CBG: profilo molecolare unico e benefici ad ampio spettro
Secondo una nuova review che ha analizzato il CBG, il cannabinoide sarà il protagonista nella pratica medica nei prossimi 10 anni
Sarà il CBG il protagonista nella pratica medica e clinica dei prossimi dieci anni? Lo sostiene una nuova revisione pubblicata sul cannabinoide, che è stata seguita da un gruppo di dieci ricercatori che provengono dalla Guangdong University of Technology, la Guangzhou University of Chinese Medicine e la Sun Yat-Sen University in Cina, il Cedars-Sinai Cancer Institute di Los Angeles e infine il Beckman Research Institute di City of Hope di Duarte, in California.
LA NUOVA REVISIONE DEL CBG
«Il CBG è emerso come un potenziale agente terapeutico con una vasta gamma di effetti. Sebbene la ricerca sul CBG sia ancora nelle sue fasi iniziali, il suo meccanismo molecolare unico e il promettente profilo terapeutico giustificano ulteriori esplorazioni», scrivono gli autori in questa nuova pubblicazione scientifica.
CBG, RECETTORI ED EFFETTI TERAPEUTICI
«Il CBG mostra caratteristiche di attività e affinità simili a Δ9-THC e CBD sui recettori dei cannabinoidi, ma ha anche un’affinità unica per altri recettori, come i recettori α2AR e 5-HT1A. I diversi meccanismi del CBG si traducono in un’ampia gamma di potenziali applicazioni terapeutiche, tra cui neuroprotezione, antinfiammatorio, proprietà antibatteriche, ipotensione, trattamento del cancro, gestione del dolore e sindrome metabolica. Inoltre, alcuni utilizzatori di CBG segnalano un miglioramento del sonno, sebbene ciò non sia stato ancora confermato da studi clinici. Come altri cannabinoidi, è stato dimostrato che il CBG ha effetti benefici nei pazienti affetti da glaucoma riducendo la pressione intraoculare, un fattore di rischio primario per il glaucoma».
Per quanto riguarda il dolore, gli autori evidenziano prove che suggeriscono che il trattamento con CBG può ridurre la sensibilità al dolore nei topi, osservando che il cannabinoide «potrebbe rendere più difficile la trasmissione efficace dei segnali del dolore».
«Questa ricerca svela un potenziale meccanismo per gli effetti neuroprotettivi indiretti del CBG. Riducendo la segnalazione del dolore nel sistema nervoso, il CBG potrebbe offrire sollievo dalle condizioni di dolore cronico», hanno scritto. «Questa scoperta si aggiunge al crescente corpo di prove che suggeriscono il potenziale ruolo del CBG nella protezione del sistema nervoso tramite la gestione del dolore».
Il rapporto esamina anche le prove degli effetti antinfiammatori del CBG, che potrebbero essere utili nella gestione delle malattie infiammatorie intestinali, tra cui il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, l’artrite reumatoide, l’asma allergica e le lesioni epatiche. E indica studi sui possibili effetti antibatterici del cannabinoide e sul suo ruolo nel trattamento dell’ipotensione o della vasocostrizione.
Nuovi studi stanno inoltre esaminando il CBG nel trattamento antitumorale, riportano i ricercatori: «Prove sempre più numerose hanno corroborato le proprietà antitumorali del CBG, dimostrando la sua efficacia nel ridurre la proliferazione cellulare, la migrazione e la sopravvivenza in vari tipi di tumore», afferma, «tra cui il cancro alla prostata, il glioblastoma, il carcinoma colorettale, il cancro al pancreas e il cancro al seno».
UNO SGUARDO SUL FUTURO DEL CANNABINOIDE
«Man mano che approfondiamo la nostra comprensione del CBG», notano gli autori, «potrebbe portare a innovazioni nel trattamento di condizioni complesse, migliorando in definitiva i risultati dei pazienti ed espandendo la portata della medicina basata sui cannabinoidi. Il prossimo decennio potrebbe vedere il CBG integrato nella pratica medica tradizionale, rivoluzionando l’approccio a molte malattie croniche e debilitanti».
IL PRIMO STUIDO CLNICO
Poco tempo fa sono stati pubblicati i risultati del primo studio clinico, e quindi eseguito su pazienti, che ha avuto come protagonista il CBG. Secondo i ricercatori lo studio ha confermato gli effetti ansiolitici del cannabigerolo, che ha ridotto l’ansia e lo stress nei pazienti oltre ad aver «migliorato la memoria verbale rispetto al placebo», hanno dichiarato gli autori del lavoro, che concludono: «Il CBG potrebbe rappresentare una nuova opzione per ridurre lo stress e l’ansia negli adulti sani».