Nel 2020, i sequestri di avorio, corni di rinoceronte, scaglie di pangolino, e di animali illegalmente venduti nel mercato nero sono stati notevolmente inferiori rispetto ai 5 anni precedenti. Secondo un’analisi condotta dalla ONG statunitense Center for Advance Defence Studies (C4ADS) per conto di National Geographic, nel 2020 il numero di sequestri di flora e fauna illegalmente immesse sul mercato nero è stato pari a 466, un numero incoraggiante se paragonato ai 964 dell’anno precedente. Eppure, sono molti gli esperti e analisti a ritenere che la repentina diminuzione di sequestri sia semplicemente frutto delle restrizioni imposte durante la pandemia, e che, anzi, una crescita di bracconaggio e commercio illegale di animali e piante esotici nei prossimi anni sia un’ipotesi quasi certa.
Ciò che ha messo in allerta gli studiosi è stato un recente sequestro in Nigeria, uno dei più importanti centri del continente africano per il commercio illegale di fauna e flora, particolarmente per i pangolini. A Lagos, in un container diretto verso il porto di Haiphong, in Vietnam, sono stati infatti rinvenuti 162 sacchi contenenti scaglie di pangolino, per un peso totale di quasi 9 tonnellate, e altri 57 sacchi di parti di altri animali, tra cui avorio e ossa di leone, comune sostituto per le più rare ossa di tigre, particolarmente difficili da reperire in Asia. “È l’immagine di ciò che sta per accadere” ha affermato Steve Carmody della ONG olandese Wildlife Justice Commission, “Sappiamo che i trafficanti stanno facendo scorte di merce non solo in Africa, ma anche in Asia, in Vietnam, Cambogia e Laos, in grandi quantità”. Secondo la WJC, infatti, i dati sui sequestri raccolti nel 2020 difficilmente dimostrano una diminuzione del fenomeno del bracconaggio nello scorso anno, rendendo invece plausibile che bracconieri e commercianti abbiano spostato la merce in lotti di dimensioni inferiori per eludere eventuali controlli, tesi confermata dalla mole del commercio illegale di flora e fauna online, i cui livelli sono rimasti essenzialmente invariata nel 2020.
Se i dati sul bracconaggio e commercio illegale continuano a essere preoccupanti, le informazioni riportate dal World Wildlife Report stilato dall’UNDOC (United Nations Office on Drugs and Crimes) mostrano variazioni incoraggianti in riferimento all’avorio e ai corni di rinoceronte. Secondo il report, infatti, le graduali restrizioni imposte ai mercati domestici legali di avorio e corni avrebbero ripercussioni anche sul mercato nero, segnando una diminuzione costante del traffico a partire dal 2011 e una netta diminuzione del prezzo a partire dal 2015.
I dati sono decisamente più preoccupanti in riferimento ai pangolini. Secondo l’UNDOC, l’interesse degli acquirenti si sarebbe spostato dalla carne e dagli esemplari vivi, appartenenti generalmente a specie asiatiche, alle scaglie di questi mammiferi, che sono invece ottenute dalle specie africane, il cui commercio passa principalmente per Nigeria, Repubblica Democratica del Congo e Vietnam, principale porto asiatico per il commercio illegale di animali esotici, mentre la Cina rimane il maggior acquirente di scaglie di pangolino, ampiamente utilizzate nella medicina tradizionale, particolarmente dalle donne in fase di allattamento. Secondo il report, l’aumento dei sequestri negli ultimi anni avrebbe però contribuito a una maggiore capacità degli agenti della dogana di riconoscere le scaglie di questi animali, abilità che si rivelerà fondamentale in futuro.