter dare un nome ad ogni prodotto cercando di rispettarne l’integrità, dal coltivatore al consumatore. Facciamo appello ai breeders per aiutarci in questo sforzo in modo da poter essere certi di utilizzare le varietà autentiche registrate secondo un processo standard. Facciamo leva sul potere della comunità perché quest’obiettivo venga raggiunto in maniera corretta.

a cura di Jeff Raber, The Werc Shop, USA

CONCLUSIONI
Dopo aver osservato più a fondo il tema del nome delle qualità di cannabis, è evidente che i nomi possono essere considerati “originali” quando provengono direttamente da un clone o da un taglio, ma non appena si comincia a parlare di semi o di altri cloni, è allora che cominciano a verificarsi gli errori e si mescolano le qualità senza alcun interesse per la pianta originale. Sono gli esseri umani a scrivere la storia, ma gli esseri umani commettono errori e allo stesso modo possono scegliere di rivelare la verità o di mediare con una mezza bugia. Sembra che i miti si siano creati proprio in questo modo e con le scarse o assenti normative, presenti nel settore della cannabis, è molto difficile mantenere una coerenza generale.

Il problema è aggravato da coloro che coltivano con semi che appartengono al genotipo di un certo ceppo anche se forse è solo una versione proveniente da un’altra fonte rispetto all’originale dalla quale proviene il nome. I coltivatori “economici” cercano di trovare i semi meno cari della stessa qualità, ma quelli più attenti ed esperti, cercano di risalire alla società originale che ha prodotto lo strain per essere certi della genuinità del prodotto che acquistano.

Poiché la maggior parte dei coltivatori ha una conoscenza superficiale del prodotto che sta per acquistare (qualche foto proveniente dai dépliant delle società), c’è un ampio spazio lasciato alle aziende per creare confusione ad un grower, soprattutto se questo si mostra dubbioso.

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Il problema ritorna sempre alla necessità primaria di creare una serie di norme e procedure standard da seguire per la produzione dei semi di cannabis. Quando la scienza aiuterà l’industria della cannabis e i singoli individui ad avere le capacità di identificare una pianta attraverso un semplice test, le cose cambieranno. Tuttavia fino a quando i dati vengono non verranno raccolti e condivisi correttamente e non si creeranno delle dinamiche standard del controllo del settore in tutti i suoi livelli dal produttore al consumatore, resterà com’è stato fino ad ora il “Selvaggio West”.

Il 2014 è l’anno dell’inizio di grandi cambiamenti in materia di regolamentazioni basate su ricerche scientifiche grazie al cambiamento di attitudine nei confronti della cannabis e dei suoi utilizzi medici per la cura di diverse patologie mediche e psicologiche.

Certo è che fino ad oggi la storia rimarrà avvolta nel mito e nelle leggende ma la genetica è come la matematica e un giorno tutto sarà evidente, chiaro, logico e dimostrabile a tutti. La cannabis è passata dallo stato di confusione a quello di chiarezza senza, in realtà, fare niente di diverso. Sono stati gli esseri umani, spinti dalla promessa di profitti e impiego, a cambiare finalmente idea e a ridiscutere il concetto di quello che finora gli è stata presentata come “droga”.

 

TG DV


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