Cento anni di Theremin: l’omaggio reggae di Gaudi
“100 years of Theremin (The dub chapter)” è un omaggio di Gaudi al Theremin, parte essenziale delle sue produzioni ormai da 25 anni, nonché strumento musicale tra i più singolari e influenti sulla cultura moderna che quest’anno compie cento anni dalla sua invenzione. Questo particolare strumento, costituito da un’antenna metallica controllata senza contatto fisico, funziona con campi magnetici. È stato sviluppato nel 1920 dal fisico russo Léon Theremin, la cui immagine domina l’interessante copertina dell’album, e ha accompagnato opere classiche, colonne sonore di film di fantascienza e generi che spaziano dal pop al rock.
Si pensa al miracolo quando si guarda Gaudi afferrare vagamente l’aria ed evocare dal nulla note di una bellezza e di uno splendore senza precedenti, come nessun altro strumento esistente è in grado di produrre. “100 years of Theremin” rappresenta l’esperimento più audace e interessante di quest’ultimo periodo, e unisce la passione di Gaudi per il Theremin ad incroci sonori sempre più impensabili legati alla musica giamaicana, il reggae, e alla sua derivazione più bassa e pulsante del dub.
E proprio di dub qui si parla, accompagnato in quest’opera da un’impressionante line-up di cinque dei principali produttori dub al mondo, del calibro di Scientist, Mad Professor, Adrian Sherwood, Dennis Bovell and Prince Fatty, professionisti estremamente rispettati, che hanno rappresentato e rappresentano tuttora il meglio della produzione dub internazionale degli ultimi 40 anni. Insieme hanno lavorato sotto la direzione di Gaudi, fornendogli le basi strumentali per poter creare e registrare melodie di Theremin in queste 11 incisive tracce dell’album.
Un’esperienza profonda e pensierosa, una melodia elastica e fluttuante che si fonde a vibrazioni terrose fatte di bassi che confluiscono in un’unione improbabile ma innegabilmente riuscita. L’ascolto di questa beata esperienza, ti conduce fuori dal corpo di un progetto devoto al genere dub reggae, dai contorni cinematici, dai bassi amplificati, dagli spazi larghissimi, speziato con la magia del Theremin che si scioglie in una perfetta soluzione più allungata e gentile.
L’immersione totale in questa esperienza delicata e tortuosa è l’unico modo per apprezzarlo pienamente. Un disco fortemente influenzato dalla genialità sregolata di Gaudi che si focalizza nel pregiato suono magnetico del Theremin e crea una piattaforma galleggiante di nuove tessiture in grado di unire sapori precedenti e ancora più profondi provenienti dall’elettronica sperimentale e dub. Un album che rinnova il mito di una tanto auspicata fusione dei generi – nonostante gli stili individuali dei produttori coinvolti – riportando in luce quell’anima fatta di sensazioni utopisticamente cinematografiche, di una colonna sonora con la narrativa che esalta la voce distintiva di Theremin, e di tutta una generazione di musicisti di cui Gaudi è sicuramente il rappresentante più autorevole.
a cura di Arianna Caracciolo
Fa parte della crew di Rasta Snob, da trent’anni rivista di riferimento per gli amanti del reggae