Carta igienica: al posto degli alberi usiamo la canapa!
Non c’è dubbio che siamo dei grandi consumatori di carta igienica. Ogni anno ne utilizziamo rotoli su rotoli e tagliamo quasi 300.000 alberi per realizzarli con tutto ciò che comporta sul fronte del cambiamento climatico.
Un recente studio pubblicato su Stand.earth evidenzia come ancora, nel mondo, si faccia poco uso di carta riciclata per questo fine: in Europa la percentuale è del 40 percento ma non è lo stesso per gli altri continenti, in particolare negli Stati Uniti responsabili, da soli, del consumo del 20 percento di carta igienica nel mondo. Qui multinazionali come Procter & Gamble preferiscono offrire ai propri acquirenti carta di prima scelta proveniente dalle foreste.
Eppure proprio negli USA visse l’uomo che nel 1857 brevettò l’uso della canapa in bagno: ogni confezione di carta igienica pensata da Joseph C. Gayetty costava 50 centesimi e conteneva 500 fogli inumiditi con l’aloe. Il prodotto veniva commercializzato come medico e era consigliato in casi di emorroidi. In generale, prima che la carta fosse commercializzata a livello industriale, i ricchi usavano proprio la canapa, oltre al cotone, per pulirsi. Tornare a questa abitudine, forse non salverà il mondo, ma considerato l’uso quotidiano e abbondante che ne facciamo tutti, avrebbe una serie di vantaggi non trascurabili.
Ad esempio:
– il costo di produzione si ridurrebbe notevolmente e non sarebbe necessario ricorrere alla deforestazione; il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha calcolato che un acro di canapa (circa la metà di un ettaro) potrebbe produrre quattro volte il quantitativo di carta di un’equivalente porzione di terreno occupata dagli alberi;
– il foglio di canapa è più resistente, si decompone facilmente e può essere prodotto senza l’aggiunta di sostanze chimiche.
Oggi la cellulosa sbiancata con biossido di cloro domina il mercato globale, ma la carta igienica di canapa sta tornando ad essere commercializzata. Uno dei tanti usi a portata di mano della canapa industriale che è tempo esca fuori dalla nicchia.
