Il CBD diventa un farmaco stupefacente: respinto il ricorso al Tar
Le preparazioni orali a base di CBD sono inserite nella tabella dei medicinali, sezione B
Il Tar ha respinto il ricorso delle associazioni di settore con una sentenza pubblicata oggi, e quindi le preparazioni orali a base di CBD in Italia diventano un farmaco stupefacente, inserito nella tabella dei medicinali, sezione B.
CBD STUPEFACENTE: LA SENTENZA
La motivazione principale della sentenza riguarda le possibili interazioni del THC, presente, seppur in minima concentrazione, in alcuni di questi oli, in genere quelli full spectrum che mantengono il fitocomplesso delle molecole delle pianta come cannabinoidi e terpeni.
Nella sentenza infatti viene messo nero su bianco come il governo, tramite il parere del Consiglio superiore di Sanità, “abbia individuato questi rischi, anche soltanto in termini di interazione con il THC”, motivo per cui “il provvedimento adottato risulta appropriato, sulla base del principio di precauzione volto a scongiurare i rischi potenziali per la sanità pubblica e per la sicurezza senza dover attendere che sia pienamente dimostrata l’esistenza di THC in tutte le preparazioni e la conseguente effettiva situazione di dipendenza”.
Secondo il tribunale amministrativo: “Le considerazioni e valutazioni scientifiche poste a fondamento del provvedimento impugnato non devono esprimersi sulla natura di sostanza psicotropa o stupefacente della Cannabis, ma devono valutare esclusivamente la condizione di “dipendenza” che può derivare dall’assunzione orale di composti a base di CBD”.
Secondo il parere del CSS dell’11 giugno 2024, riportato nella sentenza, “tutti i composti derivanti da cannabis naturale contengono una molteplicità di sostanze, tra cui quasi sempre una concentrazione sia pur minima di THC ed è dalla interazione del CBD con il THC, che derivano i rischi paventati in termini di accumulo di THC nel sistema nervoso centrale”.
E quindi ha respinto il ricorso, “senza dover attendere che sia pienamente dimostrata l’esistenza di THC in tutte le preparazioni e la conseguente effettiva situazione di dipendenza“.
Viene inoltre precisato che la sentenza non riguarda la molecola di CBD di per sé, ma le “composizioni per somministrazione ad uso orale di CBD ottenuto da estratti di cannabis. Di qui la rilevanza del rilievo in ordine alla impossibilità di ottenere (quando il CBD viene estratto dalla pianta di cannabis sativa e non ottenuto sinteticamente in laboratorio) un estratto di CBD puro, vale a dire del tutto privo di THC e di qui, ancora, la rilevanza del tema delle possibili interazioni del CBD con il THC”.
CBD ASTUPEFACENTE E NOVEL FOOD: IL PARERE DELL’AVVOCATO BULLERI
“La sentenza è valida, quindi il decreto è entrato in vigore e le composizioni orali di CBD sono da considerarsi dei farmaci stupefacenti. L’esito è purtroppo molto preoccupante, perché non mette solo fuori legge tutti gli oli a uso tecnico che erano commercializzati. Il rischio ulteriore è che questo decreto ponga un grosso freno al futuro Novel Food”, sottolinea l’avvocato di settore Giacomo Bulleri.
In questi mesi, infatti, è in corso la procedura presso l’Efsa per autorizzare il CBD come Novel food, e quindi negli alimenti, cosa che già avviene ad esempio nel Regno Unito. “Se anche l’Efsa autorizzasse il CBD come alimento, questo decreto, portandolo tra i medicinali, ne escluderebbe comunque l’applicazione negli alimenti”
Ora l’unica opzione che rimane sul tavolo è quella di far ricorso al Consiglio di Stato, vi terremo aggiornati sugli sviluppi.